SCHLEIN: “MELONI VUOLE COMANDARE NON GOVERNARE. MERCOLEDÌ LE PROPOSTE SULLA MANOVRA, IL GOVERNO LO ASPETTIAMO IN AULA”
Estratto dell’articolo di Matteo Giusti per www.lastampa.it
Elly Schlein riparte da Radio24. Ma soprattutto dalla riforma Costituzionale cara alla premier Giorgia Meloni. E parte in attacco: «Meloni vuole comandare, non governare». «Questo governo sta provando a cambiare da solo le regole del gioco, con una riforma buttata là come un fumogeno per coprire i buchi della manovra. Una riforma pericolosa, scardina l'equilibrio fra i poteri dello stato, indebolisce il Parlamento e il capo dello Stato».
[…] ospite di Annunziata e Bellasio a “Amici e nemici” su “Radio 24 ore Il Sole 24 ore”, torna sul tema dell’invito alla festa Atreju. «Ho scelto di non andare alla loro festa di partito perché li aspettiamo in Parlamento, ad esempio sul salario minimo. Siamo sempre aperti al confronto, ma stanno esautorando il Parlamento, stanno umiliando i lavoratori e le lavoratrici contestando pure il diritto allo sciopero e stanno sfasciando la Costituzione, non sono del mood per una festa di partito. Sono io che aspetto che» Giorgia Meloni «abbia il coraggio di portare in Parlamento l'accordo con l'Albania, li stiamo aspettiamo ancora sul Mes». […]
GIORGIA MELONI ELLY SCHLEIN - SISTER ACT - BY MACONDO
MELONI ATTACCA SCHLEIN PER IL SUO NO AD ATREJU LA PREMIER: "BERTINOTTI NON AVEVA PAURA"
Estratto dell’articolo di Ilario Lombardo per “la Stampa”
C'è stato un tempo in cui Fausto Bertinotti, leader di un partito comunista, sedeva sul palco dei giovani della destra di Alleanza Nazionale, disponibile a una sfida culturale tra mondi a distanze incolmabili. Giorgia Meloni, nella hall dell'hotel Westin di Zagabria, usa i ricordi lunghi due decenni per rispondere al rifiuto di Elly Schlein di partecipare alla festa di Atreju di metà dicembre […]
GIORGIA MELONI VS ELLY SCHLEIN
La segretaria del Pd dice di no per evitare la trappola di un confronto aperto e imprevedibile, e perché crede che la sfida debba andare in scena in aula. […] Meloni evita di rendere esplicito quello che pensa – e cioè che l'avversaria ha paura di questo confronto –, ma paragona Schlein a Bertinotti, che invece «non aveva timore di dialogare» in quell'arena dove fu proprio la futura leader di Fratelli d'Italia a introdurre la tradizione di invitare ospiti ideologicamente lontanissimi dalla destra sociale che al tempo la giovane leader incarnava.
Meloni elenca i nomi di alcuni di loro, quando erano presidenti del Consiglio e sedevano dove lei siede adesso: da Enrico Letta all'attuale commissario europeo Paolo Gentiloni. È un messaggio chiaro a Schlein, a mettere alla prova il coraggio delle proprie idee. Magari Meloni dimentica che oggi lei è altro, è un capo di governo, e che il suo partito guida la coalizione di maggioranza, e che tutto questo comporta anche precise formalità istituzionali: sta di fatto che la premier vive il rifiuto della segretaria dem come l'assist inatteso a cui puntava quando ha pensato di invitarla. Adesso sarà interessante capire quale oppositore salirà sul palco di Atreju.
Anche perché la scelta di chi chiamare – e chi investire dell'ufficialità dell'avversario – definisce la strategia di Meloni, e svela le sue paure. Per esempio, ultimamente anche i suoi fedelissimi non nascondono una crescente insofferenza per il leader del M5s Giuseppe Conte. E il motivo è semplice: l'avvocato parla a una porzione di elettorato che incrocia in parte quello attratto da Meloni. […]