1 – MENTRE GRILLO E' TENTATO DI RITORNARE ALLA GUIDA DEI 5STELLE, DIBBA SI PREPARA ALLA GUERRA - IL PATTO PER LA LEADERSHIP CHE DI MAIO HA TRADITO CON LA DEROGA AL VINCOLO DEI DUE MANDATI - SI AGGIUNGE CASALEGGIO CHE HA CAPITO DI AVERE I GIORNI CONTATI. INSIEME VOGLIONO RACCOGLIERE LE ADESIONI SU ROUSSEAU PER METTERE AL VOTO LA SCELTA DEL CAPO POLITICO
2 – NEL "CAMINETTO" SEGRETO DEI GRILLINI VA IN SCENA IL PROCESSO A DI BATTISTA
Annalisa Cuzzocrea per “la Repubblica”
Otto contro uno. Il processo del Movimento 5 stelle ad Alessandro Di Battista si è consumato al ministero della Giustizia, martedì notte. Intorno all'ex deputato c'erano Vito Crimi, Paola Taverna, i ministri Luigi Di Maio, Alfonso Bonafede, Stefano Patuanelli, Vincenzo Spadafora, il viceministro Stefano Buffagni, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro.
grillo fico di maio di battista
Tutti a spiegargli che l'unico modo per non distruggere il Movimento è fermarsi ora. Subito. «Lo diciamo anche per te: seppure diventassi capo politico, non dureresti tre mesi», gli spiega la vicepresidente del Senato. Convinta che una competizione interna ai 5 stelle adesso sarebbe distruttiva per la maggioranza, per il governo, ma anche per il futuro della forza politica fondata da Beppe Grillo.
Il messaggio è chiaro: «O remi insieme a noi, ci aiuti a organizzare gli Stati generali di autunno e a definire quello che il M5S deve essere, oppure passerai alla storia come colui che ci ha distrutti». La difesa è debole. «Non voglio mettere in difficoltà il governo, l'ho detto in ogni modo - ha tentato di spiegare l'ex deputato - penso che non ci siano alternative a questa maggioranza».
«E cosa pensi che succeda quando vai in tv a dire che quello che facciamo è sbagliato?», è la domanda, sferzante, di uno dei ministri presenti. Silenzio. «È stato un confronto schietto», dice uno di coloro che lo hanno organizzato. Un modo per dire che, finalmente, nulla è stato taciuto. O fatto arrivare per vie traverse. Uno scontro inevitabile, dopo lo schiaffo arrivato all'ex deputato con il tweet di Beppe Grillo domenica pomeriggio.
GIANNELLI - LA DANZA DEI 5 STELLE
«Quello che penso - ha insistito Di Battista - è che dobbiamo lavorare su temi, su progetti nostri. Ho provato a proporne alcuni, come il servizio ambientale e il car sharing, per aiutare il governo, non per buttarlo giù». E ancora: «Ci aspetta una crisi sociale senza precedenti. Dobbiamo porci il problema. Io sono disponibile a fare un passo indietro. Non ho mai avuto l'ambizione di fare il capo politico, ma è importante che il Movimento non muoia».
«E allora lavora con noi», è la proposta. Che sottende quella di far parte del direttorio che verrà. Lo scambio, però, è che i nomi della guida collegiale non arriveranno subito con un post di Beppe Grillo. A Di Battista i vertici M5S, a partire dal reggente Vito Crimi, garantiscono che gli Stati generali ci saranno: «Dopo le elezioni del 20 settembre. Prima non avrebbe alcun senso».
Gli chiedono lealtà e - in cambio - non blindano subito un nuovo vertice. Anche perché, il comitato di garanzia dei 5 stelle ha consultato il regolamento e ha chiarito: per imporre un direttorio adesso, prima del voto sul pacchetto europeo e sul Mes, serve un cambio di statuto. Serve quindi un voto su Rousseau, che rischierebbe di rendere evidente la spaccatura all'interno dei 5S tra i governisti guidati da Grillo e i movimentisti di Di Battista e Casaleggio.
È per evitarlo che Luigi Di Maio ha organizzato l'incontro e cercato una tregua. Secondo chi ha parlato con l'ex deputato, però, Di Battista ha detto: «Ci penso». Che non è un «sì». Le ex ministre Barbara Lezzi, Giulia Grillo, l'europarlamentare Ignazio Corrao, l'ex braccio destro di Grillo e Casaleggio Max Bugani, lo spingono ad andare avanti. A chiedere, come dice Corrao, «un congresso vero ».
GRILLO CASALEGGIO DI MAIO DI BATTISTA
Di più: «Su come dovrebbe, svolgersi sarebbe opportuno fare scegliere e partecipare gli iscritti. Sono 150mila e hanno il diritto di dire quello che pensano». Così, a sera, Vito Crimi scrive un lungo post su Facebook in cui tenta di rassicurare: «Il Movimento 5 stelle ha oggi l'onere e l'onore di governare il Paese. Beppe Grillo ce lo ha ricordato e non posso che ringraziarlo di cuore. Concordo con lui quindi che non sia questo il momento di pensare a un Congresso».
ALESSANDRO DI BATTISTA E LUIGI DI MAIO
E aggiunge una nota che rende l'onore delle armi a colui che gli otto pensano sconfitto: «Mi sono confrontato anche con Alessandro Di Battista, una risorsa preziosa che ha dato tanto e ancora tanto può dare al nostro percorso comune». Un'offerta di pace, o di resa, che ora l'ex deputato dovrà decidere se accettare. Sul palco Alessandro Di Battista e Beppe Grillo in campagna elettorale nel 2012.