Massimo Gramellini per il “Corriere della Sera”
Il Pd non può allearsi con i Cinquestelle, altrimenti la metà dei suoi elettori non lo vota, ma non può allearsi nemmeno con Renzi, altrimenti non lo vota l'altra metà. Forse potrebbe allearsi con Calenda, ma è Calenda che non può allearsi con il Pd, altrimenti gli elettori di destra nauseati da Salvini e Berlusconi, e disposti a votare lui, non lo voterebbero più. Certo, il Pd potrebbe sempre allearsi con Mélenchon, ma bisognerebbe prima trovare Mélenchon, qualcuno che incarni la causa dei poveri anche fisicamente: l'unico con la faccia giusta è Landini, che però in politica per ora non vuole entrarci.
la replica di mario draghi al senato 2
Questo per quanto riguarda il centrosinistra, parlandone da vivo. Nel centrodestra predestinato alla vittoria, Meloni vuole che a decidere il premier sia chi prenderà più voti, cioè lei, ma Berlusconi adesso ha cambiato idea e vuole che il premier lo scelgano i parlamentari eletti, con la segreta convinzione che sceglieranno lui.
Quanto a Salvini, che ormai si lascia intervistare solo tra rosari e madonne, ha deciso di saltare un giro e punta direttamente a fare il Papa. Mentre Draghi spicciava casa, i partiti hanno avuto un anno e mezzo, dicesi un anno e mezzo, per pensare esclusivamente ai fatti loro, cioè a scrivere una nuova legge elettorale e a ridisegnare le regole del gioco, del loro gioco. Non hanno fatto nemmeno quello. Draghi li ha sfidati in aula, domandando: «Siete pronti?». La risposta è arrivata ed è desolante: non sono pronti. Né a far governare lui, né a governare loro .