Estratto dell’articolo di Emanuele Lauria per “la Repubblica”
matteo salvini e giorgia meloni
Dal fisco alle opere pubbliche: la lunga campagna elettorale del Matteo Salvini di governo. Sempre lì sul pezzo, a cercare consensi ma su un piano diverso, dal cuore delle istituzioni. Ha tolto la felpa, è sceso dalla ruspa. Non è più l’autista del trattore, è il progettista dei lavori. […] La questione fiscale, ad esempio, punta dritto alla pancia dell’elettorato: vuole liberare gli italiani “ostaggi” dell’Agenzia delle entrate, dice che sulla pace fiscale “andrà fino in fondo. […] E sono slogan che si concretizzano in azioni concrete in Parlamento, grazie all’azione dei fedelissimi.
Spesso e volentieri in contrapposizione a Fratelli d’Italia, partito alleato ma avversario alle Europee. […] Di certo, sul fisco continua la battaglia della Lega. Massimo Garavaglia, a dispetto del suo ruolo super partes di presidente della commissione Finanze, ha presentato una raffica di emendamenti alla delega fiscale, tutti volti a ridurre o eliminare sanzioni amministrative e penali per chi non è in regola con i versamenti. A circoscrivere l’azione dell’amministrazione finanziaria.
GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI - BY EDOARDO BARALDI
Meloni, non è un mistero, ha già espresso insofferenza per le intemerata della Lega sull’argomento. Ma la campagna elettorale “istituzionale” dell’ex capitano in grisaglia ministeriale non si ferma. Si chiude una settimana intensa, per Salvini. Chi l’ha visto alla Lanterna di via Tomacelli, martedì scorso, parla di una trasformazione. Il capo della Lega si è messo a spiegare ai manager delle grandi aziende di Stato, e ai rappresentanti degli ordini professionali, il suo piano di opere pubbliche, piccole e grandi: dal Ponte sullo Stretto alla diga di Campolattaro nel Beneventano. Nelle prime file, a vederlo illustrare le slide, c’erano tutti: i capi di Ferrovie, Rfi, Enel, Terna, Ita, Italo. Rappresentanti dell’Abi, della Bei e di Cassa depositi e prestiti. Rettori.
Anche lo storico (ex?) rivale interno Giancarlo Giorgetti ad applaudirlo. È la sfida di governo. E lui, Salvini, oggi dice ai suoi che poi non è stata una iattura dover rinunciare al Viminale, obiettivo sul quale aveva parametrato la corsa delle Politiche, più o meno un anno fa. E ora lo aspettano alla storica festa della Lega di Cervia, appuntamento attorno al quale negli anni si è costruito il mito del Papeete.
Ma il Salvini in veste istituzionale ha già fatto sapere che limiterà la sua presenza, parlerà domani sera dal palco della manifestazione e poi, probabilmente, tenterà di trascorrere qualche ora di relax con il figlio nello stabilimento dell’eurodeputato Massimo Casanova. Eviterà, come l’anno scorso, di farsi vedere dietro la consolle del dj a petto nudo con un mojito in mano. Quei tempi, oggi, sembrano lontanissimi. […] non mancano i nostalgici di una Lega di lotta che non sia subalterna a FdI, e in tanti attendono risultati concreti sull’Autonomia e sulla lotta all’immigrazione […]