I RITARDI SUL PNRR CI COSTANO 140 MILIARDI DI DEBITO – IL CONTO HORROR EFFETTUATO DAI TECNICI DI CAMERA E SENATO: IL FARDELLO DEL PIANO EUROPEO SULLE CASSE DEL TESORO AUMENTA DI VENTI MILIARDI – IL GOVERNO PROVA A SALVARE LA QUARTA RATA, MA INTANTO ENTRO AGOSTO ANDREBBE PRESENTATA LA REVISIONE DELL’INTERO PNRR. E I MINISTRI GIÀ MUGUGNANO: NESSUNO VUOLE MOLLARE IL PROPRIO “TESORETTO” PER RIPROGRAMMARE LE RISORSE

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1. IL PNRR COSTERÀ VENTI MILIARDI IN PIÙ NUOVO DEBITO NEI PROSSIMI TRE ANNI

Estratto dell’articolo di G.Col. per “la Repubblica”

 

raffaele fitto giorgia meloni raffaele fitto giorgia meloni

Quasi 140 miliardi di debito in tre anni. Per l’esattezza 139,8. Ma cambia poco. Eccolo il conto del Pnrr. Aggiornato rispetto alle stime iniziali. Più pesante, per le casse dello Stato. È un documento messo a punto dai tecnici della Camera e del Senato a calcolare il peggioramento del trend, da quest’anno al 2026.

 

Un’altra grana per il governo. Che si va ad aggiungere a un ulteriore affanno. Neanche il tempo di tirare il fiato, dopo aver inviato i documenti a Bruxelles per provare a salvare la quarta rata, che la traccia è di nuovo quella dell’urgenza. Perché manca un mese e mezzo alla scadenza formale per presentare la revisione dell’intero Piano di ripresa e resilienza.

Ma il cantiere è pieno di buche.

giorgia meloni al vertice nato di vilnius giorgia meloni al vertice nato di vilnius

 

Il tema non è tanto […] la riprogrammazione delle risorse […]. La questione è che l’operazione di travaso nei fondi di Coesione e nel nuovo capitolo RepowerEU è tutto tranne che una semplice operazione tecnica. Significa toccare i soldi gestiti dai ministri.

 

Insomma: più di qualcuno, nel governo, dovrà lasciare un pezzo del proprio “tesoretto” ai colleghi. E le resistenze […] non si sono attenuate. Nelle ultime ore, anzi, i malumori sono aumentati, perché il momento delle scelte si avvicina. E il rischio, quindi, cresce: risultare impreparati nella gestione dei fondi europei, quindi perdere credibilità, anche in termini di consenso.

 

GIORGIA MELONI E GIANCARLO GIORGETTI ALLA CAMERA GIORGIA MELONI E GIANCARLO GIORGETTI ALLA CAMERA

Raffaele Fitto […] è volato ieri sera a Bruxelles. Oggi ha in calendario una serie di incontri tecnici, anche sulle nuove modifiche. Al suo ritorno proverà a stringere i tempi, ma oramai ha messo in conto che bisognerà scavallare luglio per arrivare a mettere d’accordo tutti i colleghi. E seppure il governo ha più volte ribadito che la scadenza è quella del 31 agosto, appena un mese fa l’obiettivo era un altro, e cioè confezionare la nuova proposta entro metà luglio.

 

I problemi legati alla revisione non finiscono qui. E qui ritorna il tema del debito. Il fardello sui conti pubblici si è fatto più pesante perché, scrivono i tecnici, nel primo triennio di attuazione del Pnrr c’è stato un miglioramento del debito, per 17,2 miliardi. Cifra che viene fuori dalla differenza tra le entrate, alimentate da 29 miliardi di sovvenzioni, e la spesa per cassa, pari a 11,7 miliardi. Da quest’anno il quadro cambierà radicalmente.

 

giorgia meloni raffaele fitto 2 giugno 2023 giorgia meloni raffaele fitto 2 giugno 2023

«Restano da erogare, per cassa, spese pari a 179,8 miliardi, a fronte di entrate da sovvenzioni, ancora da incassare, pari a soli 39,9 miliardi», si legge nel documento. Ecco come si genera «l’effetto di peggioramento », cioè la zavorra da 140 miliardi. Che supera, di circa venti miliardi, l’impatto stimato quando il Pnrr è nato. […]

 

2. 163 MILIARDI, IL CARO-BOND

Estratto dell’articolo di Paolo Baroni per “la Stampa”

 

Ieri il Tesoro ha piazzato sul mercato 8 miliardi di Bot a 12 mesi a fronte dei 10,6 richiesti, un risultato ottenuto però a caro prezzo, visto che gli investitori hanno spuntato un tasso medio del 3,947%, ben 31 punti base in più dell'asta precedente. Un livello record, che non si conosceva da molti anni: in pratica il top da giugno 2012. E oggi si rischia il bis con un'asta di Btp a 3, 7, 15 e 30 anni per un controvalore che oscilla tra 8,5 e 10 miliardi.

rishi sunak joe biden giorgia meloni jens stoltenberg volodymyr zelensky vertice nato di vilnius rishi sunak joe biden giorgia meloni jens stoltenberg volodymyr zelensky vertice nato di vilnius

 

Doversi misurare con tassi così alti dimostra quanto stia diventando complesso il percorso che ha davanti il governo. In tutto quest'anno, per rinnovare i titoli in scadenza e finanziare il nuovo fabbisogno, l'Italia deve infatti emettere almeno 321 miliardi di euro di Bot e Btp: a tutto maggio ne erano già entrati 158, dal primo giugno al 31 dicembre l'attività di funding del Tesoro dovrà tenere conto delle scadenze di titoli di Stato a medio e lungo termine per un importo complessivo pari a circa 163 miliardi di euro a cui, specifica il Mef nella nota che sintetizza il programma di emissioni del terzo trimestre, «va aggiunta la quota di fabbisogno del settore statale dei prossimi mesi».

 

giorgia meloni con paolo gentiloni giorgia meloni con paolo gentiloni

E qui vengono i primi problemi, perché nei primi sei mesi di quest'anno il fabbisogno aveva già raggiunto quota 95 miliardi di euro, più del doppio rispetto ai 42,8 miliardi del 2022. Colpa dei crediti d'imposta concessi alle imprese per compensare le spese sostenute per acquistare energia elettrica e gas […] dei bonus edilizi (tra cui superbonus e bonus facciate), l'aumento della spesa pensionistica con gli aumenti entrati in vigore a inizio anno, l'erogazione ed il rafforzamento dell'assegno unico universale, la maggior spesa delle amministrazioni centrali ed i maggiori prelievi degli enti territoriali.

 

GIANCARLO GIORGETTI E GIORGIA MELONI GIANCARLO GIORGETTI E GIORGIA MELONI

Di contro, l'anno passato il Tesoro aveva potuto contabilizzare 10 miliardi di introiti extra legati alle sovvenzioni previste dal Pnrr, che invece a tutt'oggi mancano con la terza rata ancora in ballo e la quarta in alto mare. «Al momento la situazione è gestibile» ha spiegato ieri il ministro dell'Economia Giorgetti. Appunto, al momento.

 

La terza rata dovrebbe essere sbloccata molto probabilmente a giorni, con ritardo di diversi mesi rispetto alle tempistiche medie del Pnrr a cui ci aveva abituato Draghi e di quasi otto mesi rispetto al termine del 31 dicembre 2022 entro cui dovevano essere raggiunti i relativi obiettivi, e comunque poi passerà altro tempo prima di ottenere in concreto questi nuovi fondi.

 

La quarta rata, invece, nonostante la professione di ottimismo di Giorgia Meloni, oggi è invece proprio in alto mare. […] Sarebbe un miracolo se si riuscisse a farcela entro l'anno, hanno fatto sapere fonti di Bruxelles. Molto più probabile che il maxibonifico da 16 miliardi slitti invece ai primi mesi del 2024.

 

Per rimediare […] il Tesoro sarà quindi costretto a prevedere una emissione straordinaria di titoli di debito per coprire il buco. Operazione fondamentale per abbassare il fabbisogno. Calcolando la quarta rata in scadenza al 30 giugno e la quinta che dovrebbe maturare il 31 dicembre si tratta in tutto di 39,1 miliardi lordi, 34 al netto della quota degli anticipi.

 

ursula von der leyen stefano bonaccini raffaele fitto ursula von der leyen stefano bonaccini raffaele fitto

Andranno così sostituiti 28,7 miliardi di prestiti lordi, già però conteggiati nel debito annuale (per cui i saldi non cambiano, ma semmai si dovrà pagare un interesse ben più alto di quello spuntato a livello comunitario), e soprattutto 10 miliardi circa di sovvenzioni (vitali, come visto, per contribuire ad abbassare il fabbisogno) che invece andranno aggiunti allo stock annuale aggravando una situazione che già oggi non si presenta facile.

 

A causa dell'aumento dei tassi ufficiali, infatti, il debito pubblico (che a giugno ha raggiunto quota 2.756 miliardi di euro), rappresenta una delle grandi palle al piede del nostro governo in vista della preparazione della manovra di fine anno. […]

 

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