Alessandro Trocino per il “Corriere della sera”
Acque agitate nel Movimento 5 Stelle. Un altro deputato è fuori dal gruppo, questa volta per sua decisione: Davide Galantino, vicino all' appena espulsa Veronica Giannone, ha deciso di passare al Misto. Ma fanno notizia soprattutto i tumulti nel sottogoverno. Dopo le «graticole» - sorta di processi sommari a cui sono stati sottoposti di recente i sottosegretari M5S -, si parla di un rimpastino che potrebbe far saltare la poltrona a qualche esponenti di sottogoverno.
Di Maio, in serata, ha incontrato i sottosegretari per placare i malumori che si erano diffusi. Non era piaciuto il «processo», con il questionario anonimo e i giudizi dati dai parlamentari. A rischio vengono considerati Michele Dell' Orco e Salvatore Micillo.
Traballanti anche Alessandra Pesce e Davide Crippa. Ma Di Maio vorrebbe evitare traumi.
Anche perché si appresta a lanciare, lunedì, la nuova organizzazione, con una segreteria a dieci.
Ieri si è svolto anche il vertice sui migranti convocato dal premier Giuseppe Conte e da lui definito «proficuo». Tra le decisione, un dialogo diplomatico con la Tunisia per fermare i «barchini» e l' intensificazione del dialogo europeo. Per Matteo Salvini, «il numero dei morti e dei dispersi si è dimezzato. Le navi delle forze armate difenderanno i nostri confini». La Trenta era stata protagonista di uno scontro con Salvini, ridimensionato: «A volte le parole vengono fraintese». Anche se, aggiunge, «le navi prendono ordine dal ministro di riferimento».
Sulle autonomie ancora qualche schermaglia, con Stefano Buffagni che prova a dividere i leghisti: «Fontana e Zaia hanno posizioni molto distanti. Quindi cercano un nemico esterno, cioè noi».
Zaia spiega che la partita dell' autonomia «zoppica ma si muove: abbiamo già fatto passi da gigante». Di Maio aggiunge che i 5 Stelle saranno «i garanti dell' unità nazionale»: «Non sarà regionalizzata la scuola e che non si creeranno ulteriori disparità nella sanità che già sono tante». Oggi previsto altro vertice. L' obiettivo M5S è quello di una «autonomia light».