D.mart. per il Corriere della Sera
Nel giorno dello scontro diretto tra Matteo Renzi e Beppe Grillo, è ricomparsa la bandiera dell' Europa alle spalle del presidente del Consiglio. Nella diretta Facebook «Matteo risponde», il premier è tornato a corteggiare i moderati, lontani anche anni luce dal Pd, che hanno paura degli strappi dopo il 4 dicembre: «La bandiera dell' Europa è qui, vogliamo che sventoli ma per riuscirci l' Europa deve cambiare politica sull' immigrazione».
Dunque il leader del fronte del Sì continua a strizzare l' occhio a quella porzione marginale dell' elettorato di centrodestra (circa 4 milioni di voti da pescare nel campo avverso al Pd) che potrebbe determinare la vittoria di chi insiste per cambiare 47 articoli della Costituzione in un colpo solo: «Votate FI, M5S, Sinistra italiana? Fatelo pure. Ma al referendum votate pensando ai vostri figli. Se vince il No io non sono più della partita». Renzi si riposiziona accanto ai moderati proprio nel giorno in cui la ministra Maria Elena Boschi ha invitato i militanti del Sì a essere «educatamente molesti per convincere gli indecisi a votare la riforma».
La «pesca molesta» degli indecisi immaginata dallo staff di Renzi («Avanti tutta, casa per casa, telefonata per telefonata...») riguarda anche i settori meno radicali del M5S e per questo si rinnova l' invito per una sfida tv diretta con Beppe Grillo. Che, però, glissa e attacca duramente: «Abbiamo di fronte dei serial killer, persone che vogliono attentare alla vita dei nostri figli tra 20 anni», ha detto l' ex comico: «Io devo avvisarvi, nella riforma c' è una clausola di supremazia con cui il governo avoca a sé tutti i contratti. Le multinazionali faranno direttamente i contratti con il governo».
Davanti a queste parole - criticate da Roberto Speranza della minoranza dem schierata per il No - la replica di Renzi non si fa attendere: «Non cascateci. Grillo dice che siamo dei serial killer e così nessuno più parla delle firme false. È una tecnica, Grillo e M5S sono in difficoltà per le firme false». Eppure Alessandro Di Battista (M5S) ha attaccato Renzi su un altro fianco, quello che ha suscitato più critiche: «Il voto clientelare ha distrutto il Paese e ora Renzi giustifica le parole mafiose di De Luca...».
Matteo Salvini (Lega) cerca di stemperare la tensione («Se dovesse vincere il Sì riconoscerò il risultato») ma avverte di vigilare sui «brogli all' estero» (alle urne anche 35 connazionali distaccati in una base dell' Antartide). L' ex pm Antonio Ingroia azzarda che «una vittoria del Sì farebbe felici le mafie perché la riforma va incontro a lobby più o meno occulte, legali e illecite, e, quindi, anche a Cosa nostra». Il Comitato Basta un Sì : «Grillo e Ingroia alimentano un clima violento» .