Luigi Ippolito per il “Corriere della Sera”
rory stewart al dibattito tra tory
Negli ultimi giorni è emerso come la vera rivelazione della corsa a primo ministro in Gran Bretagna: ma il suo passato continua a restare avvolto nel mistero. Chi è veramente Rory Stewart? Soltanto il politico più promettente della sua generazione o piuttosto un personaggio a metà fra James Bond e Lawrence d' Arabia?
Ieri sera Stewart è riuscito a superare anche il secondo turno delle «eliminatorie» in corso all' interno del partito conservatore : e sono in molti quelli che ritengono che alla fine potrebbe essere lui a sfidare al ballottaggio il superfavorito Boris Johnson. Ma è proprio per questo che riemergono con insistenza le voci, mai del tutto smentite, sulla sua precedente carriera.
boris johnson al dibattito tra i candidati tory
Allievo delle scuole di élite (prima Eton e poi il Balliol College a Oxford), da giovane Stewart fu brevemente il tutore dei piccoli principi William e Harry. Ma è dopo l' università che arriva la svolta, quando entra al Foreign Office. Per fare cosa? Nessuno sa dirlo con precisione. «Reparto mantelli e pugnali», ha scritto l' Economist : il che vuol dire che era uno 007 sotto copertura. Ieri il Telegraph sosteneva di aver avuto la conferma da una fonte dei servizi segreti: per sette anni Stewart sarebbe stato un agente speciale.
Lui non ha mai confermato, ma neppure ha mai smentito in maniera decisa: d' altra parte, cosa ci si aspetterebbe da una spia? E resta il fatto che a Londra è membro del club delle Forze Speciali, dove si viene ammessi solo dopo una carriera nei servizi. E che suo padre era vicedirettore del MI6, il dipartimento dell' intelligence britannica.
Insomma, prove nessuna ma indizi tanti. E le sue missioni da diplomatico lo hanno visto sempre su fronti «caldi»: a Timor Est nei giorni dell' indipendenza, in Montenegro durante la guerra del Kosovo. Fino a servire come vice-governatore di una delle provincie dell' Iraq nel dopo-Saddam.
Ma è nel 2000 che si era verificato l' episodio più mirabolante della sua carriera: Stewart attraversa l' Asia a piedi per 10 mila chilometri, dall' Iran fino all' India passando per il Pakistan, il Nepal e l' Afghanistan, dove trova il tempo di provare a negoziare con i talebani, di cui parla la lingua pashtun e ha adottato i vestiti tradizionali (proprio come faceva Lawrence) .
E a proposito di idiomi, Stewart ne padroneggia una dozzina. Neanche lui è sicuro quanti: «Il mio serbo-croato è un po' arrugginito», ha risposto di recente quando glielo hanno chiesto. Il 46enne era in ascesa da mesi, coccolato dai media britannici e promosso di recente da Theresa May a ministro della Cooperazione internazionale. Ma è nelle ultime settimane, quando si è candidato alla leadership, che si è imposto al grande pubblico con una campagna sofisticata, tutta giocata sui social media e sui video online. Il suo limite? Le sue idee fin troppo ragionevoli.
rory stewart al dibattito tra i candidati tory
Lui è molto tiepido sulla Brexit e netto avversario dell' ipotesi di no deal , un divorzio dalla Ue senza accordi: merce difficile da vendere quando i conservatori sono all' inseguimento di Nigel Farage. E poi, se andasse veramente lui al ballottaggio contro Boris, sarebbe una sfida fra due ex allievi di Eton e Oxford: quando dicono che la Gran Bretagna è classista ed elitaria...
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