Estratto dell’articolo di Alberto Simoni per “la Stampa”
antony blinken arriva a pechino
C'è la spinta americana dietro la grazia che ha riportato in libertà Patrick Zaki, 32 anni, e Mohammed El Baqer, cinquantasettenne avvocato per i diritti umani fra i cui clienti figura anche Alaa Abdel Fattah per la cui scarcerazione si era speso direttamente Joe Biden lo scorso novembre. Il tweet con cui martedì il Dipartimento di Stato ha chiesto il rilascio, immediato, dello studente copto dell'ateneo di Bologna andava oltre l'auspicio ed era un messaggio che Washington ha voluto indirizzare al leader egiziano Abdel Fatah Al Sisi.
[…] il 29 gennaio […] il segretario di Stato Antony Blinken in missione proprio al Cairo, aveva detto che «tutti gli egiziani devono potersi esprimere liberamente senza il timore di rappresaglie». Allora il capo della diplomazia statunitense aveva approfittato della visita in Egitto per tenere un discorso all'American University del Cairo per spronare «l'emergente classe dirigente egiziana».
[…] È all'interno di questa cornice che Washington ha deciso di inviare il tweet pro-Zaki, non casuale e non estemporanee ma figlio di una strategia che, se colloca Al Sisi al centro dello scacchiere africano e mediorientale elevandolo ad alleato prezioso e fondamentale sui temi economici e di sicurezza (un miliardo di dollari l'anno è il valore degli armamenti Usa destinati al Cairo), dall'altra non lo esenta da subire le pressioni Usa sul fronte dei diritti umani.
Nel comunicato diffuso dal Dipartimento di Stato dopo un bilaterale dello scorso dicembre Blinken metteva l'accento su un aspetto: ovvero che le relazioni bilaterali fra Usa ed Egitto «sono rafforzate dai tangibili progressi sui diritti umani in Egitto». […] In un report dello scorso febbraio Human Rights Watch aveva denunciato la mancanza di trasparenza, abusi continui, torture e detenzioni immotivate in Egitto.
Fra settembre del 2020 e febbraio del 2021 sono stati ad esempio arrestate 4500 senza una formale accusa; e sono decine di migliaia – alcune Ong stimano sino a 60mila – i prigionieri politici nelle carceri egiziani. Tuttavia, Washington ha voluto sottolineare che il rilascio di alcuni attivisti e giornalisti, avvenuto in novembre, e il miglioramento delle libertà fondamentali e dei diritti umani rappresentavano un fatto importante. Ieri in una nota inviata a La Stampa, un portavoce del Dipartimento di Stato ha ribadito che Washington continuerà a fare pressioni sull'Egitto affinché rilasci tutti i prigionieri politici. […]