Monica Ricci Sargentini e Irene Soave per www.corriere.it
In Francia la terza ondata di contagi si sta attenuando, ieri sono stati registrati 13.681 casi e 141 morti, le vaccinazioni proseguono speditamente: 30 milioni di persone (il 31,28% della popolazione) hanno ricevuto una dose di siero mentre le persone totalmente immunizzate sono 9,3 milioni (il 13,77%).
A partire dal 16 maggio e fino al 31 luglio gli italiani potranno andare in Francia senza la necessità di una motivazione ma alla frontiera dovranno esibire un test molecolare di tipo PCR-RT effettuato nelle 72 ore precedenti al viaggio.
È bene ricordare che, come succede anche da noi, in Francia sono ancora in vigore svariate restrizioni per limitare il contagio da Covid-19 e questo potrebbe limitare le attività turistiche.
Dal 19 maggio il governo Macron ha spostato il coprifuoco alle 21:00 e lo stesso giorno ha riaperto gli esercizi commerciali «non essenziali», i luoghi culturali come il Louvre e il Musée d’e gli spazi esterni di bar e ristoranti.
A partire dal 9 giugno sarà, poi, possibile rimanere fuori casa fino alle 23:00. Riapriranno le sale interne di bar e ristoranti, oltre alle palestre. Dal 17 giugno sarà possibile visitare il palazzo di Versailles, l’abbazia di Mont Saint Michel e Disneyland.
A partire dal 30 giugno non sarà più in vigore il coprifuoco e molte misure restrittive saranno cancellate ma rimarrà l’obbligo del distanziamento sociale, l’uso delle mascherine e la capacità limitata di musei, bar, ristoranti e negozi.
Prima del rientro in Italia è necessario sottoporsi a tampone molecolare o antigenico nelle 48 ore antecedenti al viaggio ma la cosa non è affatto problematica dato che il governo francese ha messo a disposizione test gratuiti per tutti i turisti. In caso di impossibilità ad effettuare l’esame sarà necessario un isolamento di dieci giorni alla fine del quale ci si sottoporrà a tampone.
La Grecia e le isole Covid-free
La Grecia ha fatto passi da gigante nella lotta all’ultima ondata di Coronavirus, lo scorso aprile. Ormai conta non più di 2 mila casi al giorno mentre quasi il 28% della popolazione è ormai vaccinato.
Chi lavora nell’industria del turismo è stato immunizzato per primo proprio per rilanciare un settore di importanza vitale per il Paese. Anche la Grecia è nell’elenco C del Decreti legge varato dal Consiglio dei Ministri, quindi a partire dal 16 maggio e fino al 31 luglio gli italiani potranno andare in Grecia senza la necessità di una motivazione ma alla frontiera dovranno soddisfare una delle tre seguenti condizioni: essere vaccinati, avere effettuato un test molecolare di tipo PCR-RT effettuato nelle 72 ore precedenti al viaggio oppure mostrare un certificato di guarigione da Covid-19 negli ultimi 9 mesi come spiega il sito Viaggiare sicuri della Farnesina.
Al più tardi un giorno prima di mettersi in viaggio è indispensabile compilare online il Passenger Locator Form con il quale i viaggiatori devono fornire informazioni sul luogo di provenienza, sulla durata dei soggiorni precedenti in altri paesi e sull’indirizzo del proprio soggiorno in Grecia.
Qui la vita è quasi tornata alla normalità, in tutto il Paese il coprifuoco scatta alle 00.30 e dura fino alle 5:00 ma le misure restrittive variano da regione a regione. I siti archeologici all’aperto accolgono con gioia i turisti già dall’inizio della primavera e dal 3 maggio si può consumare in bar e ristoranti ma esclusivamente all’aperto e in massimo 6 persone a tavolo. Dal 14 maggio hanno riaperto tutti i musei mentre domani inizierà la stagione del cinema all’’aperto.
La Grecia è stata il primo Paese ad aprire ai turisti vaccinati e ad attuare l’immunizzazione a tappeto degli abitanti delle isole in modo da renderle Covid-free come spiega questo servizio di Corriere TV.
L’obiettivo è rilanciare il turismo ma anche proteggere le popolazioni dei luoghi privi di adeguate strutture ospedaliere. Si è cominciato dalle isole più piccole come Kastollorizo a quelle con più di 3500 abitanti.
In Spagna misure diverse da regione a regione
La Spagna sta gestendo bene l’ultima ondata di Coronavirus. I contagi ieri sono stati 4739 con 66 morti mentre, secondo gli ultimi dati del ministero della Sanità, il 33,67% della popolazione (15,7 milioni) ha ricevuto una dose di vaccino e il 15,95% è totalmente immunizzato (7,74 milioni).
Per entrare nel Paese è sufficiente essere in possesso di un test molecolare negativo fatto entro 72 ore prima del viaggio e compilare un modulo sul sito Spain Travel Health che permetterà di entrare in possesso di un codice QR da mostrare alla frontiera.
La Spagna è stata una delle prime nazioni a riaprire le frontiere con i Paesi dell’Unione Europea, 11 mesi fa, togliendo anche l’obbligo di quarantena per chi entra. Da allora sono ripresi anche i collegamenti aerei, navali e ferroviari che erano stati quasi completamente sospesi.
Il 9 maggio non è stato rinnovato lo stato di allarme ed ora è possibile spostarsi tra le Comunità Autonome (Regioni) le quali continueranno, però, ad adottare restrizioni. La chiusura perimetrale dei confini regionali e altre misure speciali persistono in Aragona, Asturie, Galizia, La Rioja, Navarra e Paesi Baschi.
A Madrid non c’è alcuna limitazione alla circolazione delle persone nelle ore notturne. Cinema, teatri e negozi rimangono aperti fino a tardi ma ai tavoli non si essere in più di sei (quattro al chiuso). A Valencia, invece, il coprifuoco scatta a mezzanotte e dura fino alle sei.
Nessun coprifuoco in Catalogna dove bar e ristoranti sono aperti fino alle 23:00 con un massimo di 4 persone a tavolo. Non tutti i monumenti sono aperti, la basilica della Sagrada Familia, progettata da Gaudì, a Barcellona riaprirà ai visitatori il 29 maggio. Alle Canarie non si può uscire durante le ore notturne ma l’orario varia a seconda dei territori mentre alle Baleari l’obbligo di restare a casa scatta alle 23:00 ed è vietato l’accesso alle spiagge tra le 21:00 e le 6:00.
Chi rientra in Italia dalla Spagna deve, oltre a compilare un’auto-dichiarazione, informare del proprio ingresso in Italia il Dipartimento di Prevenzione della ASL competente, sottoporsi a test molecolare o antigenico, effettuato a mezzo di tampone e risultato negativo, nelle 48 ore antecedenti all’ingresso nel territorio italiano.
Il Portogallo pronto a un’estate quasi normale
Dopo un picco di nuovi contagi giornalieri attorno a Pasqua, il Portogallo ha visto scendere l’emergenza e i dati più recenti parlano di circa 500 contagi registrati in 24 ore in tutto il Paese, e «appena» due vittime. Il 31,2% della popolazione ha ricevuto almeno la prima dose, e la campagna vaccinale procede, non veloce ma senza intoppi.
Sembrano respirare anche i reparti di terapia intensiva, dove calano le ammissioni di pazienti. Il 1 maggio il governo aveva dichiarato lo «stato di calamità» che cesserà il 30 maggio, seguito da una riapertura in quattro fasi. Ma confortati da dati simili - e dall’apertura ai viaggi del governo inglese, che ha causato migliaia di prenotazioni in poche ore - i portoghesi si preparano a un’estate quasi normale.
Lisbona non adotta il «sistema a semafori» della Ue, cioè la mappa degli Stati membri divisi per colore secondo la situazione epidemiologica, ma ne ha una propria: per i viaggiatori provenienti da area Schengen e da Paesi con meno di 500 casi per 100 mila abitanti negli ultimi giorni, e quindi fra questi anche per i viaggiatori dall’Italia, l’obbligo è solo di un test Pcr negativo effettuato al massimo 72 ore prima della partenza.
I bambini fino a 2 anni sono esentati ed è esentato anche chi - dimostrandolo con un biglietto di andata e ritorno - rimane nel Paese per meno di 48 ore. Resta l’isolamento obbligatorio solo per chi viene dagli altri Paesi come Brasile, Cipro, Svezia, dove l’indice di contagio è sopra i 500 casi per 100 mila abitanti.
Certo non c’è un «liberi tutti». Nuove regole entrate in vigore ieri prevedono ad esempio multe di cento euro per chi non metta la mascherina in spiaggia: unica zona franca il proprio ombrellone o asciugamano, dove - solo una volta seduti - la si può togliere.
La mascherina è del resto obbligatoria ovunque, così come il distanziamento sociale che deve essere predisposto in tutti i luoghi pubblici. Le restrizioni attualmente in vigore - che sono massime - saranno gradualmente allentate secondo quattro fasi di riaperture: ma il governo valuterà di 15 giorni in 15 giorni come procedere, e dunque al momento non è chiaro come saranno agibili ristoranti e negozi. Al momento chiudono in anticipo (alle 22.30 i ristoranti, alle 19 i negozi).
Croazia
In Croazia solo l’8% dei cittadini è vaccinato, e solo il 26% ha ottenuto la prima dose. Si viaggia sui mille nuovi contagi al giorno, secondo i dati più recenti, su 4 milioni di abitanti; la mortalità è stata contenuta con 27 morti nelle ultime 24 ore. Ma il turismo rappresenta il 20% del Pil e il governo moltiplica gli inviti a viaggiare in Croazia, ancorché «responsabilmente».
A differenza di molti altri Paesi, la Croazia non distingue le motivazioni del viaggio: turismo e «ragioni essenziali» sono ugualmente validi. Conta il Paese da cui si arriva. La Croazia si affida in questa valutazione al «sistema a semafori» in vigore nella Ue: chi arriva da Paesi «verdi» - in Europa sono solo Finlandia, Norvegia e Islanda - passa la frontiera senza controlli, per gli altri, dunque anche per i viaggiatori italiani, è necessario fornire prova di una guarigione dal Covid (tampone positivo vecchio di almeno 11 giorni, seguito da uno negativo), di essere stati vaccinati o di avere eseguito nelle ultime 72 ore un tampone, con esito negativo.
Siccome i controlli hanno allungato le già leggendarie code alla frontiera, è consigliabile compilare il modulo «Enter Croatia» su questo sito, per ricevere poi un certificato da mostrare sul parabrezza dell’auto.
Sono per il resto obbligatorie le mascherine in tutti gli spazi chiusi e anche negli spazi aperti dove non è possibile garantire una distanza tra una persona e l’altra di almeno 1,5 metri. Bar e ristoranti lavorano, ma solo con tavoli all’aperto (eccezione: i ristoranti degli hotel).
Al momento vige un coprifuoco alle 22 per le attività commerciali e la ristorazione, e quasi tutti i musei sono aperti, mentre le discoteche sono chiuse. Aperte le spiagge e le terme. Dal 4 giugno, per regolare l’accesso negli spazi chiusi il cui affollamento non può essere che limitato, il governo lancerà una app con un codice Qr che fungerà da «passaporto sanitario», recante le informazioni epidemiologiche e vaccinali di chi lo mostra (e garantendo o escludendo l’ingresso).