PODEMOS PERDERE - IN ANDALUSIA TRIONFANO I SOCIALISTI, STONA IL PARTITO DI IGLESIAS CHE SI FERMA AL 15% - TRACOLLO DEI POPOLARI, BOCCIATA L'AUSTERITY DEL PREMIER "TEDESCO" RAJOY

Psoe al 37% in Andalusia: il successo rilancia le quotazioni della governatrice Susana Díaz - Podemos, almeno nel sud del Paese, sembra lontano dal poter competere alla pari con le tradizionali forze maggioritarie - Ottimo l’esordio di Ciudadanos fuori dal suo naturale bacino elettorale della Catalogna...

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Alessandra Oppes per “la Repubblica”

 

SUSANA DIAZ SUSANA DIAZ

Una boccata d’ossigeno per i socialisti, un tracollo senza precedenti per i popolari. Ma, soprattutto, un risultato in parte al di sotto delle attese per Podemos, che non prefigura in modo chiaro l’imminente fine del bipartitismo in Spagna.

 

Elezioni regionali con un significato speciale, quelle che si sono svolte ieri in Andalusia, perché dovevano servire per decifrare finalmente con dati reali l’orientamento dell’opinione pubblica in un anno decisivo (amministrative a maggio, politiche in autunno). La vittoria del Psoe (37 per cento dei voti e 47 seggi, gli stessi di tre anni fa) è un successo personale della presidente uscente della giunta, Susana Díaz, figura emergente del partito anche a livello nazionale, tanto che viene indicata spesso come possibile alternativa per la candidatura alla premiership rispetto al poco convincente segretario generale Pedro Sánchez.

pedro sanchez 7 pedro sanchez 7

 

I socialisti tornano ad essere, e con netto margine, la prima forza politica andalusa: nel 2012, per la prima volta, erano stati scavalcati in termini di voti e di seggi dal Pp, che però non fu in grado di formare un governo per mancanza di alleati.

 

Per la destra, un’occasione forse irripetibile per ottenere il controllo di una delle regioni chiave della Spagna: questa volta i popolari vengono penalizzati duramente: crollano dal 40,5 al 25,5 per cento dei consensi, passando da 50 a 33 seggi. E più che una sconfitta di un candidato poco conosciuto e di basso profilo (Juan Manuel Moreno Bonilla, un ex sottosegretario paracadutato a Siviglia da Madrid), è un pesantissimo avviso per il governo centrale di Mariano Rajoy. Una bocciatura senza appello per la rigida politica di austerità che ha segnato l’ultima legislatura della destra con conseguenze sociali subite in modo duro in tutto il paese ma in maniera particolare in Andalusia, dove il tasso di disoccupazione è del 34 per cento.

 

RIVERA E IGLESIAS RIVERA E IGLESIAS

Il terzo posto di Podemos è la conferma dell’ascesa di una forza politica nata appena un anno fa. Ma, con il 15 per cento dei suffragi e 15 seggi, la formazione anti-casta guidata da Pablo Iglesias delude parzialmente le attese, pur avanzando non poco rispetto all’8% delle Europee. Dipenderà probabilmente dalla peculiarità dell’Andalusia, con un Psoe che governa in maniera ininterrotta da 33 anni ed è qui molto più solido rispetto al resto del paese. Sta di fatto che Podemos, almeno nel sud del paese, sembra ancora lontano dal poter competere alla pari con le tradizionali forze maggioritarie.

 

mariano rajoy 6 mariano rajoy 6

Quello che appare evidente è un netto travaso di voti verso il nuovo partito dalla formazione ideologicamente più vicina, Izquierda Unida, che crolla da 12 a 5 seggi. Ottimo invece, con 9 seggi, l’esordio di Ciudadanos fuori dal suo naturale bacino elettorale della Catalogna. Il partito di Albert Rivera potrebbe risultare determinante per permettere ai socialisti di raggiungere la maggioranza.

Renzi e il leader Psoe Pedro Sanchez al ristorante Bertoldo, Renzi e il leader Psoe Pedro Sanchez al ristorante Bertoldo, pablo iglesias pablo iglesias pablo iglesias tania sanchez pablo iglesias tania sanchez pablo iglesias ragazzino pablo iglesias ragazzino

 

 

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