Antonio Bravetti per “La Stampa”
GIORGIA MELONI IN PIAZZA MONTECITORIO - 9 SETTEMBRE 2019
Chiamatemi «il signor presidente». Anzi no, «il signor è troppo», basta «il presidente». No, nemmeno così. Facciamola semplice: chiamatemi Giorgia, io sono Giorgia. C'è confusione nel vocabolario di palazzo Chigi che ieri si è lanciato a cento all'ora sulle montagne russe del lessico politico. Con una serie di note ufficiali il governo ha voluto mettere nero su bianco la scelta di Giorgia Meloni di usare il genere maschile.
Chiamatela «il Signor Presidente del Consiglio», si leggeva in una comunicazione inviata a tutti i ministeri (anche le maiuscole sono del governo). Poi, la correzione che sbianchetta il «signor»: «Il Presidente del Consiglio, On. Giorgia Meloni, chiede che l'appellativo da utilizzare nelle comunicazioni istituzionali sia "Il Presidente del Consiglio dei Ministri"» .
LA CIRCOLARE DI CARLO DEODATO AI MINISTERI SULL'APPELLATIVO IL SIGNOR PRESIDENTE DEL CONSIGLIO GIORGIA MELONI
Ironia sui social e polemiche politiche fioccano immediate. «Con il nuovo corso, Palazzo Chigi affronta la principale emergenza del Paese. Bene», scrive su Twitter l'ex ministro Andrea Orlando. «Sissignora!» , commenta sarcastico Giuseppe Conte. A fine giornata, su Facebook, è Meloni a precisare ulteriormente: «Per come la vedo io, potete chiamarmi come credete, anche Giorgia».
La scelta del maschile non è una novità. Da anni Meloni firma i suoi comunicati e le sue dichiarazioni come «il presidente di Fratelli d'Italia» o «il leader di FdI». Ora che è arrivata al governo non intende cambiare registro, né genere. Nel primo pomeriggio di ieri una comunicazione inviata «a tutti i ministeri» dal neo segretario generale di palazzo Chigi Carlo Deodato fa notizia: «L'appellativo da utilizzare per il Presidente del Consiglio dei Ministri è: "Il Signor Presidente del Consiglio dei Ministri, On. Giorgia Meloni"» . È ufficiale: la prima donna presidente del Consiglio della storia della Repubblica italiana vuole l'articolo «il».
«Il signor» fa rumore. Troppo ghiotto per lasciarlo lì. «Rispettiamo la scelta di Meloni di cambiare genere senza intervento chirurgico, che rientra nelle richieste delle persone Transgender, che le chiediamo pertanto di sostenere - dice Fabrizio Marrazzo, portavoce del Partito Gay - ci auguriamo che la sua non sia una scelta conservatrice di ruoli maschili».
Chiara Appendino, ex sindaca di Torino e deputata dei Cinquestelle fa psicologia: «Io inizio a pensare che Il Signor Presidente sia ossessionata. Anzi, ossessionato».
Quando Meloni si è presentata alla Camera per chiedere la fiducia, il vicepresidente di Montecitorio Fabio Rampelli (di FdI, non un avversario) la chiamò «la presidente del Consiglio», poi si corresse. Il tema è sentito. Ieri, durante una conferenza stampa, Rampelli spiegava che «si era soliti far prevalere la definizione istituzionale accompagnandola con "signor" o' "signora" e lasciando immodificato» il titolo.
Insomma, «come capita nelle professioni: io sono architetto, se dici a una collega donna "architetta" almeno fino a qualche mese fa ti metteva due dita dentro agli occhi, perché sembrava una diminutio... Quindi "signora architetto", la funzione è architetto».
Passa qualche ora e da palazzo Chigi scelgono di cancellare quel «signor» che in mattinata, invece, piaceva.
Quella «formula», spiegano, è «indicata come la più corretta dall'Ufficio del Cerimoniale di Stato e per le Onorificenze. Tuttavia, il Presidente del Consiglio, On. Giorgia Meloni, chiede che l'appellativo da utilizzare nelle comunicazioni istituzionali sia "Il Presidente del Consiglio dei Ministri"».
La toppa è peggio del buco. «E io che pensavo che la priorità di palazzo Chigi fosse il carobollette», dice Nicola Fratoianni (Si). «Per me può pure usare l'asterisco», quasi profetizzava qualche giorno fa in Senato Matteo Renzi. In serata altro ottovolante. Meloni scrive su Facebook: «Leggo che il principale tema di discussione di oggi sarebbe su circolari burocratiche interne, più o meno sbagliate, attorno al grande tema di come definire la prima donna Presidente del Consiglio. Fate pure. Io mi sto occupando di bollette, tasse, lavoro, certezza della pena, manovra di bilancio. Per come la vedo io, potete chiamarmi come credete, anche Giorgia».
GIORGIA MELONI IGNAZIO LA RUSSA SERGIO MATTARELLA giorgia meloni antonio tajani GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI NEL 2015 - MANIFESTAZIONE CONTRO RENZI