1. CAMILLO RUINI: «DALLE UNIONI CIVILI RISCHIO DERIVE QUELLE NORME VANNO CAMBIATE»
Gian Guido Vecchi per il “Corriere della Sera”
Eminenza, le unioni civili sono legge. Che giudizio ne dà?
«Il mio giudizio è decisamente negativo. Equiparare al matrimonio le unioni tra persone dello stesso sesso significa stravolgere dei parametri fondamentali, a livello biologico, psicologico, etico, parametri che fino a pochi anni fa tutti i popoli e tutte le culture hanno rispettato.
È quindi un problema gravissimo, per l' umanità e oggi per l' Italia. È anche un problema per la Chiesa, per il semplice motivo che la Chiesa non può disinteressarsi del bene della gente».
Il cardinale Camillo Ruini, 85 anni, per diciassette Vicario di Roma e sedici alla guida della Cei, com' è suo costume non gira intorno all' argomento. Il cardinale Bagnasco ha detto che il «colpo finale» sarà l' utero in affitto...
«Il cardinale Bagnasco ha detto una parola di verità, che fa luce su varie illusioni e anche mistificazioni. Già adesso si stanno moltiplicando le sentenze giudiziarie che legittimano le adozioni e purtroppo non ci sarà bisogno di attendere molto per qualche pronunciamento europeo che, a parte il nome, parifichi del tutto le unioni civili al matrimonio».
I vescovi potevano farsi sentire di più?
«Per la verità i vescovi non hanno taciuto: anch' io mi sono espresso ripetutamente e come me molti altri, a cominciare da Bagnasco. In parlamento e nelle piazze l' iniziativa è stata giustamente presa dai laici, ma il nostro appoggio era indubbio».
Bagnasco ha parlato delle difficoltà delle famiglie. Perché l' Italia, con la sua storia, le ha sempre sostenute poco rispetto al resto d' Europa?
«Questo è un vero paradosso e soprattutto è una grande disgrazia per l' Italia, che ormai da quarant' anni è in preda a una crisi demografica, con sempre meno giovani e sempre più anziani. È questa la principale ragione del nostro declino anche economico. È urgente perciò cambiare strutturalmente la politica fiscale, che adesso in Italia penalizza le famiglie e dovrebbe invece avvantaggiarle, in base al numero dei figli.
I figli sono il futuro non solo dei loro genitori ma di tutto il Paese. Su questo tema vi sarebbero tantissime altre cose da dire, riguardo al lavoro, alla casa, ai servizi per i bambini, alla cultura, ai mass media: rimando a uno studio molto accurato che, come Cei, abbiamo pubblicato cinque anni fa con Laterza, "Il cambiamento demografico"».
Tornando alla legge, come rimedierebbe ?
«Bisognerebbe cambiare alcuni punti, o almeno integrarla con altre norme che impediscano le derive peggiori. Giuristi di grande competenza hanno formulato varie proposte, ma serviranno a poco se non c' è la volontà politica di approvarle».
Il Papa ha esortato a uno «stile di vita semplice» e chiesto di mantenere solo strutture e beni «per l' esperienza di fede e di carità del popolo di Dio». La Chiesa italiana lo seguirà?
«Penso che vi sia nella Chiesa italiana una volontà diffusa di seguire le indicazioni di Papa Francesco. Di più, per vari aspetti si è già proceduto in questa linea. Bisogna evitare però quell' equivoco che il Papa chiama pauperismo: ad esempio, le risorse che la Chiesa gestisce e destina alle famiglie in difficoltà, alla cura e all' educazione dei bambini e dei ragazzi, all'assistenza ai malati e agli anziani, non sono certo un tradimento della sua missione.
E lo stesso discorso vale per le strutture richieste per la pastorale, come gli edifici di culto, gli oratori, i seminari. Abusi ci sono stati e sono sempre possibili, ma non dobbiamo fare di ogni erba un fascio».
2. ORA RISPUNTANO I TEOCON PRONTI AL REFERENDUM E A TRASFORMARSI IN PARTITO
Carmelo Lopapa per “la Repubblica”
Era il segnale che attendevano. I teocon della destra italiana - tornata unita almeno sotto il cartello della guerra alle unioni civili e già in trincea per il referendum abrogativo - avevano segnato in rosso la data di ieri.
E i segnali filtrati da Oltretevere erano fondati: la relazione del presidente della Conferenza episcopale Angelo Bagnasco in occasione dell’assemblea generale si trasforma nel secondo pesante affondo, dopo quello di una settimana fa del segretario della stessa Cei, Nunzio Galatino.
Un input non da poco per la mobilitazione che Eugenia Roccella, Gaetano Quagliariello, Maurizio Sacconi, Carlo Giovanardi e poi Maurizio Gasparri e Alessandro Pagano e tanti altri hanno già avviato.
E a questo punto si parte subito. «In occasione del primo Family day contro la procreazione assistita la Cei (di Ruini, ndr) si era schierata con noi apertamente - racconta la portavoce di allora, la deputata Roccella ex Ncd ora Idea con Quagliariello -Con Papa Francesco questo non potrà avvenire, ma certo dopo Bagnasco sentiamo un certo sostegno spirituale, questo sì».
Il comitato referendario era stato annunciato, una manifestazione è invece già bella e organizzata. Niente piazze per ora. Sponda nel mondo delle associazioni cattoliche è entrata in azione. Massimo Gandolfini, promotore dell’ultimo Family day al Circo Massimo con il suo Comitato “Famiglie per il No al referendum” ha dato appuntamento per sabato 28 maggio all’Auditorium Antonianum di Roma per una prima kermesse di lancio del comitato. Alla quale, inutile dirlo, i parlamentari saranno presenti e schierati in prima fila.
Trapela un diffuso entusiasmo e una rinata intraprendenza, nel sentire i loro propositi nelle ore immediatamente successive all’uscita di Bagnasco. Pronti a trasformare il Comitato parlamentare per il no al ddl sulle unioni civili in qualcosa di molto più permanente e trasversale. Insomma, quel che Salvini e Berlusconi sono riusciti a mandare in frantumi, si sta ricompattando e ampliando (anche a frange dell’Ncd) in pochi giorni grazie alla Cirinnà.
GIOVANARDI GASPARRI QUAGLIARIELLO
Il Nuovo centrodestra di Alfano è la sigla che su questo scoglio rischia di infrangersi. Soprattutto dopo che ieri il ministro dell’Interno ha dovuto prendere le distanze dal presidente della Cei sul tema caldo dell’utero in affitto. Il senatore Sacconi è autosospeso di fatto dal partito e ha anche votato contro la fiducia al governo. Ed è già con un piede fuori anche il deputato Alessandro Pagano, corteggiato da Fdi, Fitto e Lega. «Mi attendevo un chiarimento da Alfano e quanto successo ora accresce le distanze, io sto con Bagnasco.
Colpa della lobby gay che condiziona il Pd e che non ha voluto una legge che tutelasse i diritti dei bambini». La presidente del comitato, Roccella: «Un primo quesito è pronto, il secondo lo stiamo formulando, ma per la raccolta firme aspettiamo che passi l’estate e forse anche il referendum costituzionale per evitare confusioni» dice lei.
il ministro dell interno angelino alfano
Al comitato, racconta Quagliariello «hanno aderito in blocco Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia, il mio movimento Idea, quello di Fitto Cor e pezzi di Ncd. Pronti a depositare in Cassazione un primo quesito abrogativo del titolo primo della legge». Ma prima, la legge Cirinnà andrà promulgata, poi si parte.