Federico Capurso e Francesco Olivo per “la Stampa”
Nessuno critica Draghi apertamente, lo spirito di Pasquetta prevale sulle polemiche. Ma nel centrodestra alcuni passaggi dell'intervista che il premier ha rilasciato al Corriere della Sera hanno causato qualche malessere e solo il Pd, tra le forze di maggioranza, risponde positivamente all'appello all'unità lanciato da palazzo Chigi.
Il nodo principale sul tavolo è quello della delega fiscale. Mercoledì scorso Matteo Salvini e Antonio Tajani sono stati andati a Palazzo Chigi invocando una modifica del comma che riforma il sistema catastale, l'incontro è finito con l'invito ai tecnici del Ministero dell'Economia di apportare delle modifiche.
L'atmosfera distesa, e a tratti anche leggera, del vertice - come ha sottolineato lo stesso Draghi - ha fatto pensare che si fosse vicini a un accordo, «lavoreremo anche a Pasqua», ha detto Salvini uscendo in piazza Colonna, ma a distanza di qualche giorno grandi passi avanti non se ne sono fatti. Inoltre, specie in Forza Italia, c'è un passaggio dell'intervista al Corriere che ha lasciato un po' perplessi: «Ovviamente qualsiasi modifica dovrà andar bene anche al centrosinistra». Una frase apparentemente ovvia che però ha un'implicazione: «Se si deve accontentare tutti, una soluzione non si troverà facilmente», dice un dirigente azzurro.
La prima prova delle difficoltà che si potrebbero incontrare nella ricerca di un accordo arriva dai Cinque stelle: «Prima di dare il nostro via libera vogliamo vedere nero su bianco le modifiche accordate al centrodestra», dice il deputato Giovanni Currò, membro della commissione Finanze. «Non voteremo a scatola chiusa. E alcuni punti importanti per noi, come il cashback fiscale, non devono essere toccati».
GIUSEPPE CONTE CON ENRICO LETTA
Dall'altra parte, però, si continua a tambureggiare. Maurizio Gasparri di Forza Italia fa un appello dai microfoni di Un giorno da Pecora: «A Draghi, che per fortuna è asintomatico, dico: "auguri Mario". E per diventare negativo e quindi esser politicamente positivo, cancella il comma 2 dell'articolo 6 della delega fiscale, quella sulla casa ed il catasto».
È questo l'atteggiamento che i Dem mal sopportano.
maurizio gasparri foto di bacco
Con diversi gradi di irritazione, a seconda della provenienza politica dei distinguo. Il segretario Enrico Letta assicura «piena sintonia con i toni e i contenuti dell'intervista di Draghi. Noi ci siamo, senza sotterfugi», scrive sui social. Nelle file del suo partito, però, cresce il desiderio di reagire alle pretese avanzate da Lega e Fi negli ultimi giorni: «Saremo responsabili, come dimostrato finora - sottolinea una fonte del Nazareno -, ma non possiamo permettere questa continua campagna elettorale su ogni provvedimento».
I paletti fissati da Salvini e Tajani sulla riforma del fisco potrebbero spingere quindi i Dem a un atteggiamento meno aperto al compromesso sui prossimi provvedimenti in calendario.
A partire dal ddl Concorrenza, fermo in Senato e sul quale pendono oltre mille emendamenti, che oggi sarà oggetto di un vertice con i capigruppo di maggioranza e il ministro dei rapporti con il Parlamento Federico D'Incà.
enrico letta giuseppe conte matteo salvini matteo renzi meme by carlo
«Non interverremo necessariamente per chiedere modifiche - spiegano dal Pd -. Sarebbe sufficiente mettere un argine ai tentativi del centrodestra di piazzare delle bandierine». Lega e Forza Italia sono infatti pronti a dare battaglia sul tema dei balneari. L'applicazione della direttiva Bolkenstein per le concessioni delle spiagge è stata deliberata da un Consiglio dei ministri lo scorso febbraio, ma un minuto dopo il via libera a Palazzo Chigi, il Carroccio ha annunciato battaglia in Parlamento a tutela dei titolari delle licenze.
GIUSEPPE CONTE DOPO L INCONTRO CON MARIO DRAGHI A PALAZZO CHIGI
Sul dossier, però, c'è anche il Movimento 5 stelle, che vorrebbe diminuire il numero di gare per assegnare le nuove gestioni delle spiagge italiane, «da fare solo se la spiaggia a disposizione è poca - spiegano dal Movimento -; del tutto da evitare, poi, per quelle concessioni antiche, tramandate di generazione in generazione». I risarcimenti per i balneari che perderanno le loro concessioni, poi, «devono essere maggiori», puntualizzano. E così, la lista dei desideri dei partiti di maggioranza si allunga, ogni giorno di più.