Enrico Marro per il “Corriere della Sera”
GIANCARLO GIORGETTI E GIORGIA MELONI
Quattro giorni e mezzo. È il tempo a disposizione del Senato per esaminare e approvare definitivamente la legge di Bilancio per il 2023, che ha ricevuto il via libera dalla Camera all'alba del 24 dicembre. Il testo della manovra da 35 miliardi (21 articoli, migliaia di commi, per un totale di 488 pagine) è stato trasmesso a Palazzo Madama, dove è stata convocata l'aula per le 14 di oggi, per l'avvio della sessione Bilancio con le comunicazioni del presidente Ignazio La Russa sullo svolgimento dei lavori.
Sarà una corsa contro il tempo per approvare la manovra da 35 miliardi di euro entro sabato 31 dicembre ed evitare così l'«esercizio provvisorio» di bilancio, ipotesi che governo e maggioranza non vogliono neppure lontanamente prendere in considerazione. Per questo il testo della manovra dovrà essere approvato senza alcuna modifica rispetto a quello del Senato. Per definire l'iter e i tempi della discussione e delle votazioni la conferenza dei capigruppo è convocata per le 13.
L APPROVAZIONE DELLA LEGGE DI BILANCIO
L'esame partirà dalla commissione Bilancio, che si riunirà in sede referente a partire dalle 15. La stessa commissione è convocata, anche con sedute notturne fino a mercoledì 28 e anche giovedì mattina, se necessario. Obiettivo: portare il testo in aula e chiudere la partita tra lo stesso giovedì e venerdì, ovviamente ricorrendo anche qui, come alla Camera, al voto di fiducia, che accorcia i tempi dell'iter e mette al riparo da eventuali incidenti sugli emendamenti, attraverso i quali le opposizioni cercheranno di ostacolare il cammino della manovra che giudicano iniqua e sbagliata.
giorgia meloni a porta a porta 14
Il governo, invece, rivendica con orgoglio le misure prese che, per quasi due terzi sono dedicate al finanziamento degli aiuti a imprese e famiglie per contrastare il caro-energia. La premier Giorgia Meloni ha già difeso in questi giorni la manovra, pur dicendo che essa potrà essere migliorata con successivi provvedimenti. Concetti sui quali tornerà nella conferenza stampa di fine anno, giovedì 29.
In particolare, sono attesi i provvedimenti a sostegno delle le categorie interessate all'obbligo del Pos e il confronto con le parti sociali sulle pensioni. Il governo, dopo essere stato costretto dalla commissione Ue alla retromarcia sulla cancellazione dell'obbligo per gli esercenti di accettare pagamenti col Pos fino a 60 euro, ha promesso misure per ridurre i costi sostenuti dai commercianti.
GIANCARLO GIORGETTI E GIORGIA MELONI
Sulle pensioni, invece, è possibile che si interverrà di nuovo su Opzione donna, il canale di pensionamento anticipato per le lavoratrici, che ha subito una stretta in manovra, in particolare con l'introduzione del parametro dei figli, che appare discriminatorio. Il governo, inoltre, dovrà mettere a punto un provvedimento - un decreto legge, secondo il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon - per definire i nuovi criteri di congruità delle offerte di lavoro e le politiche attive per i beneficiari del Reddito. Verrà infine messo a punto un disegno legge delega per la riforma del fisco.