Guido Santevecchi per il Corriere della Sera
Donald Trump è appassionato di Twitter (assuefatto, dice qualcuno). In questo lungo viaggio in Asia lo aveva un po' trascurato, perché ha giocato la carta della moderazione presidenziale con gli ospiti ossessionati dalla formalità di facciata, per via degli spostamenti e dei banchetti continui e forse anche per non dare un dispiacere a Xi Jinping, che Twitter lo ha fatto censurare in Cina. Ieri però il presidente si è sfogato di mattina presto, con una raffica di tweet mentre era a Hanoi.
«Perché Kim Jong-un mi insulta chiamandomi "vecchio", quando io non lo chiamerei mai "basso e grasso?". Oh bene, io mi sforzo di essere suo amico, forse un giorno succederà!».
«I media fake news ricordano quando la disonesta Hillary Clinton, da Segretario di Stato, implorava la Russia di esserci amica? Ci ha provato anche Obama, ma aveva zero chemistry con Putin».
«Quando tutti gli odiatori e scemi in giro capiranno che avere una buona relazione con la Russia è un bene, non un male? Io voglio risolvere con la Nord Corea, la Siria, l' Ucraina, il terrorismo e la Russia può aiutare molto!».
«Ho incontrato il presidente Putin che era all' Apec. Buone discussioni sulla Siria. Spero nel suo aiuto per risolvere, insieme con la Cina, la pericolosa crisi nordcoreana. C' è stato un progresso».
Il tweet rivolto alla Nord Corea è bizzarro. Però, quando i giornalisti americani gli hanno chiesto se davvero pensa di poter fare amicizia con il maresciallo Kim, Trump ha risposto serio: «Certamente è possibile, le cose strane a volte accadono, questa sarebbe strana, ma sarebbe bella». Il presidente ha anche detto che Xi Jinping gli ha promesso di stringere ancora le sanzioni intorno a Pyongyang. E in effetti a Pechino ieri circolava la voce che il governo ha ordinato alle agenzie turistiche di bloccare i viaggi dei turisti cinesi verso la Nord Corea.
trump twitta sui missili della corea del nord e kim jong un
A Hanoi Trump ha concesso una conferenza stampa: a Pechino l' aveva negata per adeguarsi allo stile di Xi, che non si abbassa a rispondere alla stampa. Neanche il «leader del mondo libero» ha grande stima dei giornalisti, come si sa.
Sulle trame russe per influenzare le elezioni presidenziali americane nel 2016 ha risposto in modo contorto: «Credo che Putin creda in quello che afferma quando dice di credere che la Russia non si è immischiata; io sono dalla parte delle nostre agenzie di intelligence, lavoro con i loro direttori che sono ottime persone».
In sostanza, Trump vorrebbe dire che il leader russo, ex ufficiale del Kgb, possa essere stato tenuto all' oscuro dai suoi servizi segreti sul piano per influire sulle elezioni. L' intelligence Usa non ci crede.
Una novità: Trump si offre come mediatore e arbitro nella contesa per il controllo del Mar Cinese meridionale che oppone la Cina al Vietnam, alle Filippine e altri Paesi della regione. «Se posso aiutare ditemelo, sono un ottimo arbitro e mediatore», ha detto. Da Manila, dove Trump è sbarcato ieri per il vertice Asean, ultima tappa del suo tour, il filippino Rodrigo Duterte, che gioca tra Usa e Cina, ha risposto: «Per il momento mettiamo la questione da parte. Il Mar Cinese meridionale è meglio lasciarlo così, nessuno può permettersi di andare in guerra».