Mario Ajello Simone Canettieri per il Messaggero
IL CASO Ormai s' è insidiato il nuovo-vecchio bipolarismo tra centrodestra e centrosinistra. E che cosa - come diceva Ovidio - migliore di Roma?. Il terreno simbolicamente e politicamente più maestoso in cui ambientare la nuova sfida tra il Pd e la Lega non può che essere la Capitale.
E proprio nella città simbolo della crisi grillina, quella che contribuisce a produrre sconfitte a catena per i 5 stelle su e giù lungo l' Italia, parte la gara a chi, tra i dem e il Carroccio, riesce meglio a raccogliere le spoglie - sempre che Di Maio non riesca a raddrizzare la situazione sia del suo movimento sia, ancora più difficilmente, della gestione di Roma - di quella che ormai alcuni grillini chiamano il passato di un' illusione. Quella di poter comandare l' Italia, dimostrando di saper amministrare la sua città più importante.
E Cinque Stelle? Di fronte agli attacchi dei leghisti, anche loro riscoprono la competion tra partiti: «Due impianti a fuoco in 4 mesi, mi aspetto che Salvini aumenti la vigilanza», dice Francesco Silvestri, vice capogruppo M5S alla Camera.
E poi non è un caso, ecco, che il nuovo presidente del Pd, Paolo Gentiloni, e il segretario leghista Matteo Salvini inaugurino il nuovo-vecchio bipolarismo puntando su Roma, l' uno in gara con l' altro e tutti e due contro il Campidoglio. Il tweet di Gentiloni è affilatissimo: «A Roma le cose non vanno bene da un decennio. Ma ora rischiamo di vergognarci di far parte della più bella città del mondo». Ed è naturalmente un riferimento a quanto sta accadendo nella Capitale, dalle stazioni della metro chiuse alle vicende giudiziarie che hanno coinvolto De Vito e la giunta Raggi, fino alla crisi dei rifiuti, con l' ultimo caso dell' incendio al Tmb di Rocca Cencia. E si concentra così su Roma l' ex premier, scegliendo il terreno per lui molto congeniale, visti i trascorsi nella giunta Rutelli e da aspirante sindaco, e tra lui e Zingaretti un tram di comando del Pd così romano non poteva che ingaggiare le sue prima battaglie partendo da qui.
Ma, appunto, gioca sullo stesso campo la sua partita Salvini, la cui marcia alla conquista dell' Italia - «Una per una conquisteremo tutte le regioni, e dopo la Basilicata toccherà al Piemonte e poi all' Emilia e alle altre regioni rosse» - non può prescindere dall' obiettivo Capitale.
Ed è un continuo di rasoiate, sempre avvolte in un sorriso finto solidale con la Raggi, quelle che Il Capitano lancia verso il Campidoglio.
DAVIDE CASALEGGIO VIRGINIA RAGGI
Per metterci un po' il cappello (ma un candidato al dopo Raggi non ce l' ha) e per tenere sulle spine gli alleati-rivali M5S ricordandogli sempre il loro punto debole. Insomma, la butta giù così Salvini: «La settimana scorsa, a Roma, facevo due passi in pieno centro e mi sono trovato in compagnia di tre topazzi così... E ci sono gabbiani più aggressivi degli pterodattili...». E ancora: «Che ci sia qualcosa che non funziona in questa città è evidente.
Non do tutte le responsabilità a chi è qua da due o tre anni, ma sicuramente da italiano mi aspetto qualcosa di più». Bordata e pseudo-carezza: «Da ministro, ho il dovere di lavorare con chiunque sia in carica».
LA PARTITA Ma se prima era da solo a giocare la partita romana, tenendola sempre calda ma senza mai affondare davvero il colpo, adesso la battaglia è destinata a incrudelirsi. Per l' arrivo dell' altro corno, sia pure ancora da testare, del bipolarismo. Durante la cerimonia di commemorazione dell' eccidio delle Fosse Ardeatine, Virginia Raggi era seduta a poche sedie di distanza dal segretario del Pd. «Sono preoccupato per Roma - dice Zingaretti a Il Messaggero - perché al di là delle inchieste giudiziarie che continuano a scuotere la città, ormai c' è il forte rischio che la Capitale non sia governata». Salvini però vuole tenersi la primogenitura della campagna Capitale, nella quale si ritiene in grande vantaggio e «il Pd, con tutto quello che ha combinato, è l' ultimo che può parlare di Roma».
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