1 - TIM CDP, ORA SI TRATTA SÌ AL CONTROLLO COMUNE SULLA NUOVA RETE UNICA
R.E. per “la Stampa”
LUIGI GUBITOSI FRANCO BASSANINI
Dopo un'estate di schermaglie, a una manciata di giorni dal consiglio di amministrazione di Tim che dovrà dare il via libera alla maxi-offerta del fondo americano Kkr, la strada per la rete unica sembra tracciata. Il percorso di massima su cui stanno discutendo l'ex monopolista e Cassa depositi e prestiti, che possiede il 50% di Open Fiber, porterebbe alla creazione di una società terza: l'azienda guidata da Luigi Gubitosi deterrebbe la maggioranza, ma la governance sarebbe condivisa.
LUIGI GUBITOSI FRANCO BASSANINI
L'ipotesi dovrebbe prevedere un sistema di maggioranze qualificate che impedisca ad un solo azionista di dettare la linea. Tutta l'operazione è soggetta ai pareri delle autorità di regolazione, un passaggio fondamentale. Su questo schema è al lavoro da giorni Cdp, che ha cercato una sintesi tra le diverse posizioni degli attori in campo.
Le prossime tappe
Il primo passaggio è il 31 agosto. Il cda di Tim dopo aver ricevuto sostanzialmente il nulla osta del Mef, molto probabilmente darà il via libera alla società FiberCop nella quale confluirà la rete secondaria dell'ex monopolista , ossia i cavi in rame o fibra che vanno dagli armadi su strada fino alle case. Al momento della creazione, la società sarà posseduta al 58% dall'operatore guidato da Luigi Gubitosi, al 37,5% dal fondo infrastrutturale Kkr e al 4,5% da Fastweb.
luigi di maio domenico arcuri fabrizio palermo
A quel punto potrebbe partire il percorso per l'ingresso di Cdp. Nonostante a livello di dichiarazioni le posizioni restino distanti, le «diplomazie» sono al lavoro per cercare una soluzione di compromesso. «La rete unica, neutrale, indipendente, controllata da Cdp resta la soluzione preferibile. L'estensione del piano industriale di Open Fiber è realizzabile, ma resta una subordinata: se Tim non ci sta, tutti gli altri faranno da soli» ha avvisato ieri il presidente di Open Fiber, Franco Bassanini.
roberto gualtieri teresa bellanova giuseppe conte roberto fico suonano il tamburo
Ma i passi avanti ci sono stati e il mercato ci scommette. «I commenti rilasciati dal Mef in queste ultime ore - scrivono gli analisti di Equita - offrono a nostro avviso una strada percorribile e di ragionevole compromesso per trovare un'intesa. La posizione espressa dal ministro dell'Economia Roberto Gualtieri prevede infatti un forte ruolo pubblico, non escludendo il controllo almeno iniziale da parte di Tim nella società della rete ma con forti garanzie sulla governance».
Inoltre il Mef, rilevano, «non vede nell'operazione FiberCop un ostacolo al deal, che quindi potrebbe ricevere un via libera dal Cda di Tim del 31 agosto». Per l'investment bank, infine, «l'avvio di un processo formale di cessione da parte di Enel della quota in Open Fiber rappresenterebbe a nostro avviso un nuovo passo verso l`accordo sulla rete unica. Ci aspetteremmo che Tim-Kkr possano infatti presentare una contro-offerta a Enel per la partecipazione».
2 - LA MOSSA DI TIM SULLA RETE UNICA: DIRITTO DI VETO A CDP SULLE STRATEGIE
Andrea Bassi per “il Messaggero”
LUIGI GUBITOSI FRANCO BASSANINI
Il conto alla rovescia è iniziato. Lunedì prossimo il consiglio dei amministrazione di Tim, se non ci saranno colpi di scena, darà il via all'operazione FiberCop con l'ingresso degli americani di Kkr e di Fastweb. Eppure non è detto che qualcosa non possa ancora accadere. In corso ci sono ancora colloqui tra Tim e Cdp, portati avanti al massimo livello dall'amministratore delegato del gruppo telefonico, Luigi Gubitosi, e il numero uno della Cassa, Fabrizio Palermo.
ROBERTO GUALTIERI GIUSEPPE CONTE
Il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, che di Cdp è azionista di riferimento, ha già in qualche modo avallato la nascita di FiberCop, giudicandola comunque come un primo passo verso quella rete unica tra Tim e OpenFiber sponsorizzata dal governo. FiberCop, insomma, nascerà e sarà controllata da Tim con la maggioranza delle azioni. Ma si cerca comunque di creare le condizioni affinché anche la Cassa possa mettere un piede nell'azionariato della società nella quale sarà conferita la rete secondaria in rame del gruppo telefonico.
In che modo? Gualtieri ha posto condizioni precise sulla governance, che vorrebbe pubblica a prescindere dalla quota di partecipazione nel capitale da parte di Cdp. E vorrebbe dei presidi regolatori che ne garantiscano l'indipendenza dalle strutture commerciali di Tim, più di quanto non avvenga già oggi.
LE DISTANZE
Dunque, la domanda è: quanto sono distanti su questi punti le posizioni di Tim e Cdp? Nei colloqui con Palermo, Gubitosi avrebbe prospettato la possibilità di assegnare alla Cassa un diritto di veto all'interno del consiglio di amministrazione, su tutte le decisioni strategiche che riguardano FiberCop e sulle scelte di investimento. Scegliere quali città, quali quartieri e quali palazzi cablare portando la fibra fin dentro casa, è di fatto la principale scelta strategica che FiberCop dovrebbe compiere.
Ed è anche la questione che sta più a cuore al governo. Ma c'è un punto che risulta centrale per mandare a buon fine la trattativa in corso: trovare una soluzione che permetta, alle Authority delle comunicazioni italiana ed europea, di qualificare FiberCop come un operatore non verticalmente integrato che garantisce la parità di accesso a tutti gli altri fornitori di servizi sulla rete.
report servizio su open fiber 2
Solo se questo requisito sarà soddisfatto, la nuova società potrà ottenere delle condizioni regolatorie incentivanti per gli investimenti, ossia il passaggio al calcolo delle tariffe utilizzando il meccanismo della Rab, che remunera il capitale investito per costruire la nuova rete a banda larga. Ed è questa anche una delle condizioni poste dall'Enel di Francesco Starace per partecipare con l'apporto di Open Fiber.
report servizio su open fiber 1
Che la posizione espressa da Gualtieri abbia smosso le acque ormai è assodato. Le posizioni di Franco Bassanini, presidente di OF, e del vice ministro Stefano Buffagni, ormai appaiono minoritarie. Cdp a questo punto, se il negoziato che è ancora considerato particolarmente complicato andrà in porto, potrebbe entrare con una quota anche ridotta (5-10%) in FiberCop, dando vita al primo embrione della società della rete unica italiana.