Estratto dell’intervista di Annalisa Cuzzocrea a Andrea Orlando da “la Stampa”
Renzi e Meloni dicono sia tutta colpa del reddito di cittadinanza. Lo fa anche il ministro del Turismo, il leghista Garavaglia, in merito alla crisi di lavoratori che mette a rischio la stagione estiva. È così?
«L'erogazione media del reddito è di 580 euro. Con le modifiche, dopo due chiamate congrue, si perde l'assegno. Stiamo trasferendo i dati alle agenzie per il lavoro e ai centri per l'impiego che avranno questo compito oltre a un riconoscimento economico quando collocano qualcuno. Ma l'ordine di grandezza del fenomeno va raccontato nel dettaglio».
Facciamolo.
«Da dopo la pandemia i percettori di reddito sono costantemente scesi. Negli ultimi tre mesi, di 50 mila unità al mese. In tutto sono tre milioni di persone. Un terzo, sulla base della legge, è occupabile. Sono 900 mila. Di questi, il 20-22% ha già un impiego, che però non gli fa superare la soglia di povertà. Ne restano 750 mila.
Il 55% donne, molte con bambini difficilmente occupabili in settori come edilizia e agricoltura, il 45% uomini. Due terzi sono al Sud. Quindi, nelle aree in cui c'è una carenza di manodopera ci sono 300 mila percettori di reddito. Un numero consistente di loro ha un livello di scolarizzazione che non raggiunge la terza media. Questo è il quadro».
Traduco: il reddito di cittadinanza c'entra poco con la mancanza di manodopera.
«Anche mandando a lavorare tutti non risolveremmo la questione delle vacanze e infatti lo stesso Garavaglia dice che c'è bisogno di un nuovo decreto flussi».