BASE AMERICANA DI AL UDEID IN QATAR
Estratto dell’articolo di Ugo Tramballi per “il Sole 24 Ore”
Una delle vittime del naturale istinto di Bibi Netanyahu di distorcere la realtà a seconda dell’uso, è il Qatar. Dall’orribile assalto del 7 ottobre ad oggi, per tutta la durata della guerra di Gaza, l’emirato del Golfo è stato trasformato nel finanziatore, il padrino, il grande fratello di Hamas. Il governo nazional-religioso di estrema destra e i suoi sostenitori negli Stati Uniti e in Europa hanno cercato di trasformarlo in un paria internazionale.
Effettivamente il Qatar ha regolarmente trasferito ingenti somme di denaro a Gaza. Per anni: dal 2007, da quando gli islamisti palestinesi cacciarono con la violenza l’Autorità palestinese dalla Striscia, e iniziarono le sanzioni economiche israeliane. Lo ha sempre fatto alla luce del sole, con il consenso del governo di Gerusalemme e della comunità internazionale: l’aiuto ha evitato che Gaza piombasse nella crisi umanitaria che sta vivendo oggi, sotto i bombardamenti israeliani.
sheikh tamim bin hamad al thani
Sia Tamim al-Thani, l’emiro del Qatar, che Netanyahu, capo di governo per 13 degli ultimi 14 anni, sapevano che una parte sostanziosa di quell’aiuto finanziava Hamas. Ma fino alla tragica sorpresa del 7 ottobre Bibi si era presuntuosamente convinto di avere il controllo del movimento islamico della Striscia.
Il Qatar – è un’altra accusa israeliana – ha accolto la leadership politica di Hamas. È vero. Ma ospita anche la più grande base americana del Medio Oriente, a Al Udeid. È anche il quartier generale di Centcom, il comando centrale delle operazioni Usa nella regione: dal Levante alla penisola arabica. Può ospitare fino a 120 aerei e una forza di spedizione di 10mila uomini.
SOLDATI NELLA BASE AMERICANA DI AL UDEID IN QATAR
Come rivela la Cnn, in questi giorni Stati Uniti e Qatar hanno deciso di rinnovare per altri dieci anni l’uso di una base così essenziale […] Il mantenimento e l’allargamento di Al Udeid - il Qatar ha speso miliardi di dollari per questo – sarà importante anche per contenere la crescente minaccia degli Houthi dello Yemen […] È per questo che nei suoi ultimi interventi pubblici il presidente Usa non aveva quasi mai menzionato il Qatar. Aveva elogiato il ruolo egiziano e saudita, ma non quello decisivo dell’emirato: semplicemente perché ospita i vertici di Hamas.
Dimenticando però il suo ruolo essenziale per la liberazione dei primi ostaggi israeliani; per la mediazione di successo sui prigionieri americani arrestati dal regime venezuelano; per la precedente trattativa fra Usa e talebani afghani; per il ruolo avuto dal Qatar nel mitigare il disastroso ritiro da quel Paese, voluto due anni fa da Biden. Il Qatar non è una culla della democrazia araba […] Tuttavia, rispetto ad Arabia Saudita ed Emirati, in Qatar esiste una tolleranza rara.
È stato il primo Paese del Golfo a spendere parte della sua ricchezza, garantita dalla liquefazione del suo immenso giacimento di gas, nella “soft power diplomacy”: aprendo musei a Doha, lanciando l’emittente al-Jazeera, ospitando eventi sportivi fino agli ultimi mondiali di calcio. Alcune fra le più importanti università americane, da Georgetown alla Texas A&M, hanno aperto una sede a Doha.
BASE AMERICANA DI AL UDEID IN QATAR
La visibilità politica del Qatar è di gran lunga superiore alla sua demografia e alla sua geografia. Oltre che della sua incalcolabile ricchezza, è il frutto delle ambizioni dell’emiro Hamad. Il suo sogno era di trasformare il Paese nel primo emirato parlamentare, attraverso libere elezioni. Non si è mai votato […] Hamad ha trasformato l’irrealizzabile sogno di democrazia politica in democrazia diplomatica araba che parla e negozia con tutti. Per questo la leadership politica di Hamas vive a Doha. Come i capi in esilio di decine di altri conflitti, i buoni e i cattivi, i forti e i deboli, dall’Afghanistan alla Cecenia, dall’Africa settentrionale a quella meridionale, fino all’America Latina.
BASE AMERICANA DI AL UDEID IN QATAR