MARCO CREMONESI per il Corriere della Sera
CASA VIANELLO - BY ANNETTA BAUSETTI
Giorgia Meloni abbandona per un giorno la campagna elettorale, annulla le tappe già fissate (tra cui quella importante di Bologna) e annuncia: «Giovedì 15 settembre sarò al mio posto in Parlamento per discutere del "decreto aiuti", delle disponibilità economiche per sostenere gli italiani e di quello che è necessario fare per risolvere le emergenze della nazione».
Gli interessi degli italiani hanno «la priorità anche su una campagna elettorale importante come questa». Il rischio è infatti che, al di là dei proclami, possa venire a mancare il numero legale. Per questo Meloni si augura che tutti i partiti «abbiano lo stesso senso di responsabilità». Certo, non è detto che FdI poi approvi il dl Aiuti, anzi: l'ipotesi è quella dell'astensione. Il leader del M5S Giuseppe Conte ha invece garantito il sì.
Matteo Salvini continua a martellare per uno scostamento di bilancio da 30 miliardi (lo definisce «debito buono») che a Meloni continua a non piacere. Anche se ieri non è stata tranciante: «Se serve, si fa. Ma deve essere l'extrema ratio». Perché «se non metti il tetto e non fai il disaccoppiamento dei prezzi, i 30 miliardi li stai regalando alla speculazione».
In ogni caso, Salvini dice di parlare ad altri: «Continuiamo a chiedere agli altri partiti di darci una mano e firmare questo decreto. Chi dice di no o rimanda, non fa un buon servizio al Paese». Ma il pensiero vero, il segretario leghista lo esprime così: «In Italia c'è un governo in carica. Ho il sospetto che Pd e M5S non facciano nulla perché sanno che vincerà il centrodestra e vogliono ostacolarlo». Dentro la Lega, il sospetto va oltre: e cioé, che il drammatizzarsi della situazione possa spingere verso nuove larghe intese.
L'innesco è stata l'intervista di Guido Crosetto ad Avvenire : «Se l'Italia si vorrà salvare dovrà unire tutte le energie migliori. E tutte vuol dire tutte».
Meloni ieri ha spiegato: «Guido non parlava del governo ma della necessità di uscire dalle contrapposizioni ideologiche». Mentre Salvini tronca il tema: «Non scherziamo, basta tecnici. Governare con Pd e 5Stelle è stato uno sforzo disumano reso necessario solo per la situazione drammatica del Paese».
TAJANI SALVINI MELONI LETTA CALENDA A CERNOBBIO
Eppure, la sintonia tra i due partiti non è perfetta. Sull'autonomia, in un'intervista al Corriere del Veneto Meloni era stata asciutta: «Non è responsabilità di FdI se in Veneto l'autonomia non è stata portata avanti. Ci sono stati tre governi, di cui hanno fatto parte tutti meno noi, e dell'autonomia si è parlato poco o nulla». Anche se ieri ha aggiunto: «Noi quando prendiamo un impegno, è certo che lo manteniamo...». Mentre l'ex ministro degli Esteri Giulio Terzi, oggi candidato con FdI, è cauto sullo spostamento a Gerusalemme dell'ambasciata italiana in Israele di cui ha parlato Salvini: occorre che «maturi una posizione anche in Parlamento».
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