STESSA SPIAGGIA, STESSO CAOS – A POCHI GIORNI DALLA SCADENZA DELLE CONCESSIONI BALNEARI, IL 31 DICEMBRE, LE REGIONI SI MUOVONO IN ORDINE SPARSO – LA ROMAGNA INDICE NUOVE GARE MENTRE C’È CHI PROROGA DI UN ALTRO ANNO – IL TUTTO PERCHÉ IL GOVERNO MELONI SI È ARROCCATO NELLA DIFESA DELLA “CASTA” DEI BALNEARI – L’AFFONDO DEL “WALL STREET JOURNAL”: “LE SPIAGGE ITALIANE OFFRONO UN ALTRO SPACCATO DELLA MANCANZA DI CONCORRENZA E DELLA RESISTENZA AL...”

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Estratto dell’articolo di Paolo Baroni per “La Stampa”

 

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Mentre Rimini ha deciso di indire nuove gare altri comuni importanti dal punto di vista turistico, come quello di Viareggio o come Genova, hanno optato per la proroga di un altro anno delle autorizzazioni: fatto sta che a pochi giorni dalla scadenza del 31 dicembre delle concessioni, sancito in più occasioni dal Consiglio di Stato sulla scorta delle prescrizioni di Bruxelles, sul fronte dei balneari regna il caos.

 

UN MERCOLEDI DA MELONI - MEME BY EMILIANO CARLI UN MERCOLEDI DA MELONI - MEME BY EMILIANO CARLI

«Le spiagge italiane offrono un altro spaccato della mancanza di concorrenza e della resistenza al cambiamento» spiegava ieri il Wall Street Journal in un lungo reportage sull'Italia dove paragonava questa vicenda a quella dei taxi ricordando, tra l'altro, che «l'Ue si è lamentata della mancanza di gare d'appalto pubbliche e delle entrate insignificanti che il governo italiano raccoglie per questi privilegi».

 

Per Riccardo Zucconi, che per Fratelli d'Italia ha seguito il tavolo tecnico che nei mesi scorsi è stato istituito a palazzo Chigi, tavolo che ha prodotto la mappatura ufficiale le spiagge disponibili e di quelle già occupate, la pronuncia della Corte europea e quella più recente della Cassazione che ha annullato una sentenza del Consiglio di Stato per eccesso di giurisdizione, il quadro normativo risulta notevolmente semplificato e per il governo dovrebbe essere più semplice varare le nuove regole.

 

CONCESSIONI BALNEARI - QUANTO INCASSA LO STATO CONCESSIONI BALNEARI - QUANTO INCASSA LO STATO

A Rimini intanto si preparano alle barricate. «Quello deciso dall'amministrazione comunale - spiega Gabriele Boldrini, presidente dell'Associazione ristoranti sul mare - è un salto nel vuoto, sia per l'amministrazione che per i concessionari demaniali, perché ovviamente ci troveremo fortemente in difficoltà ad affrontare evidenze pubbliche senza una norma nazionale, senza una guida che valga sull'intero territorio nazionale».

 

[…]

 

Rimini non sarà però la sola città a seguire questa strada. Decisioni analoghe starebbero per essere adottate in tutta la Riviera. Secondo l'assessore regionale al Turismo dell'Emilia Romagna, Andrea Corsini, «tutti i comuni, come concordato, faranno delle delibere, questo perché siamo ancora in assenza di una normativa nazionale che regoli l'assegnazione delle concessioni demaniali marittime in scadenza il prossimo 31 dicembre. Una situazione assurda, un disastro annunciato che colpisce duramente lavoratori e imprese balneari, di cui il responsabile è uno solo: il governo».

 

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Dal fronte dei 5 Stelle concordano con questa analisi: «il tempo sta scadendo senza che il governo abbia fatto nulla, a parte tenere la testa sotto la sabbia, e il 2024 porterà con sé una costosa infrazione europea, che pagheranno tutti i cittadini, oltre a contenziosi e ricorsi» segnala il senatore Marco Croatti.

 

[…] Il rischio è che nel frattempo continui però il rimpallo tra le istituzioni. «In questo momento - lamenta Boldrini – tutti ci danno addosso ed avanti di questo passo, se si procederà con le gare, anche le concessioni balneari potrebbero diventare preda delle mafie come tanti alberghi: a Rimini, infatti, a causa di anni di politiche turistiche fallimentari, molti stanno chiudendo per passare poi nelle mani di prestanome della Ndrangheta.

 

VIGNETTA DELL ECONOMIST SUI BALNEARI ITALIANI VIGNETTA DELL ECONOMIST SUI BALNEARI ITALIANI

Alcuni di questi sono già stati chiusi dalla Procura, ma molti altri stanno lavorando sbaragliare la concorrenza e rilevare poi altre attività. Se lo fanno con gli alberghi immaginiamo cosa potrebbe succedere con gli stabilimenti».

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