Francesca Basso per il “Corriere della Sera”
L'unica scelta possibile di fronte a «un discorso nazista». Una delle più longeve consigliere del premier ungherese Viktor Orbán si è dimessa dopo oltre vent' anni di amicizia, lanciando un'accusa pesantissima.
La sociologa Zsuzsa Hegedüs lo ha spiegato in una lettera inviata al leader magiaro e pubblicata dal magazine Hvg : «Non mi è rimasta altra scelta».
viktor orban incontra matteo salvini a roma
A scatenare la decisione è stato il discorso pronunciato sabato scorso da Orbán alla manifestazione Tusvanyos Summer, in Romania. Il premier ungherese non perde occasione per portare avanti le sue politiche anti migranti e per contrastare la società multietnica, ma questa volta si è spinto oltre usando il termine «razza» che in passato aveva evitato: «Nel bacino dei Carpazi, non siamo una razza mista, ma un misto di popoli che vivono nella nostra stessa casa europea. () Siamo disposti a mescolarci, ma non vogliamo diventare una razza mista».
Inoltre ha detto che «l'immigrazione ha diviso l'Europa in due, o potrei dire che ha diviso l'Occidente in due» e che «una metà è un mondo in cui convivono popoli europei e non europei, questi Paesi non sono più nazioni: non sono altro che una congerie di popoli».
Hegedüs, che dal 2010 è consulente del primo ministro per l'Inclusione sociale, lo ha definito «un discorso puramente nazista degno di Goebbels», una «posizione vergognosa» che «contraddice tutti i miei valori fondamentali», «oltre il limite dell'accettabilità» e ha detto di voler smettere di difendere Orbán perché lei non è «né razzista né un'estremista di destra».
giorgia meloni con viktor orban
Dopo la svolta illiberale del 2014 - ha spiegato nella lettera - era diventato sempre più difficile difendere le posizioni di Orbán «nonostante tu non abbia mai limitato la mia completa libertà». Il rapporto aveva cominciato a incrinarsi già con la legge che vieta la condivisione di contenuti relativi all'omosessualità ai minori, contrastata da Bruxelles perché discriminatoria nei confronti della comunità Lgbt.
Ma «nonostante questi precedenti», prosegue la lettera, la consigliera è «rimasta sorpresa dal discorso». Hegedüs, laurea a Budapest nel 1969 e dottorato di ricerca in sociologia a Parigi dove è emigrata nel 1976, si è occupata dei nuovi movimenti sociali e ha poi sviluppato una teoria sulla società globale e autocreativa emergente, pubblicando opere in francese, inglese e italiano.
Per dieci anni non è più potuta tornare in patria. Nel 1981 in Italia è uscito «Riforma economica e conflitto sociale. Il caso ungherese».
L'amicizia con Orbán è ventennale, come lei stessa ricorda. Dal 2010 consigliera, nel 2015 ha suscitato scandalo affermando che in Ungheria non esistevano fame e povertà infantili sistemiche, nonostante le statistiche dicessero il contrario e successivamente è stata accusata dall'opposizione di sperperare denaro pubblico.
Nella lettera Hegedüs sottolinea che il discorso di sabato scorso «è in netto contrasto con il Viktor che mi ha assunto nel novembre 2002 e con il quale è stato un piacere lavorare fino al 2013».
L'ufficio di Orbán ha pubblicato la risposta negando le accuse rivolte: «Non puoi essere seria nell'accusarmi di razzismo dopo vent' anni di lavoro insieme - ha scritto il premier -. Sai meglio di chiunque altro che in Ungheria il mio governo segue una politica di tolleranza zero sia sull'antisemitismo che sul razzismo».
In una seconda lettera Hegedüs ha risposto ricordando le esperienze dei suoi genitori come sopravvissuti all'Olocausto.
Il discorso ha suscitato la protesta del rabbino capo della comunità di Budapest, Róbert Frölich. E il Comitato Internazionale di Auschwitz si è detto «inorridito» e ha invitato l'Ue a «prendere le distanze».
Ieri il vicepresidente della Commissione Ue, Frans Timmermans, ha twittato che «facciamo tutti parte della stessa razza, la razza umana. Il razzismo è un'invenzione politica velenosa. Non dovrebbe esserci posto per questo in Europa».
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