Matteo Carnieletto per “il Giornale”
Giampiero Massolo, una vita nella diplomazia. Prima alla Santa Sede e poi a Mosca, ai tempi dell'Urss. Passa all'ufficio diplomatico del presidente del Consiglio dei ministri, poi diventa Segretario Generale della Farnesina e, infine, è a capo del Dis. Oggi è presidente di Fincantieri e dell'Ispi.
Putin ha allertato il sistema nucleare di deterrenza. Dove finisce la strategia bellica di Mosca e dove inizia il pericolo di una guerra atomica?
giampiero massolo foto di bacco (2)
«In questa vicenda ci sono tre fattori. Il primo: ci troviamo davanti a un conflitto che ha avuto - nei suoi aspetti psicologici, di narrativa e di informazione - una componente molto forte. Putin ha fatto una mossa intimidatoria per provocare una reazione occidentale.
Il secondo: se avesse la percezione di avere sul terreno una situazione in grado di fargli realizzare i suoi obiettivi, non parlerebbe così. E questo denota una componente di insicurezza. Terzo fattore: ha allertato ciò che aveva a disposizione. È una fase di deterrenza, quindi difensiva e non offensiva».
L'Italia è preparata a una guerra nucleare?
«L'Italia è membro della Nato e, come tale, si giova dell'ombrello nucleare alleato, in particolare di quello degli Stati Uniti».
Biden ha affermato che l'unica alternativa alle sanzioni sarebbe stata una guerra mondiale. Esiste questo rischio?
«L'Alleanza atlantica ha detto fin dall'inizio che, nel caso della crisi ucraina, non sarebbe ricorsa ad azioni militari. Si è affidata a sistemi di dissuasione molto pesanti ma non alle armi».
Quello che la Guerra fredda aveva imposto - una sorta di stallo alla messicana tra le potenze nucleari sembra svanito. Cosa è cambiato?
«Che si minacci e si evochi la possibilità di una guerra nucleare fa parte delle regole del gioco. In realtà, oggi i conflitti si combattono in vari modi: non solo sul terreno, ma con strumenti sanzionatori, con quelli della cibernetica, con l'uso dell'intelligence. Tutto questo ha arricchito gli arsenali e reso le guerre più articolate. Ma l'equilibrio nucleare non è ancora finito. È ancora lì. Ed è allo stesso tempo minaccioso e garantista».
giampiero massolo foto di bacco
Con l'invasione dell'Ucraina, Putin ha alzato troppo l'asticella del confronto con l'Occidente?
«Temo che abbia cercato di ingoiare un boccone molto grande: probabilmente ha corso un rischio enorme. Ha pensato che la possibilità che ha di usare armi, intelligence e diplomazia avrebbe intimidito l'Occidente e, così, costretto gli occidentali a rinegoziare gli assetti del mondo e dell'Europa secondo una logica di sfere di influenza».
Diversi Paesi europei, tra cui l'Italia, hanno chiuso il proprio spazio aereo a Mosca. Questa decisione, unita alle sanzioni, può davvero mettere in crisi il Cremlino?
«Ora è il momento della fermezza e della compattezza perché non si dialoga con la pistola alla tempia. Non è poi vero che le sanzioni non servono. Bisogna tenere presente che Putin deve vendere il gas e non è detto che riesca a venderlo alla Cina, perché i gasdotti di Pechino non sono molto sviluppati. Togliere alla Russia l'accesso ai mercati finanziari rappresenta un danno molto grave».
guerra russia ucraina - donna ferita
Le sanzioni dell'Occidente a Mosca sono le più dure imposte sino ad ora. Certo hanno l'obiettivo di colpire il Cremlino. Ma non c'è il rischio di infliggerci danni da soli, vista la dipendenza italiana, per esempio nel campo dell'energia, dalla Russia?
«Bisogna limitare i danni e trovare accomodamenti. Nel migliore dei mondi possibili si sviluppa e si collabora insieme, ma questo non è il migliore dei mondi. Si devono infliggere danni all'avversario, evitando grandi danni a noi, come ha detto Biden. Ma non si esce indenni da tutto questo».