LA STRATEGIA DI PUTIN PER “NASCONDERE” LA GUERRA IN PATRIA: MANDARE A MORIRE IN UCRAINA CHI VIVE LONTANO DALLE CITTÀ – NELLE REGIONI PIÙ REMOTE E POVERE LE PERDITE SONO MAGGIORI. AD ESEMPIO NELLE REPUBBLICHE DI TUVA E DI BURIAZIA I CADUTI SONO 57 E 55 SU 100 MILA ABITANTI, IN QUELLE DEL NENEC E DELLA REGIONE DI MAGADAN 44,9 E 43,6 – PER UN CONFRONTO BASTI PENSARE CHE A SAN PIETROBURGO LE CIFRE SONO MOLTO INFERIORI (0,7), A MOSCA SI SFIORA UN CADUTO OGNI 100 MILA ABITANTI – E PUTIN HA ANCORA MOLTA “CARNE DA MACELLO” DA USARE...

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Estratto dell’articolo di Marco Imarisio per il “Corriere della Sera”

 

soldato russo si arrende al drone ucraino 5 soldato russo si arrende al drone ucraino 5

Come fare la guerra e non sentirla. O meglio, non farla sentire e trasmettere all’esterno, e soprattutto al proprio interno, l’idea che il carnaio ucraino sia un evento lontano. Dalle conseguenze comunque tollerabili in termini di vite perdute. Che invece, secondo stime non ufficiali, avrebbero superato almeno le 120.000 unità.

 

Nel lungo periodo potrebbe diventare un gioco di prestigio difficile, anche per la Russia. Ma può riuscire, quando si ha a disposizione uno spazio geografico immenso, e un patrimonio di risorse umane quasi sei volte superiore a quello del nemico. La Repubblica popolare di Tuva ha fatto parte dell’Impero cinese fino alla seconda metà dell’Ottocento e ancora oggi adotta il buddhismo come propria religione.

 

soldato russo si arrende al drone ucraino 4 soldato russo si arrende al drone ucraino 4

Il circondario autonomo del Nenec, affacciato sul Mare di Barents e abitato dall’omonima minoranza etnica, è considerato il regno della tundra glaciale. Con solo la metà delle sue terre a sud del circolo polare artico, la provincia della Chukotka è il soggetto della Federazione russa con il minore reddito pro capite. Fino al 1991 faceva parte dell’Oblast di Magadan, che si spinge fino ai confini del Giappone. Nel 2012, un sondaggio del Levada Center rivelò che otto russi su dieci ignoravano l’esistenza di queste loro regioni.

 

soldati russi decapitano un ucraino 2 soldati russi decapitano un ucraino 2

Queste quattro aree hanno in comune l’estrema povertà, l’isolamento, la scarsa densità abitativa, e il maggior numero di soldati morti al fronte in rapporto ai propri abitanti, triste primato condiviso con la Repubblica di Buriazia, i cui militari divennero purtroppo famosi per il massacro compiuto nella città di Bucha, all’inizio del conflitto.

 

Ogni mese, il sito indipendente Mediazone e la fondazione FreeBuryatia, creata nel marzo del 2022 da membri della diaspora buriata, forniscono un aggiornamento statistico calcolando il numero dei militari russi uccisi ogni centomila abitanti. A settembre, le perdite della repubblica di Tuva e quella di Buriazia sono state di 57 e 55 caduti su 100.000, quelle del Nenec e della regione di Magadan 44,9 e 43,6, seguite dal circondario di Chukotka (38) e dalla Transbajkalia (Siberia meridionale: 36,9), e dalla regione di Sakhalin (36,1), nell’estremo Oriente russo.

 

A guardarli nel loro divenire, sono numeri che spiegano bene la strategia del Cremlino. Anche all’inizio dell’Operazione militare speciale le perdite più di massa, in percentuale rispetto alla popolazione, erano state registrate nelle autonomie etniche e nelle regioni depresse con un livello di retribuzione sostanzialmente inferiore a quello medio. […]

 

tymofiy mykolayovych shadura soldato ucraino giustiziato dai russi3 tymofiy mykolayovych shadura soldato ucraino giustiziato dai russi3

L’analisi progressiva dei dati di ogni ricerca (Mediazone usa come lugubre parametro il numero di funerali celebrati in ogni regione di uomini abili e arruolati) dimostra come lo sfruttamento umano delle zone più remote del Paese sia ben lungi dall’esaurirsi. Anzi, si fa sempre più intensivo, con lutti crescenti nelle regioni sopracitate. Quel che invece non è mai cambiata è la sostanziale «impunità» delle grandi città.

 

A San Pietroburgo si dorme abbastanza tranquilli, con una mortalità militare di 0,7 ogni centomila persone. Stime di poco superiori a Kazan e Niznij Novgorod, nella ricca e popolosa Russia centrale, dove il Cremlino non vuole avere problemi, almeno fino alle elezioni presidenziali del prossimo 18 marzo. Figurarsi a Mosca, nella cui regione si sfiora quota uno, talvolta superata come nei mesi di giugno e luglio, ma solo perché vi hanno sede le cinque più grandi guarnigioni del Paese.

 

Esiste una Russia di serie A preservata e un’altra Russia di serie B mandata al fronte, tuonano i siti della dissidenza, alcuni dei quali si spingono a ipotizzare una sorta di pulizia etnica interna. «Alla fine di questa guerra, rimarranno solo i russi slavi», scrivono alcuni analisti di Meduza. Quel che appare certa è una sorta di selezione economica in atto. […]

rissa tra soldati mobilitati in russia rissa tra soldati mobilitati in russia soldati russi si picchiano sul retro di un camion 5 soldati russi si picchiano sul retro di un camion 5 TOMBE DI SOLDATI RUSSI A LUGANSK TOMBE DI SOLDATI RUSSI A LUGANSK crimini di guerra commessi da soldati russi in ucraina 8 crimini di guerra commessi da soldati russi in ucraina 8 il soldato russo che ha castra un ucraino il soldato russo che ha castra un ucraino crimini di guerra commessi da soldati russi in ucraina 7 crimini di guerra commessi da soldati russi in ucraina 7 soldati russi protestano 1 soldati russi protestano 1 soldati russi protestano 6 soldati russi protestano 6 soldati russi protestano 2 soldati russi protestano 2 rissa tra soldati mobilitati in russia rissa tra soldati mobilitati in russia

 

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