"MESSAGGERO" D'AMORE - CHISSA' COME MAI IL QUOTIDIANO DI CALTAGIRONE HA IMPROVVISAMENTE AMMORBIDITO I TONI SU VIRGINIA RAGGI? - PRIMA LA SINDACA VENIVA RANDELLATA UN GIORNO SÌ E L'ALTRO PURE E ORA LA ELOGIA SUL CASO DELLA PARENTOPOLI M5S - SULLE DIMISSIONI DELLA COMPAGNA DI LEMMETTI, "HA VINTO LA LINEA RAGGI". CON TANTO DI VIRGOLETTATO EROICO: "SULLA TRASPARENZA - AVREBBE DETTO AI SUOI NEL PIENO DELLA CRISI - QUI NON SI SCHERZA, NON GUARDIAMO IN FACCIA A NESSUNO"
CINQUE STELLE, ZERO LEADERSHIP - IL CAOS SULLA CANDIDATURA DI ZINGARETTI, PRIMA TENTATA E POI BLOCCATA DAI VETI GRILLINI, È LA PROVA PROVATA CHE IL MOVIMENTO 5 STELLE È ORMAI UN'AUTO ALLO SBANDO SENZA PILOTA – IL CAPO DESIGNATO, GIUSEPPE CONTE, ERA D’ACCORDO A CONVERGERE SUL NOME DEL FRATELLO DI MONTALBANO, MA ALLA FINE HA DOVUTO CEDERE E DIRE SÌ ALLA RAGGI – IL DUALISMO CON DI MAIO E LA PARTITA PER LE ALTRE CITTÀ CHE SI COMPLICA
LA PUPA E IL SECCHIONE - I NUOVI CESTINI DELLA RAGGI BY CARLI
LA SINDACA SALVATA DALLA BASE SOCIAL E AI VERTICI: NON FARÒ INTESE CON I RIBELLI
Francesco Pacifico per "il Messaggero"
Le telefonate con Giuseppe Conte e con i parlamentari pentastellati. La pressione della base sui regionali per non accettare il diktat di Zingaretti, cioè tenere in piedi l' assemblea della Pisana e non tornare al voto nel 2021, anche con il governatore dimissionario. Il saper giocare di sponda con il fronte dei ribelli grillini - Casaleggio jr, Di Battista e Lezzi - pronti anche a rilanciare la sua candidatura al Campidoglio con una consultazione sulla piattaforma Rousseau.
virginia raggi e giuseppe conte affacciati al balcone del campidoglio 2
In meno di 48 ore Virginia Raggi è passata da vittima sacrificale sull' asse Cinquestelle Pd a candidata forte, fortissima per Roma di un Movimento che invece fa sempre più fatica a trovare una linea d' intenti comune. E il caso Raggi ne è l' emblema: tutti i ministri pentastellati, al di là delle dichiarazioni ufficiali, erano pronti a scaricarla e a benedire l' accordo con il Nazareno perché in ballo c' erano (e ci sono) anche le mire su Napoli, Milano, se non sulla Regione Lazio; la base, o meglio il popolo dei social, invece ha spazzato via ogni velleità di accordo, scomunicando chi non appoggiava Virginia.
Chi ha parlato ieri con la sindaca, racconta che è serena e rinfrancata. Nel M5S sventolano sondaggi che la danno al 25 per cento, mentre dal suo comitato elettorale, qualcuno ridimensiona il tutto a un 17 per cento. In ogni caso, da sola, Raggi vale un terzo dei voti in più rispetto a quelli dei Cinquestelle. Dal suo inner circle, poi, aggiungono di non aver mai creduto che davvero Zingaretti sarebbe sceso in campo.
Ma soprattutto sottolineano che adesso la contesa e la campagna elettorale non saranno contro il centrosinistra, ma verso con il centrodestra. Concetto ribadito da un parlamentare molto vicino all' inquilina del Campidoglio come Francesco Silvestri: «Virginia Raggi è il naturale candidato contro un centrodestra che ha già rovinato la Capitale in passato e vuole tornare a fare danni».
LE CONTROMOSSE
Detto questo, i grillini di Palazzo Senatorio si sono mossi non poco per evitare che Raggi venisse abbandonata. Venerdì la sindaca ha telefonato a Conte, chiedendogli rassicurazioni.
Che l' ex premier ha finito per dare, replicandole soltanto di tenersi lontano dai ribelli intorno a Casaleggio e di adeguarsi al patto tra gentiluomini stretto con Enrico Letta mesi fa: cioè una campagna elettorale a Roma senza colpi bassi tra M5S e Pd al primo turno e la possibilità che il perdente tra lei e Roberto Gualtieri appoggi l' altro al ballottaggio.
LA PAGINA FACEBOOK PER LA CANDIDATURA DI ROBERTO GUALTIERI A ROMA
Anche per questo l' ex premier ieri ha diffuso una nota nella quale spiega che «il Movimento 5 Stelle su Roma ha un ottimo candidato: si chiama Virginia Raggi», per poi ricordare che lo stop al nome di Zingaretti «non metta in discussione il lavoro comune che da qualche mese è stato proficuamente avviato a livello di governo regionale, che merita di essere portato a termine fino alla fine della legislatura». Cioè niente elezioni. Sempre venerdì, invece, la prima cittadina avrebbe mandato un messaggio a Luigi Di Maio, per averla appoggiata.
ROBERTO GUALTIERI ENRICO LETTA
I CONTATTI
Tutto intorno, poi, c' è stata una frenetica serie di contatti con parlamentari del Movimento anche non romani come la siciliana Giulia Lupo o la sarda Federica Daga, che si sono spese per lei. Ma la svolta, come detto, l' ha data la base, che per tutto il weekend ha tempestato i social e lanciato anatemi verso chi, soprattutto in Regione Lazio, accettava l' asse con i Dem.
Anche per questo le assessore pentastellate della giunta Zingaretti, Roberta Lombardi e Valentina Corrado, ieri sono uscite con una nota per sottolineare «l' innegabile e forte imbarazzo che una eventuale candidatura di Nicola Zingaretti per le Comunali di Roma porterebbe nella neonata alleanza regionale». Proprio Lombardi, mai tenera con Raggi, era tra le papabili come candidata PD-M5S per il post Zingaretti.
Tornando al Campidoglio, nei prossimi giorni Raggi dovrebbe svelare i nomi dei candidati di una lista civica in suo appoggio. Non è escluso che faccia vagliare il suo programma sulla nuova piattaforma che il Movimento sta provando a costruire per il dopo Rousseau.
Quel che è certo è che - come ha fatto scagliandosi contro la manifestazione dei sovranisti a Roma poi annullata - farà una campagna elettorale incentrata su temi cari alla sinistra, per presentarsi come vera alternativa alla sinistra.
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