RIFARENDUM! - IL MINISTRO DELLA SANITA’ INGLESE, JEREMY HUNT: “SE LA UE CI CONCEDE DI METTERE FRENI ALL’IMMIGRAZIONE POTREMMO FARE UN SECONDO REFERENDUM” - RACHMAN, COMMENTATORE DI PUNTA DEL 'FINANCIAL TIMES': “NON CREDO CHE LA BREXIT AVVERRA’” - INIZIANO LE TRATTATIVE CON BRUXELLES

Rachman ricorda una frase pronunciata da Johnson: “C'è una sola parola che Bruxelles ascolta per fare concessioni ed è la parola no”. Il risultato del referendum potrebbe essere utilizzato come strumento di pressione su Bruxelles senza arrivare alla Brexit…

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1.L’EDITORIALE DI GIDEON RACHMAN PER IL FINANCIAL TIMES

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GIDEON RACHMAN GIDEON RACHMAN

 

2.BREXIT, MINISTRO TORY CHIEDE SECONDO REFERENDUM IN CASO DI ACCORDO CON L'UE SULLE FRONTIERE

Enrico Franceschini per “LaRepubblica.it

 

Mentre l'Europa si interroga sulle conseguenze di Brexit, la Gran Bretagna comincia a fare marcia indietro. Jeremy Hunt, ministro della Sanità britannico, uno dei fedelissimi di David Cameron, dichiara in un'intervista al Daily Telegraph: "Se l'Unione Europa ci facesse concessioni per mettere freni all'immigrazione, potremmo fare un secondo referendum per ribaltare il risultato di quello della settimana scorsa".

 

JEREMY HUNT JEREMY HUNT

E' soltanto un'ipotesi, ma rappresenta un'ammissione straordinaria a neanche una settimana da un voto che ha mandato in tilt i mercati, fatto crollare la sterlina e costretto Cameron a dimettersi.

 

Per coincidenza, è la stessa ipotesi formulata da Gideon Rachman, columnist del Financial Times, in un articolo che sarà in pagina domani sul quotidiano finanziario. "Non credo che Brexit avverrà", afferma il commentatore, e poi spiega perché. Boris Johnson, in procinto di diventare premier al posto di Cameron, non è mai stato un ardente anti-europeo, tanto da essere rimasto incerto fino all'ultimo su da che parte schierarsi nel referendum. Il suo unico intento era diventare capo del governo e sta per riuscirci.

 

BORIS JOHNSON BORIS JOHNSON

E Rachman ricorda una frase pronunciata a febbraio da Johnson: "C'è una sola parola che Bruxelles ascolta per fare concessioni ed è la parola no". Come dire: finché si chiede e si negozia, la Ue concede poco e niente, come in effetti è accaduto nella trattativa con Cameron prima del referendum.

 

boris johnson boris johnson

Quando si minaccia sul serio di sbattere la porta e andarsene, la Ue concede qualcosa (come in effetti è successo con la Grecia). Il columnist del Ft immagina che fra qualche mese l'Unione potrebbe accettare di dare a Londra quello che aveva finora rifiutato: un qualche tipo di freno all'immigrazione, se l'immigrazione supera certi limiti. Una concessione che andrebbe contro il principio della libertà di movimento. Ma la politica è l'arte del compromesso. E se per la Gran Bretagna è gravissimo uscire dalla Ue, anche per la Ue perdere la Gran Bretagna sarebbe molto grave.

 

boris johnson boris johnson

Può sembrare fantapolitica, per ora. Ma le firme per organizzare un secondo referendum hanno raggiunto ormai 4 milioni. E di un secondo referendum si parla apertamente al parlamento di Westminster. "Non piacerebbe agli estremisti, in Inghilterra e a Bruxelles", scrive Rachman, "ma perché i moderati di entrambe le parti dovrebbero farsi imporre un disastro dagli estremisti?"

 

L'ipotesi ventilata dal ministro Hunt nell'intervista al Telegraph è tutta da verificare, insomma, ma non impossibile da realizzare. Tanta gente è contraria a Brexit. Non è detto che il divorzio tra la Gran Bretagna e l'Europa si consumerà davvero.

 

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