“SE FOSSI TEDESCO, VOTEREI LA MERKEL" - L’ULTIMA CENA DI OBAMA CON FRAU ANGELA: "L’ALLEATA PIU’ AFFIDABILE DI TUTTI" - POI IL PRESIDENTE AMERICANO MANDA UN AVVISO A TRUMP: “NON CEDA A PUTIN” - LA CANCELLIERA PROMETTE DI AUMENTARE LE SPESE PER LA DIFESA: E’ IL PRIMO MESSAGGIO DISTENSIVO VERSO "THE DONALD"

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Tonia Mastrobuoni per “la Repubblica”

OBAMA MERKEL 1 OBAMA MERKEL 1

L’esordio era stato in salita. Otto anni fa, Angela Merkel non gli aveva concesso il palcoscenico della Porta di Brandeburgo: Barack Obama era un senatore in corsa per la Casa Bianca, carismatico e promettente, ma pur sempre un candidato. Due mandati presidenziali e sei tête-à-tête in Germania dopo - non privi di altri momenti difficili, come quando emerse lo scandalo del telefonino di Merkel spiato dal Nsa - non si potrebbero immaginare due alleati più affiatati.

 

Come ultimo tributo, nella tappa tedesca del suo ultimo viaggio da presidente in Europa, Obama ha confessato che se fosse tedesco voterebbe per lei e l’ha definita «un’amica meravigliosa» e un’alleata «sincera », «la più affidabile e stabile di tutti».

 

OBAMA MERKEL OBAMA MERKEL

E l’ombra del neopresidente populista Donald Trump sembra essersi già allungata come una nube tossica sulla lunga lista di temi trattati durante i colloqui degli ultimi due giorni - dalla Siria alla Russia, dalla minaccia terroristica all’accordo transatlantico Ttip, dai cambiamenti climatici alla Nato. Il leader repubblicano minaccia di soffocare molti accordi cruciali, a cominciare da quello sul clima o quello transatlantico sul commercio.

 

Merkel ha sottolineato che «non si può tornare all’era pre-globalizzazione »; ma Trump non ne sembra troppo convinto. Prima di passargli il testimone, Obama ha voluto sottolineare che è importante avere rapporti con Vladimir Putin, ma lo è anche «essere fermi sulla difesa» dei valori occidentali; che sono certamente il patrimonio di Obama e Merkel, che Trump non ha fatto altro che picconare nel lunghissimo anno delle presidenziali.

 

E tanto per accentuare il clima da crepuscolo degli dei che rischia di contagiare il vertice di stamane allargato ai leader dei maggiori Paesi europei - nella Berlino iperblindata da due giorni sono attesi Matteo Renzi, François Hollande, Theresa May e Mariano Rajoy - Obama non ha fatto che ripetere, in modo quasi ipnotico, che «non possiamo dare per scontate» una serie di conquiste degli ultimi decenni, persino «i nostri sistemi di governo e il nostro stile di vita».

OBAMA MERKEL - 2 OBAMA MERKEL - 2

 

Il G6 di oggi ha un’agenda definita anche in modo che i cinque europei non diano segni di divisione - i temi sono l’immigrazione, i focolai di crisi in Siria e in Iraq, il Ttip, infine crisi ucraina e i rapporti con la Russia - ma è evidente che l’incontro sarà soprattutto colto come un’occasione per tastare il terreno del dopo-Obama, per sentire dal presidente uscente cosa ci si potrà aspettare dal suo successore.

 

Ciò che Obama pensa di Trump ormai lo può dire solo indirettamente. Ma il senso è palese. Il presidente americano ha ricordato che decenni di democrazia e di ordine mondiale liberale «ci hanno regalato una prosperità mai viste prima». E ha definito l’Unione europea «una delle maggiori conquiste globali». La democrazia «è duro lavoro », ha sottolineato, rispondendo anche alla domanda di un cronista che gli chiedeva delle manifestazioni anti-Trump: «Non sarò io a dire ai manifestanti di tacere».

 

Caratterialmente meno propensa ai superlativi, Merkel è sembrata sincera nel suo ringraziamento a Obama, definito «un amico». La cancelliera ha apparentemente fatto una concessione all’antica richiesta americana di un maggiore impegno nella Nato, affermando che la Germania spenderà di più per la Difesa. Ma si tratta anche di un primo messaggio distensivo verso Trump.

OBAMA MERKEL OBAMA MERKEL

 

In campagna elettorale il leader populista ha minacciato di non difendere più i partner dell’Alleanza atlantica che investano troppo poco per armi e eserciti. La preoccupazione di perdere l’alleato storico contro la minaccia russa è motivo di vera angoscia, di qua dell’Atlantico.

 

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