Estratto dell’articolo di Emanuele Lauria per “la Repubblica”
abbraccio tra matteo salvini e giorgia meloni alla camera 2
L’ultimo raduno con gli alleati dell’ultradestra europea non scalda i cuori dei leghisti. Matteo Salvini in queste ore è stato costretto a precettarli tutti, gli esponenti istituzionali del suo partito. Ma il numero delle adesioni al momento è piuttosto basso: alla Camera, ieri mattina, avevano garantito la presenza appena una decina dei 66 eletti. Non a caso, nella nota in cui il Carroccio presenta l’iniziativa in programma sabato pomeriggio a Roma sotto l’insegna del gruppo europeo di Identità e democrazia, ci si sofferma sulla partecipazione dei 5 ministri e poi — genericamente — si fa riferimento a «deputati, senatori ed europarlamentari».
[...] molti esponenti del partito hanno fatto sapere di non poter più rinunciare a precedenti impegni. Non ci saranno, tra gli altri, il presidente della Camera Lorenzo Fontana (che ha già un altro appuntamento in agenda) e i governatori Luca Zaia e Massimiliano Fedriga.
Ma le assenze sono figlie anche della perplessità che, dentro la Lega, desta il posizionamento del partito fra le frange estreme nazionaliste dello schieramento politico. Perplessità che non si sono attenuate dopo l’uscita del segretario di lunedì sulle elezioni russe, dopo le parole sul «popolo che quando vota ha sempre ragione» che scaccia qualsiasi ombra sull’opaco plebiscito a favore di Putin. Una sortita che ha lasciato sbigottiti gli alleati, malgrado le frettolose rettifiche ufficiali della Lega, e che — appunto — non fa felici quanti nello stesso partito di via Bellerio chiedono un approccio più moderato. Come ad esempio il capogruppo alla Camera Riccardo Molinari.
Ma la strategia di Salvini ormai è chiara: infilare l’ultimo corridoio a destra per cercare di raggranellare voti e riempire un’area […] lasciata libera da una Meloni “istituzionale”. In realtà, nella mente del segretario, l’elettorato da solleticare con gli omaggi al Cremlino è più ampio: comprende alcune fasce di cattolici, grillini, teorici della pace prima di tutto che non credono ancora all’aggressione di Putin e si allontanano sempre più da Zelensky e dalla Nato.
[…] Ma Salvini non deflette. E prosegue nel suo cammino a destra che lo pone lontano, in chiave futura, non solo dal Ppe ma anche da Ecr. Un esponente di spicco di Forza Italia racconta che nello scorso giugno, dopo la morte di Berlusconi, consigliò al segretario leghista di porsi in modo più moderato, di lasciare più spazio a Giorgetti, per dare una scialuppa di salvataggio ai disorientati orfani del Cavaliere.
la studentessa italiana di mosca vignetta by rolli il giornalone la stampa
«Ma Matteo ha continuato a corteggiare gli estremisti, fino ad invitare Marine Le Pen a Pontida... Non c’erano più margini di dialogo ». Il problema, per la Lega, è che FI adesso si è rivitalizzata e la stessa Le Pen ha assunto posizioni più soft: lei, che non ha mai nascosto in passato simpatie per il Cremlino, ha di recente reso «onore all’eroico popolo ucraino». E a Roma non ci sarà. Mentre invece sabato sarà probabilmente presente al fianco di Salvini Tino Chrupalla, uno dei leader dei tedeschi di Afd, che ha definito “insopportabile” il modo in cui Putin è stato accusato della morte di Navalny. Perché alla fine c’è un filo che tiene tutto. E che porta spesso a Mosca.
MATTEO SALVINI GIANCARLO GIORGETTI cremlins meme by emiliano carli il giornalone la stampa
MATTEO SALVINI - MARINE LE PEN - FRANCESCA VERDINI A PONTIDA 2023 matteo salvini marine le pen mangiano a pontida 1 abbraccio tra matteo salvini e giorgia meloni alla camera