Rocco Cotroneo per il “Corriere della Sera”
Si prolunga l’agonia della presidenza di Dilma Rousseff in Brasile, sullo sfondo di una crisi politica ed economica sempre più acuta. Il lento processo di impeachment avanza tra colpi di scena quotidiani.
L’ultimo è arrivato con un blitz del presidente ad interim della Camera, Waldir Maranhão, il quale ieri ha sospeso per decreto personale tutto l’iter. In teoria, la decisione annullerebbe il voto a stragrande maggioranza (367 contro 137) che il 17 aprile aveva in sostanza posto fine alla presidenza della Rousseff.
Ma in pratica non succederà, perché i ricorsi alla Corte suprema sono già scattati, e il processo di impeachment è ormai depositato al Senato, seconda tappa. E qui dovrebbe essere votato tra domani e dopo, con probabile nuova sconfitta della «presidenta».
Al momento tutto lascia supporre che il Senato andrà avanti. Con un secondo voto di sfiducia a maggioranza semplice, la Rousseff dovrà abbandonare subito il palazzo del Planalto, sede della Presidenza, per ritirarsi nella residenza privata dell’Alvorada.
Al suo posto prenderà il potere il vice Michel Temer, il quale sceglierà i nuovi ministri. In teoria è un allontanamento di 180 giorni, in attesa che il processo si concluda. Ma è opinione diffusa che una volta lasciata la presidenza, difficilmente la Rousseff vi potrà rientrare.
Dilma vive i suoi ultimi giorni da presidente, continua a tagliare nastri e parla in pubblico, sempre gridando al golpe e all’ingiustizia. Insiste che il processo di impeachment è illegittimo, perché non ha commesso alcun reato e soprattutto non si è macchiata di colpe personali.
Cerca solidarietà all’estero, parlando con i network tv internazionali. Medita un’uscita con coreografia dal palazzo del Planalto, giovedì o venerdì, scendendo lungo la simbolica rampa (dove avvengono le cerimonie di insediamento) insieme ai fedelissimi dei suoi anni: i movimenti sociali, i contadini «sem terra», gli indios. Nelle stanze del potere, invece, ha il vuoto attorno.
Persino Lula, dopo essersi battuto a vuoto per vincere la battaglia della Camera, si è defilato. L’ex presidente è chiuso in casa con i suoi avvocati, non si fa vedere in giro da settimane. La sua posizione nello scandalo Petrobras è sempre più delicata, e si è tornati a parlare di un possibile mandato di arresto.
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