1. SANDERS SI RITIRA E LANCIA BIDEN E TRUMP PARLA GIÀ DI RISCHIO BROGLI
Federico Rampini per “la Repubblica”
Addio al "nonno comunista" che fece sognare una generazione. Bernie Sanders si ritira ufficialmente da una gara per la nomination democratica che è stata oscurata dal coronavirus, e dopo una contestatissima primaria del Wisconsin che offre oscuri presagi per la regolarità delle elezioni. Joe Biden diventa il candidato ufficiale dei democratici per l' elezione presidenziale del 3 novembre, dopo che l' ultimo degli sfidanti ha abbandonato.
«La mia campagna finisce, ma il nostro movimento continua », ha detto il 78enne senatore del Vermont, ritirandosi per la seconda volta: era già stato in lizza nel 2016 contro Hillary Clinton. Ma se quattro anni fa era arrivato a un pelo dal traguardo, alimentando illazioni e polemiche sulle manovre dell' establishment democratico per scippargli la nomination, stavolta le chance di Sanders erano già sfumate. La svolta avvenne nelle primarie del Sud quando fu chiaro che gli afroamericani stavano tutti dalla parte di Joe Biden; poi fu la volta degli Stati del Midwest dove anche la classe operaia bianca preferiva il moderato Biden a Sanders, che si proclama orgogliosamente socialista e propone un modello di welfare europeo con sanità e università gratuite.
Sanders ha un seguito forte tra i giovani, e in alcune élite delle due coste, ma non abbastanza da poter contrastare l' accumulo di delegati in favore dell' ex vicepresidente di Barack Obama. Sanders ha detto di Biden che «è una persona molto onesta, per bene» e ha promesso di fare campagna in suo favore.
Ma in quella frase «il movimento continua » c' è la speranza di Sanders di poter condizionare ancora questa campagna elettorale. Secondo lui - e molti opinionisti che lo sostengono - la devastazione umana ed economica della pandemia è una rivincita delle sue tesi, per esempio sulla necessità di adottare un sistema sanitario nazionale sul modello europeo, unificato sotto la gestione pubblica e gratuito, invece della sanità privata americana.
Più in generale la depressione economica in atto dovrebbe spingere ad una massiccia espansione del ruolo dello Stato, quel socialismo che invoca da una vita Sanders, e che lo rende popolare nei campus universitari. Quindi pur ritirandosi dalla gara per la nomination l' anziano socialista sarebbe alla fine il vincitore morale. Ma questa narrazione cozza contro alcuni fatti. Biden nell' ultimo duello tv che li oppose fu duro nel respingere l' opzione della sanità pubblica: «È quella che hanno in Italia e non ha funzionato».
I sistemi europei sono in affanno quanto la sanità americana; negli Stati Uniti peraltro esistono dei pezzi di sanità pubblica (Medicare per gli anziani, Medicaid per i poveri) che sono arrivati altrettanto impreparati alla sfida del contagio. In quanto al ruolo dello Stato per attutire lo shock della crisi economica, si sta già allargando a dismisura dopo il varo della maxi-manovra da 2mila miliardi di dollari, approvata con un consenso bipartisan fra Casa Bianca, Senato a maggioranza repubblicana, Camera a maggioranza democratica.
Ma l' amministrazione pubblica è al collasso, l' erogazione di aiuti alle famiglie e alle imprese è bloccata da inefficienze e disservizi.
Il ritiro di Sanders è giunto dopo una disastrosa primaria del Wisconsin, il cui risultato sarà noto solo fra una settimana, e comunque ormai irrilevante. I democratici volevano rinviare le primarie, i repubblicani hanno prevalso. L' affluenza è stata minima, circa il 16%, tra polemiche sui rischi di contagio e una fuga in massa di scrutatori e presidenti di seggi. Donald Trump ha già cominciato a parlare di «brogli » legandoli all' uso del voto per corrispondenza.
È un assaggio di quel che potrebbe accadere il 3 novembre al voto finale. Quand' anche l' epidemia fosse del tutto superata, ci saranno strascichi di preoccupazione sanitaria. La destra boicotta con ogni appiglio il voto per corrispondenza. Trump ha sempre sostenuto - senza prove - che «Hillary Clinton ebbe milioni di voti falsi, grazie ai brogli». L' incubo di un' elezione rinviata in extremis, oppure turbata da irregolarità, ricorsi, diventa realistico.
JOE BIDEN RICEVA LA MEDAL OF FREEDOM DA BARACK OBAMA
Tanto più che Trump ha già esaurito il breve rimbalzo nei sondaggi. Aveva avuto una ripresa di popolarità la settimana scorsa, con un sondaggio che gli assegnava addirittura il 60% di consensi sulla gestione della crisi. Ma forse era un effetto della sua visibilità: ogni sera è in tv a reti unificate per la conferenza stampa sul coronavirus, mentre Biden recluso in casa è scomparso dai media. Però quel rimbalzo dei sondaggi è finito, ora Trump è di nuovo sotto il 50%. A novembre il presidente che si vantava di aver governato l' America nella fase della sua massima prosperità, dovrà vedersela con trenta o quaranta milioni di disoccupati.
2. FINE CORSA PER LA SINISTRA DI SANDERS LA MOSSA DI OBAMA «LIBERA» BIDEN
Giuseppe Sarcina per il “Corriere della Sera”
(…) Trump si è inserito con un tweet: «Bernie Sanders è fuori! Grazie a Elizabeth Warren.
hillary clinton e bernie sanders
Non fosse stato per lei, Bernie avrebbe vinto in quasi tutti gli Stati nel Super Martedì. Finisce proprio come volevano i Democratici e il Comitato nazionale del partito, cioè nello stesso modo che abbiamo visto con il fiasco della corrotta Hillary. I sostenitori di Bernie dovrebbero venire nel partito repubblicano, spostatevi!».
La provocazione del presidente lancia quella che sarà la campagna elettorale più anomala e difficile della storia americana. Chiusa la fabbrica dei comizi, Trump userà il podio dei briefing quotidiani sul coronavirus. Biden proverà a trovare spazi e a dare sostanza a una possibile gestione alternativa della crisi.
Vedremo, perché il quadro emotivo, prima ancora che politico, è fluido. L' ultimo sondaggio commissionato dalla Cnn segnala umori in movimento. Il 55% degli interpellati pensa che l' amministrazione abbia fatto «un pessimo lavoro» nell' opera di prevenzione della pandemia e il 52% boccia le mosse attuali del governo. Il 45% è invece soddisfatto. Sarà questo il perimetro dello scontro, almeno per qualche mese.
Oggettivamente non c' era lo spazio mentale, e non solo algebrico, per continuare lo scontro interno al partito democratico. Probabilmente, stando alle indiscrezioni dei media americani, è il concetto su cui avrebbe insistito anche Barack Obama. L' ex presidente avrebbe chiamato nei giorni scorsi Sanders per convincerlo alla resa. Il Senatore alla fine ha ceduto.
Biden, ora, dovrà conquistare il voto dei sostenitori di Sanders che da mesi scrivono sui social: «O Bernie o nessun altro». Probabilmente l' astensionismo della sinistra contribuì alla sconfitta di Hillary Clinton nel 2016. È il tema per Biden, ma lo è anche per i radical. Non a caso Elizabeth Warren si è defilata dopo aver abbandonato la gara, il 5 marzo scorso. E Alexandria Ocasio-Cortez, la giovane star «democratico-socialista», già a metà marzo, dopo aver scaricato Sanders, ha fatto sapere che avrebbe appoggiato Biden, nel caso fosse stato lui il front-runner del partito.