Estratto dell'articolo di Paolo Valentino per il “Corriere della Sera”
Projeckt Ballhausplatz - documentario su sebastian kurz
Come Andrew Bevel, il tycoon protagonista di Trust , lo straordinario romanzo con cui Hernan Diaz ha vinto il Pulitzer, anche l’ex cancelliere austriaco Sebastian Kurz è oggetto di narrazioni tra di loro in conflitto. Nel suo caso però non sono fiction letterarie o biografie, ma film.
Ben tre documentari, due appena usciti sugli schermi viennesi, uno in arrivo questa settimana, che hanno preso in ostaggio il dibattito politico nazionale, spaccato in due il Paese e soprattutto riproposto la madre di tutte le domande: Kurz sta pianificando un clamoroso ritorno sulla scena pubblica?
In Projeckt Ballhausplatz , la piazza di Vienna dove sorge la cancelleria, il regista Kurt Langbein ricostruisce la fulminante ascesa al potere di Kurz, il più giovane cancelliere della storia, eletto nel 2017 a soli 31 anni, raccontandola come una cospirazione pianificata a tavolino, fatta di intrighi, colpi bassi e corruttele.
È un fatto che, rieletto a valanga nel 2019, Kurz fu costretto a dimettersi appena due anni dopo, accusato di favoreggiamento della corruzione: secondo i giudici aveva manipolato i sondaggi a suo vantaggio e fatto pubblicare articoli a lui favorevoli sui quotidiani austriaci in cambio di agevolazioni. Il caso è ancora aperto e la Procura federale ha da poco aggiunto una nuova imputazione, accusando Kurz di aver mentito al Parlamento nella sua audizione d’inizio settembre.
kurz - documentario su sebastian kurz
In totale contrasto con il lungometraggio urticante di Langbein, quello di Sascha Köllnreiter, Kurz, il film , dipinge invece un’immagine a tuttotondo dell’ex cancelliere, ripercorrendone i successi politici e soprattutto abbracciando apertamente la tesi che la sua uscita di scena, precipitata da accuse a tutt’oggi non provate, sia stata frutto di un «golpe silenzioso».
A differenza di Projeckt Ballhaus , che ha chiesto e ottenuto fondi federali per 300 mila euro, il film di Köllnreiter, costato 500 mila euro, vi ha rinunciato, evitando così l’obbligo di rivelare i nomi dei suoi finanziatori, nascosti dietro un misterioso gruppo tedesco di nome Opus-R. Kurz, che ha negato di aver avuto alcun ruolo nella realizzazione del film o nel suo finanziamento, era presente alla prima […]
Dove però si scende nell’agiografia, se non nella parodia, è nel terzo documentario dedicato al nostro, in uscita questa settimana nelle sale e già da mercoledì scorso visibile sulla piattaforma stream Vimeo.
In Sebastian Kurz, la verità il regista croato Jakov Sedlarhabe non fa mistero della sua adorazione per l’ex cancelliere, che considera «personalità carismatica» e del quale si definisce fan. Non dice però da dove sono venuti i 350 mila euro occorsi per girare il film, che è una carrellata dei momenti di gloria di Kurz, scandita da interviste piene di elogi verso «l’idolo dei conservatori di tutto il mondo». […]
«Non può essere una coincidenza — ha detto al Financial Times Marcus How, della società di consulenza VE Insight —, penso che Kurz sia impaziente di tornare in politica». La situazione sarebbe anche favorevole. Da quando si è dimesso, i popolari della Övp, ancora alla guida del governo insieme ai Verdi, sono precipitati nei sondaggi e a un anno dalle elezioni appaiono destinati a sicura sconfitta. A beneficiare della deriva dei popolari è soprattutto l’ultradestra nazionalista della Fpö, guidata dall’estremista Herbert Kickl […]
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