Tommaso Ciriaco per la Repubblica
SILVIO BERLUSCONI AL QUIRINALE - BY OSHO
Fino al quarto scrutinio, Silvio Berlusconi sogna un unico piano: quello A, la conquista del Colle. Nelle ultime ore ha affinato la strategia, contando sul fatto che il centrosinistra diserterà quella votazione per non rischiare. Ai parlamentari di Forza Italia toccherà scrivere "Berlusconi". La Lega si distinguerà con "Silvio Berlusconi", Fratelli d'Italia con "Berlusconi Silvio". Ai cespugli di centrodestra sarà riservata l'iniziale "S. Berlusconi" e "Berlusconi S.".
Tutto per misurare la fedeltà dei grandi elettori, partito per partito. Anzi, gruppetto per gruppetto, visto che il Covid imporrà ingressi contingentati e consentirà in teoria una "vigilanza" più accurata su eventuali disertori. L'obiettivo dell'anziano leader è arrivare a 450 voti e poter dire: «Signori, manca un passo, chi è disposto a dare una mano?».
SILVIO BERLUSCONI AL QUIRINALE - BY OSHO
Chi, insomma, vuole cavalcare l'onda vincente e raccoglierne futuri vantaggi? La controprova si avrebbe al quinto scrutinio: dentro o fuori. Poi, in caso di fallimento, Berlusconi cambierebbe schema. Il piano B di Arcore esiste. Esiste anche se per ora tutti negano e non ne farà menzione domani e dopodomani a Strasburgo, quando sfrutterà il palcoscenico europeo per raccogliere qualche elogio del Ppe.
Ma al momento giusto, Berlusconi farebbe fruttare l'asset dei momenti difficili: Gianni Letta. È lui - eterno ambasciatore di Arcore in rapporti strettissimi con Mario Draghi - che ancora l'altro ieri è stato avvistato in missione a Palazzo Chigi in nome degli interessi berlusconiani e alla vigilia della sfida per il Quirinale. Ed è sempre lui il ponte con il centrosinistra.
Dovesse sparigliare, allora, il Cavaliere incoronerebbe un altro nome di peso: Mario Draghi o Sergio Mattarella. Valuterebbe anche Paolo Gentiloni, a dire il vero, ma sul commissario europeo pesa la totale ostilità di Lega e Fratelli d'Italia. Di certo, il fondatore di Forza Italia non spingerà per un profilo moderato di centrodestra: né Letizia Moratti, né Marcello Pera o Franco Frattini.
E questo perché non partirà da lui la proposta di promuovere al Colle personalità che vanta di aver scoperto e portato in passato alla ribalta. Il dato psicologico, in questo caso, è forma e sostanza. Di piani B può morire il centrodestra. Perché nessuno ufficialmente ce l'ha, ma tutti ne custodiscono uno gelosamente, come fosse la scialuppa a cui aggrapparsi in caso di necessità.
È il paradosso di villa Grande: amore e fiducia unanime in Silvio Berlusconi, disincanto privato verso Silvio Berlusconi. Veleni e sospetti. Quelli di Giorgia Meloni e Matteo Salvini, che consumano queste ore nel dilemma: non staremo rafforzando troppo il Cavaliere? Non converrà mandarlo a sbattere, prima che sia lui - forte magari di 400 voti - a indicare un candidato nel campo avverso, sfruttando il legame tra Gianni ed Enrico Letta?
SILVIO BERLUSCONI AL QUIRINALE MEME
Per adesso, preferiscono che il sogno si spenga da solo, senza lasciare impronte. Ma coltivano segretamente alternative. E pensano che arriverà il momento di indicare un altro nome nel campo dei moderati, sfruttando l'annunciato sostegno di Matteo Renzi. È l'incubo di Berlusconi: il tradimento dei sovranisti. Sa che gli alleati tramano, manovrano, si preparano al suo fallimento. La carta tenuta nascosta da Meloni e Salvini sarebbe quella di Giulio Tremonti.
Ha ottimi rapporti con la fondatrice di Fratelli d'Italia, coltivati ai tempi in cui sedevano assieme in consiglio dei ministri. Gode di un legame storico con Giancarlo Giorgetti. I contorni dell'operazione sono ancora nebulosi e li riportiamo come trapelano nelle ore velenose che seguono l'incontro di villa Grande.
SILVIO BERLUSCONI - IL PATRIOTA - MEME
Un gruppo composto da parlamentari grillini ed ex 5s accasati nel Misto - guidati da un cinquestelle in passato membro del governo Conte - lancerebbero un segnale in direzione del centrodestra. Un documento - stilato con la regia dei sovranisti con la proposta di sostenere Giulio Tremonti alla Presidenza della Repubblica.
La mossa servirebbe a dimostrare che il bacino elettorale moderato si allarga, è competitivo e ha chance di successo. Non basterà, questa è la verità. Molti parlamentari di Forza Italia non sosterrebbero l'opzione Tremonti nel segreto dell'urna. E il pendolo dovrebbe tornare, di nuovo e infine, a Berlusconi.
TREMONTI AL TRAMONTO IN GIANNELLA
Il quale, a ridosso del quarto scrutinio, farà un passo indietro per provare a orientare la coalizione verso il nuovo Presidente. E per quante capriole si possano architettare. la sensazione è che l'alternativa resti sempre la stessa: Draghi, oppure un bis di Mattarella.
giulio tremonti giuseppe guzzetti antonio fazio MEME DI SILVIO BERLUSCONI AL QUIRINALE