LA TRASFORMAZIONE DEL PARTITO DA FRATELLI A “SORELLE” FA INCAZZARE RAMPELLI – LA CORRENTE DEL VICEPRESIDENTE DELLA CAMERA BORBOTTA CONTRO LE NUOVE NOMINE IN “FRATELLI D’ITALIA” (ARIANNA MELONI NUMERO DUE) E TORNA A CHIEDERE UN CONGRESSO: “IL TEMA SEMBRA SPARITO DALL’ORIZZONTE, EPPURE SERVIREBBE UN OCCASIONE PER CONFRONTARSI E AVERE MAGGIORE SLANCIO VERSO LE EUROPEE”. A PARLARE È MASSIMO MILANI, A CUI FU SFILATA LA GUIDA DELLA FEDERAZIONE ROMANA, A GENNAIO, DA DONZELLI. CHE RISPONDE: “NON LEGITTIMAIAMO LE CORRENTI DI POTERE, RICORDIAMO I DANNI CHE PORTARONO AD AN…”

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Meloni e Rampelli Meloni e Rampelli

1. FDI: DONZELLI, 'CONGRESSO? NON LEGITTIMIAMO CORRENTI DI POTERE NE' VOGLIE STRAPUNTINO' =

(Adnkronos) - I vertici di Fdi chiudono la porta al congresso, a meno che sul tavolo non vi siano candidature alternative alla leadership di Giorgia Meloni. Lo rimarca, interpellato dall'Adnkronos, il responsabile organizzazione di Via della Scrofa, Giovanni Donzelli, dopo la richiesta di un congresso, caldeggiata dall'area dei 'Gabbiani' tramite Massimo Milani, ex coordinatore romano del partito.

 

GIORGIA MELONI E GIOVANNI DONZELLI GIORGIA MELONI E GIOVANNI DONZELLI

"Non esistono correnti in Fratelli d'Italia e non verranno mai legittimate le correnti di potere", spiega Donzelli, "anche perché ricordiamo bene i danni che portarono ad An". "Pronti a fare il congresso se ci fosse qualcosa da verificare - puntualizza Donzelli - ma questo presupporrebbe una candidatura e una linea politica contrapposta a quella attuale". Altrimenti, "chiedere alla Meloni di togliere attenzione al suo lavoro perché qualcuno spera in uno strapuntino in più sarebbe sbagliato per la Nazione", chiosa l''uomo partito' di Fdi.

 

2. FDI: NUOVE NOMINE 'SCALDANO' PARTITO, 'GABBIANI' CHIEDONO CONGRESSO 'SERVE CONFRONTO’

Antonio Atte per Adnkronos

 

A quasi un anno dalle elezioni politiche che lo hanno incoronato primo partito italiano consegnandogli le chiavi del governo, Fratelli d'Italia vara la prima infornata di nomine di peso per consolidare la sua struttura organizzativa in vista delle europee, appuntamento clou del 2024, come dimostra la scelta della presidente del Consiglio Giorgia Meloni di affidare a sua sorella Arianna la guida del dipartimento 'adesioni e segreteria politica' di Fdi.

 

MASSIMO MILANI MASSIMO MILANI

Oltre alla gestione del tesseramento e delle liste elettorali, la compagna del ministro Francesco Lollobrigida si occuperà della verifica delle iscrizioni e della loro regolarità. Ma nella falange di Via della Scrofa - apparentemente monolitica - c'è chi, temendo di essere definitivamente tagliato fuori dai giochi dal 'cerchio magico' della premier, scalpita e invoca un momento di confronto (leggasi congresso) per ottenere spazio e rappresentanza politica. "Il tema del congresso sembra sparito dall'orizzonte, non se ne parla più.

 

Meloni e Rampelli Meloni e Rampelli

Eppure servirebbe un'occasione per confrontarsi al nostro interno per avere maggiore slancio verso le elezioni europee", dice all'Adnkronos a chiare lettere il deputato di Fdi Massimo Milani, esponente di spicco della corrente dei 'Gabbiani' che fa capo al vicepresidente della Camera Fabio Rampelli e che nel gennaio scorso, a poche settimane dal voto regionale nel Lazio, fu 'ridimensionata' da Meloni con la scelta di sfilare allo stesso Milani la guida della federazione romana di Fratelli d'Italia per passare il testimone al toscano Giovanni Donzelli.

 

giorgia arianna meloni giorgia arianna meloni

La decisione della leader di Fdi arrivò dopo una kermesse organizzata dai 'Gabbiani' al teatro Brancaccio, presentata agli iscritti di Fdi come un appuntamento elettorale di partito ma in realtà dedicata alla campagna elettorale di due candidati 'rampelliani' al consiglio regionale del Lazio. Il siluramento di Milani provocò un piccolo terremoto all'interno della federazione regionale della fiamma tricolore: una 'guerra fredda' che nonostante le smentite di rito e i pubblici attestati di fedeltà alla causa meloniana prosegue sottotraccia, mentre i sondaggi continuano a premiare il partito della premier.

 

Giorgia e Arianna Meloni Giorgia e Arianna Meloni

"La leadership di Meloni - puntualizza infatti Milani - non è assolutamente in discussione, questo mi pare scontato". La nomina della sorella della premier alla guida del tesseramento e della segreteria politica "fotografa una situazione che già c'è, non mi pare così sconvolgente. Peraltro è una nomina ampiamente annunciata", afferma l'ex coordinatore romano di Fdi, che aggiunge: "Il problema non riguarda gli incarichi fiduciari. E' giusto che un partito affidi ruoli di responsabilità a persone di fiducia, su questo non c'è nulla da dire. L'auspicio, però, è che in futuro ci sia un maggiore coinvolgimento di tutti".

 

rampelli meloni rampelli meloni

Secondo Milani "fa bene a tutte le forze politiche avere un confronto interno. Il partito - osserva - sta crescendo, Fdi è fatto di tante anime che si sono fuse al suo interno: c'è una destra sociale, una destra conservatrice e una più innovatrice. Abbiamo esperienze cattoliche molto importanti.

 

Esistono tante anime e il merito di Meloni finora è stato quello di aver tenuto unite queste anime nel partito: dal democristiano Rotondi al super liberista Tremonti, in molti hanno trovato casa in Fdi". Una casa diventata molto grande, per cui, a detta dei 'rampelliani', "si rende ormai necessario un momento di confronto interno".

 

"Tipicamente i momenti di confronto sono i congressi. Il 2024 - conclude Milani - può essere il momento buono per celebrarlo, in vista delle europee". Di fronte all'ipotesi congresso i vertici di Fdi hanno risposto finora con una scrollata di spalle. "Non è una priorità", ha sentenziato a inizio luglio Giovanni Donzelli, confermato responsabile organizzazione di Fdi nel nuovo giro di nomine che ha visto, tra le altre cose, la promozione di Francesco Filini a responsabile del programma di Fdi e di Sara Kelany alla guida del dipartimento immigrazione. Sul fronte governo, invece, al sottosegretario Giovanbattista Fazzolari sarà affidato il compito di facilitare i rapporti tra l'esecutivo e Via della Scrofa, nonché con la pattuglia di parlamentari Fdi. (di Antonio Atte)

 

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