ROMANZO VIMINALE – OLTRE ALLA DIFFICILE PARTITA DELL’ECONOMIA, C’È IL REBUS MINISTERO DELL’INTERNO: RENZI VORREBBE UN CAMBIO (PER DARE UN SEGNALE DI DISCONTINUITA’ COL PASSATO) MA ALFANO DICE NO…

In cambio di un passo indietro di Angelino, il premier incaricato è disposto a dare a Ncd tre ministeri (‘con due dicasteri pesanti’) - Non è solo un problema di poltrone, Angelino vuole tenere il punto nel momento in cui Berlusconi sbandiera il feeling con Renzi – Intanto prende quota il nome di Soru per l’Innovazione…

Condividi questo articolo


Goffredo De Marchis per ‘La Repubblica'

Il nodo del ministero dell'Economia non si scioglie. Nemmeno alla fine di una giornata che per il premier incaricato ruota intorno a due appuntamenti fondamentali: il colloquio di un'ora con il governatore di Bankitalia Ignazio Visco e l'incontro di due ore con Giorgio Napolitano che serve a fare il punto sulla situazione, in particolare per la casella di Via XX settembre.

RENZI E ALFANO ALLA PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI BRUNO VESPARENZI E ALFANO ALLA PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI BRUNO VESPA

Snodo principale delle politiche economiche, dei rapporti con l'Europa, degli obiettivi per la crescita. Matteo Renzi lavora su due schemi. La scelta di un ministro politico è «la mia preferita», dice ai suoi interlocutori. Una figura che manca da anni al Tesoro, una personalità dello stesso partito del premier con il quale il lavoro quotidiano sarebbe simbiotico anziché conflittuale.

L'idea di indicare Graziano Delrio rimane in piedi. L'altro schema, ormai tradizionale, prevede l'ascesa di un "tecnico" gradito ai mercati oltre che alla Bce e all'Unione. In questo caso, i nomi in pista si sono ridotti a due: l'ex rettore della Bocconi Guido Tabellini (favoritissimo) e l'ex Ocse Piercarlo Padoan, attuale presidente dell'Istat. Con un outsider, il direttore generale della Banca D'Italia Salvatore Rossi.

Renato SoruRenato Soru

La difficile partita del ministero dell'Economia lascia sullo sfondo la giornata finale di consultazioni con Forza Italia, Pd e Movimento 5 stelle. I sessanta minuti di riunione con Berlusconi non fanno che confermare la "profonda sintonia" tra i due politici. Oltre all'opposizione responsabile della destra. «È importante che a Palazzo Chigi ci sia un giovane, un uomo che ha esattamente la metà dei miei anni», dice il Cavaliere entusiasta dopo l'incontro. Con Beppe Grillo è tutta un'altra storia. Lo streaming in diretta restituisce l'immagine di una totale incomunicabilità.

Il comico è venuto fino a Roma per provocare Renzi. Non lo lascia parlare, lo accusa di mancanza di credibilità. Il segretario del Pd cerca di ironizzare, ma dopo 9 minuti alza bandiera bianca. Le delegazioni si salutano con degli scambi di mano e i sorrisi tirati. Fine del gioco. «Se ero leader di partito e basta gli saltavo sul tavolo ma da presidente incaricato avevo l'obbligo di stare sereno e ci sono riuscito», sbuffa Renzi. Comunque, dopo lo show di Grillo Renzi non riesce a nascondere la sua irritazione.

DELRIO ALLA LEOPOLDADELRIO ALLA LEOPOLDA

A questo punto, la giornata vira decisamente sul primo banco di prova del governo: la squadra di ministri. Renzi vorrebbe addirittura accelerare i tempi. Parla, a Montecitorio, di lista pronta sabato e voto di fiducia al Senato lunedì. Ma pensa, e lo confida ai fedelissimi, a sciogliere la riserva al Quirinale già domani sera. Tenere aperta la lista può diventare rischioso. Ma sono le due caselle più ambite quelle da sistemare: Economia e Interno. Tornando dal Quirinale, Renzi racconta agli amici che l'incontro è stato «positivo: siamo molto avanti con il lavoro e con il capo dello Stato siamo entrati nel merito delle cose».

Sergio Rizzo e Giulio TremontiSergio Rizzo e Giulio Tremonti

A Napolitano ha mostrato i dossier del lavoro sul programma e il calendario delle scadenze. La decisione sul ministero del Tesoro però è aperta e lo stesso segretario ammette con i suoi che qualche nodo da sciogliere c'è ancora. E ripete: «Ho le mie idee». Come dire: fosse per me non avrei dubbi, lì andrebbe un politico. Per cambiare verso, come dice lo slogan della sua corsa alle primarie. Non solo si eviterebbe la diarchia su cui si è molto dilungato ieri Berlusconi nella sala della Camera, svelando aneddoti del rapporto conflittuale con Giulio Tremonti. Ma si avrebbe un ministro che sa stare anche vicino alla gente e non solo un distaccato professore esperto di numeri.

Il muro contro muro con Alfano per il Viminale resta in secondo piano ma non è meno complicato da risolvere. Renzi vuole "Angelino" fuori dal ministero dell'Interno. «È il primo segnale di discontinuità con il passato che deve dare il mio governo. Il più importante», ripete ai fedelissimi.

Al Nuovo centrodestra è arrivata un'offerta pesante che potrebbe compensare l'addio del loro leader, la sua uscita dalla squadra. Secondo Renzi, Ncd avrebbe diritto a un ministero, massimo due «visti i numeri della maggioranza». In cambio di un passo indietro di Alfano, il premier incaricato è disposto a salire a tre, con «due dicasteri che contano». Ma la condizione che ha messo sul tavolo il secondo partito della coalizione non è equivocabile: Alfano confermato all'Interno, senza discussioni.

Giulio TremontiGiulio Tremonti

La risposta di Renzi è ancora no. «Angelino deve perlomeno cambiare ministero. Altrimenti l'architettura del governo è troppo simile al passato. E io non voglio smettere di fare il Renzi. Il cambiamento va realizzato fin dall'inizio». La proposta è di un trasloco alla Difesa, anche se l'Ncd non cede nemmeno davanti al prestigio di un dicastero come quello. E non è solo un problema di poltrone. Alfano non può permettersi di perdere il braccio di ferro nel momento in cui Berlusconi sbandiera il feeling con Renzi in ogni occasione.

Guglielmo EpifaniGuglielmo Epifani

Le scelte su Economia e Interno sbloccheranno il resto della lista dei ministri. Sulla scelta di un politico a via XX settembre Renzi fa affidamento anche sull'appoggio della minoranza del Pd. Che però ieri si è occupata soprattutto della sua rappresentanza. La richiesta è di tre ministri: Guglielmo Epifani al Lavoro, Massimo Bray per il bis alla Cultura, Andrea Orlando saldo all'Ambiente se non addirittura trasferito alla Giustizia dove non gli mancherebbe la competenza. Si può fare, ma Renzi pensa ai nomi inediti, a caratterizzare l'esecutivo per il tasso di novità e ha individuato in Renato Soru il profilo giusto per il dicastero dell'Innovazione. Soru è un dirigente del Pd ma anche il fondatore di Tiscali.

L'altro nodo, che viene dopo la formazione del governo e i suoi primi atti, è la legge elettorale. Berlusconi è uscito dalla consultazione tirando di nuovo fuori il presidenzialismo. «È arrivato il momento di una riforma in questo senso». Ma il no del segretario del Pd è stato netto. Il Cavaliere chiede anche la conferma dell'Italicum e una sua rapida approvazione, senza legarlo all'abolizione del Senato.

Guglielmo EpifaniGuglielmo Epifani

Un altro desiderio stoppato da Renzi che punta invece all'approvazione alla Camera con una clausola transitoria del tipo "l'Italicum entra in vigore tra un anno" o "dopo la riforma del Senato". Insomma, niente voto a breve, come preferirebbe Forza Italia. Oggi la legge elettorale non è la priorità di Renzi ma sa che chi cerca una fase di instabilità userà quello strumento. Ecco perché anche la parte del programma che prevede le
riforme, va blindata.

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - PIÙ DIVENTA IRRILEVANTE, PIÙ MATTEO RENZI NON DEMORDE DALL’OBIETTIVO DI OCCUPARE LO SPAZIO TRA MELONI E SCHLEIN - SE NEL 2013 SOGNAVA DI METTERE LE MANI SU FORZA ITALIA, OGGI SI ACCONTENTEREBBE DI SCIOGLIERE QUEL POCO CHE RESTA DI ITALIA VIVA PER PRENDERE LA GUIDA DEL PARTITO DI MARINA E PIER SILVIO, DA TEMPO INSOFFERENTI DI ESSERE FINITI IN UN GOVERNO DI DESTRA CON POCO CENTRO - L’EX PREMIER DI RIGNANO SULL’ARNO AVREBBE SONDATO IL TERRENO CON ALCUNI DIRIGENTI APICALI DI FININVEST - MA IN FI C’È ANCHE IN ATTO UN LAVORIO DI MEZZO PARTITO CHE NON DISDEGNA L’IPOTESI, ALLE PROSSIME POLITICHE DEL 2027, DI ABBANDONARE AL SUO DESTINO LA DESTRA A EGEMONIA MELONIANA PER UN PROCESSO POLITICO CHE POSSA DAR VITA A UN CENTRO-SINISTRA FORZA ITALIA-PARTITO DEMOCRATICO…

DAGOREPORT - SALVATE IL "CUORE GITANO" DI ANDREA GIAMBRUNO! SPUTTANATO DA DUE TERRIBILI FUORIONDA BY ''STRISCIA LA NOTIZIA'', NEI QUALI TEORIZZAVA IL SOMMO PIACERE DEL PARTOUZE A 3/4 CON LE SUE COLLEGHE DI MEDIASET, QUINDI TRAFITTO VIA TWEET DA GIORGIA MELONI (UN BENSERVITO SECCO COME UN CASSETTO CHIUSO CON UNA GINOCCHIATA), LA CRUDELE SFIGA NON ACCENNA AD ABBANDONARE LA VITA SENTIMENTALE DELL'EX ''FIRST GENTLEMAN'' - IL SUO INDOMABILE TESTOSTERONE AVEVA RIPRESO A PALPITARE PER LE BOMBASTICHE CURVE DI FEDERICA BIANCO, ATTRICE DI FICTION, GIA' FIDANZATA DEL VICE DI SALVINI, ANDREA CRIPPA - LA LIAISON, SBOCCIATA TRAVOLGENTE LA SCORSA ESTATE TRA LE ONDE DEL SALENTO, SI E' RIVELATA UN "FUOCO DI PUGLIA". LA 40ENNE BIANCO HA MOLLATO IL POVERO GIAMBRUNO QUALCHE GIORNO FA, CON UNA CLAMOROSA LITIGATA, IN UN BAR-SALOTTO DI ROMA-CENTRO, PER FAR RITORNO TRA LE BRACCIA DEL SUO EX CRIPPA, CHE ALL'INIZIO DEL 2024 L'AVEVA SOSTITUITA CON LA PANTERONA-MILF ANNA FALCHI - LA FOTO RIVELATORIA IN SPIAGGIA

DAGOREPORT - DOCUMENTI ALLA MANO, E’ PARTITA UN’ISPEZIONE DEL MINISTERO DELLA CULTURA PER CHIARIRE FATTI E FATTACCI DELLA GESTIONE DEL CENTRO SPERIMENTALE DI CINEMATOGRAFIA, PRESIEDUTO DA SERGIO CASTELLITTO – DAL CONTRATTO E AL RUOLO DI TUMMINELLI, MANAGER TEATRALE DI CASTELLITTO, ALLE SPESE PER ALLOGGIO E AFFITTO PRESSO VILLA GALLO IN OCCASIONE DELLA MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA, DAL LICENZIAMENTO DEL DIRIGENTE DELLA CINETECA, STEFANO IACHETTI, ALL’INCARICO DI CASTELLITTO ALLA MOGLIE MARGARET MAZZANTINI….

DAGOREPORT - IL TRIONFO DI TRUMP VISTO DA GIORDANO BRUNO GUERRI: “LA DEMOCRAZIA HA VINTO. INDIFFERENTE AGLI ALLARMI DELLA STAMPA DEMOCRATICA, L'AMERICA HA SCELTO LUI, E NON DI POCO, ATTRIBUENDOGLI UN POTERE IMMENSO: CAMERA, SENATO, CORTE COSTITUZIONALE - LA DEMOCRAZIA HA PERSO. QUELL’UOMO, TUTTO TESO ALL’ECONOMIA E ALL’EGOISMO DELLO STATO CHE DA 80 ANNI GUIDA LE SORTI DEL MONDO, È PERICOLOSO. TRUMP ALZERÀ I DAZI E SMETTERÀ DI FORNIRE AIUTI ALL’UCRAINA, INDEBOLENDO L’EUROPA E DANDOLA VINTA A PUTIN - LE DUE MOSSE AL MOMENTO POTRANNO FAVORIRE L’ECONOMIA AMERICANA MA SARANNO UNA SCONFITTA SONORA E DIFFICILMENTE RECUPERABILE IN QUELLO CHE È IL VERO GRANDE TEMA DELLA NOSTRA EPOCA, LO SCONTRO FRA ORIENTE E OCCIDENTE PER IL PREDOMINIO NEL MONDO - PS: GUERRI POLEMIZZA CON LA NUOVA, POLEMICA "POSTA" DI FRANCESCO MERLO SU "BENITO"

DAGOREPORT – COME MAI NETANYAHU HA CACCIATO IL POPOLARISSIMO MINISTRO DELLA DIFESA ISRAELIANO, YOAV GALLANT? LA RICHIESTA DI UNA COMMISSIONE DI INCHIESTA SULLA STRAGE DEL 7 OTTOBRE 2023 DI GALLANT AVREBBE MANDATO FUORI DI TESTA “BIBI” – LE MALDICENZE A TEL AVIV: GLI OO7 DELLO SHIN BET E IL PREMIER AVREBBERO LASCIATO MANO LIBERA AD HAMAS DI PROPOSITO, AFFINCHÉ LA STRAGE OFFRISSE UN PRETESTO PER SPIANARE DEFINITIVAMENTE GAZA - CHE SUCCEDE A GAZA CON TRUMP ALLA CASA BIANCA? DUE COSE SONO CERTE: AL TYCOON NON GLIENE FREGA NIENTE DEL MEDIORIENTE, E DETESTA L’IRAN....