Estratto dell'articolo di Marco Menduni per “la Stampa”
Quando le sezioni scrutinate sono una più della metà Claudio Scajola abbandona ogni forma di scaramantica prudenza e annuncia: «Abbiamo più del 60%, abbiamo vinto». Il sorriso a 32 denti tradisce l'entusiasmo di un momento che ha molto di più del sapore di una rivincita.
(...) I partiti hanno capitolato, l'uno dopo l'altro. L'ultimo è stato Fratelli d'Italia: dopo aver rivendicato per settimane la decisione di correre da soli, dopo una sfuriata di Ignazio La Russa i meloniani hanno abbandonato il loro candidato al suo destino.
Ora Scajola dice: «Abbiamo vinto 6 a 0». Non è solo un'espressione tennistica. È un riferimento preciso al suo principale avversario Ivan Bracco candidato dal Pd e dal centrosinistra. Staccato, staccatissimo.
Bracco è il poliziotto che in passato ha indagato a più riprese su Scajola. Indagini che hanno portato l'ex ministro sei volte nel mirino dei pm. Il caso più grave l'associazione per delinquere nella costruzione del porto di Imperia. Sei processi, sei archiviazioni o assoluzioni.
Vicende giudiziarie incastonate tra quella della casa con vista sul Colosseo (prescrizione dopo un'assoluzione in primo grado), l'inchiesta sulla mancata scorta a Marco Biagi (archiviata) e le polemiche per quel «rompicoglioni» che lo costrinsero a dimettersi da ministro dell'Interno e il processo ancora in corso per aver tentato di favorire la latitanza del deputato FI Amedeo Matacena, nel frattempo morto a Dubai.
ivan bracco, candidato a sindaco di imperia per il centrosinistra
I legali di Scajola chiederanno alla corte d'appello di assolverlo dopo la condanna in primo grado: ma anche in questo caso il reato è già prescritto. Gli hanno chiesto di tornare a riorganizzare Forza Italia, ha detto no. Ha telefonato a Berlusconi il giorno prima del ricovero: «Silvio, prometto, prima vinco e poi vengo a trovarti».
ivan bracco Ivan Bracco, commissario della polizia postale