LA PACE IN UCRAINA? LE TRATTATIVE NON SI SONO MAI INTERROTTE – LA CONFERMA DELLA TELEFONATA TRA IL CAPO DELL’INTELLIGENCE ESTERNA RUSSA, SERGEJ NARYSHKIN, E IL DIRETTORE DELLA CIA, WILLIAM BURNS, È IL SEGNALE CHE IL NEGOZIATO TRA USA E RUSSIA PROCEDE, NONOSTANTE ZELENSKY – A PROPOSITO DI SPIE, IL CAPO DEGLI 007 SERBI, ALEKSANDER VULIN, SOPRANNOMINATO “L’UOMO DI MOSCA”, È STATO MESSO SOTTO SANZIONI...

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1. USA E RUSSIA, CANALI APERTI «UN’ORA DI DIALOGO TRA SPIE»

Estratto dell’articolo di Marco Ventura per “il Messaggero”

 

william burns william burns

I canali tra Mosca e Washington sono aperti, nonostante tutto. E forse non è un caso che proprio in chiusura del vertice Nato a Vilnius il direttore russo del servizio di Intelligence esterno (Svr), Sergej Naryshkin, decida tramite l'agenzia Tass di dare la sua lettura della telefonata con l'omologo Usa, il direttore della Cia William Burns. […]

 

Il colloquio sarebbe durato un'ora, e pur non avendo preso impegni precisi, non è escluso che i due direttori dei servizi possano parlarsi presto «di persona». Conferma Naryshkin che «la conversazione è avvenuta alla fine del mese scorso, e il pretesto per la telefonata da parte del collega americano sono stati i fatti del 24 giugno», il giorno della sfida al Cremlino.

 

sergei naryshkin 1 sergei naryshkin 1

«Mi sembra però che questo fosse più un pretesto, perché la parte principale era incentrata su altro: abbiamo pensato, ragionato, su cosa fare con l'Ucraina». Affermazione che potrebbe mirare a spargere zizzania, se davvero Burns ha parlato col russo guardando a dopo la guerra, mentre la norma costante di linguaggio degli americani e dei loro alleati consiste nel rimandare alla parte ucraina qualsiasi decisione sul momento in cui fermare la controffensiva e dare avvio al negoziato.

 

SERGEI SUROVIKIN SERGEI SUROVIKIN

Da Vilnius, Zelensky ribadisce peraltro che il suo popolo combatterà per liberare fino all'ultimo villaggio con un abitante ucraino. «Non abbiamo concordato con Burns un incontro - dice Naryshkin - Ma rimangono le conversazioni telefoniche e la possibilità di un incontro personale».

 

La rivolta dei Wagner ha i suoi strascichi. Il generale Surovikin, capo delle forze aeree russe, referente di Prigozhin, sarebbe «adesso a riposo e per ora non disponibile», secondo il presidente della Commissione Difesa della Duma, Andrei Kartapolov. Per alcuni, agli arresti. Il ministro della Difesa, Shoigu, invece, […] Aggiunge che se gli Usa invieranno le cluster bomb, anche la Russia «sarà costretta a usarle, ne abbiamo di migliori e più varie».

 

volodymyr zelensky e jens stoltenberg al vertice nato di vilnius volodymyr zelensky e jens stoltenberg al vertice nato di vilnius

Dichiarazioni contestate però dall'Institute for the study of war, che le considera infondate e «molto gonfiate, esagerate, tanto che i blogger militari russi accusano il ministero della Difesa di contare le perdite non dal 4 giugno ma dall'inizio della guerra». E di contarle due volte. […] Gli americani starebbero valutando l'invio di missili a lungo raggio Atacms, con gittata 300 chilometri. Tra le novità, la lettera degli ambasciatori di Svezia, Danimarca e Germania al Consiglio di sicurezza dell'Onu, circa le «tracce di esplosivo sottomarino trovate in campioni presi da un'imbarcazione», uno yacht di proprietà di un ucraino. Resta l'incertezza su chi sia il mandante del sabotaggio al gasdotto North Stream 2. Singoli individui o uno Stato. L'invito è alla cautela.

 

sergei naryshkin sergei naryshkin

2. GLI USA SANZIONANO IL CAPO DEGLI 007 SERBI «FACILITA LE ATTIVITÀ TOSSICHE DELLA RUSSIA»

Estratto dell’articolo di Fausto Biloslavo per "il Giornale"

 

«L’uomo di Mosca» in Serbia è finito nel mirino delle sanzioni Usa. Per la prima volta, dai tempi di Slobodan Milosevic, il Dipartimento di Stato americano ha messo sotto tiro Aleksander Vulin, il capo dell’intelligence di Belgrado (Bia), stretto alleato del presidente serbo Vucic. Soprannominato l’«uomo di Mosca» per la sua vicinanza alla Russia, sempre dichiarata, è il primo personaggio di spicco serbo sanzionato dall’invasione dell’Ucraina.

 

Belgrado è una delle poche capitali dell’Europa occidentale che non applica le sanzioni Ue alla Russia. Anche la Bosnia Erzegovina si astiene grazie al veto della componente serba. Formalmente il Dipartimento di Stato accusa il capo delle spie serbe di coinvolgimento nella criminalità organizzata e collusioni con trafficanti di droga e di armi.

 

sergey surovikin sergey surovikin

«Vulin mantiene una relazione reciprocamente vantaggiosa con il trafficante Slobodan Tesic, che è sotto sanzioni statunitensi, aiutandolo a garantire il libero flusso di spedizioni illegali di armi attraverso il confine serbo», sostiene il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti. In realtà il vero motivo è la vicinanza del responsabile dell’intelligence a Mosca.

 

Washington lo accusa di avere utilizzato i suoi incarichi per appoggiare il Cremlino facilitando «le attività maligne russe che danneggiano la sicurezza e la stabilità nei Balcani occidentali» e garantendo a Mosca una piattaforma per accrescere la sua influenza nella regione.

volodymyr zelensky al vertice nato di vilnius 1 volodymyr zelensky al vertice nato di vilnius 1

 

Sicuramente Vulin ha sostenuto, neanche tanto segretamente, i serbi del Kosovo. E nei suoi precedenti incarichi come ministro dell’Interno e della Difesa non ha mai nascosto i sentimenti patriottici panslavi e filorussi. Proprio come responsabile politico delle Forze armate ha espanso la cooperazione fra lo Stato maggiore serbo e quello russo, ma pure favorito esercitazioni congiunte con unità della Nato compresi i nostri corpi speciali che si sono recati poche settimane fa in Serbia.

 

«La cocaina non è stata trovata nell’ufficio di Vulin, ma alla Casa Bianca. Ritengo che sia di estrema importanza condurre un’inchiesta», ha replicato a muso duro il presidente serbo Aleksander Vucic condannando duramente le sanzioni.

 

WILLIAM BURNS AL TAVOLO CON VLADIMIR PUTIN E LAVROV WILLIAM BURNS AL TAVOLO CON VLADIMIR PUTIN E LAVROV

Il Movimento dei socialisti, il piccolo partito di governo guidato da Vulin, ha reagito sparando a palle incatenate. Le sanzioni che congelano i suoi fondi e beni, anche negli Stati Uniti, sono un «nuovo attacco alla Serbia e alle istituzioni serbe» da parte degli Usa, «dopo l’aggressione criminale» dei bombardamenti Nato del 1999, «il “putsch” dell’ottobre 2000 contro Slobodan Milosevic» e «l’appoggio all’indipendenza del cosiddetto Kosovo».

 

Il partito sostiene che per la Casa Bianca «la colpa di Vulin è non accettare che pure noi veniamo trascinati nel conflitto occidentale a Est (in Ucraina, nda). La sua posizione è che vuole la pace e non trovarsi dalla parte russofoba in una guerra fratricida». […]

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