1. SONO ANNI CHE IL PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI NON FA CHE RIPETERE CHE LA PRIMA MINACCIA DA COMBATTERE È IL TERRORISMO. MA DICHIARANDO GUERRA AL REGIME DI ASSAD, OBAMA COMBATTERÀ AL FIANCO DI AL-QAEDA, FEROCE OPPOSITORE DI ASSAD 2. ROBERT FISK, INVIATO DELL’’’INDEPENDENT’’, IRONIZZA: “PERCHÉ IL PENTAGONO NON CHIEDE UN AIUTO AD AL-QAEDA? POTREBBE FORNIRE UN SACCO DI INFORMAZIONI UTILI ALLA CIA” 3. FISK AGGIUNGE: “I PRECEDENTI MILITARI FRA USA E SIRIA NON SONO PER NULLA CONFORTANTI: NEL 1983 GLI AMERICANI AVEVANO INTENZIONE DI BOMBARDARE DELLE BASI MISSILISTICHE SIRIANE, PROPRIO COME OGGI. LA CONTRAEREA DI DAMASCO RISPOSE (GRAZIE ALLE ARMI FORNITE DALLA RUSSIA): IL CONFLITTO SI CONCLUSE CON DUE AEREI STATUNITENSI ABBATTUTI, UN SOLDATO UCCISO E UN ALTRO FATTO PRIGIONIERO”

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Da "The Independent" - A cura di Andrea Andrei per Dagospia
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Sono anni che il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, non fa che ripetere che la vera nonché prima minaccia da combattere è il terrorismo. Lo ha ribadito anche negli ultimi giorni, subito prima dell'escalation della crisi siriana.

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Peccato però che Obama, manifestando l'intenzione di attaccare Assad, sia caduto inevitabilmente in una contraddizione che i suoi detrattori, c'è da scommetterci, non gli perdoneranno facilmente.

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Come fa notare l'editorialista del quotidiano britannico "Independent" Robert Fisk, dichiarando guerra al regime siriano, Stati Uniti e Gran Bretagna si sono messe dalla parte di al-Qaeda, uno dei più feroci oppositori di Assad. Un'alleanza, continua ironicamente Fisk, che nessuno Stato occidentale né lo stesso gruppo terroristico ammetteranno mai, ma che si realizzerà nella sostanza.

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Fra gli obiettivi che Obama ha intenzione di colpire nella sua "guerra lampo" contro la Siria non ci saranno infatti di certo quelli del Fronte al-Nusra, il gruppo di ribelli siriani legato ad al-Qaeda. «Perché il Pentagono non chiede un aiuto ad al-Qaeda?», provoca il corrispondente da Beirut dell'Independent, «potrebbe fornire un sacco di informazioni utili all'intelligence».

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Considerazioni, quelle di Fisk, che già in molti condividono (soprattutto perché gli attentati a New York e Londra sono ancora molto vivi nella memoria) e che di certo contribuiscono a gettare altre ombre su un intervento armato che a quanto pare nemmeno gli Usa vorrebbero che degenerasse in un'altra guerra stile Iraq.

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Non solo: Fisk ricorda anche i precedenti scontri militari fra Siria e Usa. Nel 1983 gli americani avevano intenzione di bombardare delle basi missilistiche siriane, proprio come oggi. La contraerea di Damasco rispose (grazie alle armi fornite dalla Russia): il conflitto si concluse con due aerei statunitensi abbattuti, un soldato ucciso e un altro fatto prigioniero.

 

 

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