1 – CONSAP IN CAMPO E FILTRO DI UNA COMMISSIONE PER SUPERARE LE OBIEZIONI UE SUI RISARCIMENTI
Luca Cifoni e Michele Di Branco per ''Il Messaggero''
Risarcimenti assegnati non individualmente ma per cluster (ovvero gruppi omogenei di risparmiatori ) ed erogati dalla società pubblica Consap, dopo la valutazione di una commissione tecnica formata da nove esperti qualificati come indipendenti.
Con queste modifiche alle norme della legge di Bilancio che istituivano il Fondo indennizzo risparmiatori (modifiche inserite nel decreto crescita) il Consiglio dei ministri potrebbe oggi spianare la strada all' effettivo avvio delle procedure di rimborso a beneficio dei clienti delle sei banche fallite: nei prossimi giorni arriverà poi il decreto attuativo del Mef (potrebbe però essere anche emanato dalla presidenza del Consiglio).
Il passaggio-chiave sono proprio gli aggiustamenti alla norma originaria, necessari per definire uno schema accettabile dalla commissione europea ed allo stesso tempo evitare che ai funzionari ministeriali coinvolti possa essere richiesto dalla Corte dei Conti il danno erariale in caso di rimborsi non motivati. Sull' opportunità di queste modifiche c' erano però fino a ieri sera forti dubbi da parte del M5S. Così com' è, l' impianto della legge di Bilancio risulta non facilmente attuabile perché prevede rimborsi automatici per tutti gli ex azionisti e obbligazionisti.
LA DOTE
Un' impostazione inaccettabile per l' Europa, che aveva ventilato l' apertura di una procedura d' infrazione. «È un fatto, ricostruisce una fonte politica del Tesoro, che Bruxelles pretende che i soldi finiscano nelle tasche di risparmiatori che possano dimostrare, carte alla mano, un nesso di causalità tra le violazioni compiute dalle banche e le scelte degli investimenti». Il provvedimento, si fa notare, non solo tutela i piccoli risparmiatori raggirati, ma taglia fuori chi ha acquisito azioni e bond subordinati dopo la liquidazione delle banche.
Come dire: chi ha speculato non prenderà un euro. Dunque non basterà una semplice domanda, come era indicato in legge di Bilancio, per acquisire il diritto: i risparmiatori dovranno presentare la documentazione sull' acquisto dei titoli e provare di essere caduti, vittime inconsapevoli, nella trappola del misselling, vale a dire vendite massicce, da parte delle banche, di prodotti finanziari non adeguati al profilo dei clienti, pur di colmare i buchi patrimoniali.
GIUSEPPE CONTE E GIOVANNI TRIA
La dote finanziaria stanziata con la manovra è di oltre un miliardo e mezzo in tre anni. Sono previsti indennizzi del 30% per gli azionisti e del 95% per gli obbligazionisti subordinati (al netto di interessi e cedole e risarcimenti già incassati), fino a 100 mila euro. In casa pentastellata non si esclude però che con le risorse disponibili si possa arrivare nel caso degli azionisti anche al 50%.
luigi di maio giuseppe conte matteo salvini giovanni tria
A decidere sui risarcimenti, gestiti da Consap, sarà una commissione di 9 esperti, che l' Europa ha voluto indipendenti, insediata presso il Mef. Questo collegio non valuterà le posizioni dei risparmiatori caso per caso ma secondo dei cluster. In sostanza, i soggetti saranno classificati a seconda del danno subito e su quella base si procederà o meno all' indennizzo.
Per i rimborsi la priorità andrà a chi ha un Isee sotto i 35 mila euro, mentre è saltata l' ipotesi di concedere una corsia preferenziale, con rimborsi su semplice istanza, a risparmiatori che versano in condizioni sociali avverse.
2 – IL MINISTRO METTE NEL SACCO CONTE, DI MAIO E SALVINI
Estratto dell’articolo di Franco Bechis per “il Tempo”
(….) Allora i due vicepremier si sono messi ad abbaiare su un argomento popolare come quello dei decreti attuativi per i rimborsi ai risparmiatori truffati che il ministro dell'Economia tardava a firmare. Anche Conte, incoraggiato dai due, ha provato a fare la voce grossa, annunciando che oggi quei decreti entreranno nel testo del decretone sulla crescita che deve approvare il consiglio dei ministri.
Ma non è vero, perché alla fine anche qui comanda Tria: i decreti resteranno al suo ministero, e verranno firmati solo una volta sciolti i problemi che ci sono. Su questo il ministro dell'Economia ha pure ragione da vendere. Perché Salvini e Di Maio hanno promesso il risarcimento degli investimenti a tutti i risparmiatori che abbiano titoli e obbligazioni di Banca Etruria, Banca delle Marche, Cassa di Ferrara, Cassa di Chiesi e delle due popolari venete a patto che abbiano subito «ingiusto pregiudizio» nella sottoscrizione di quegli investimenti.
Ma come si fa a sapere se hanno subito ingiustizia? Tria dice: «lo deve stabilire la magistratura o un'autorità competente come Anac o Consob che abbia esaminato ogni singolo caso. Altrimenti io non firmo”. Ed è sacrosanto, tanto più che la promessa di rimborso vale anche per chi abbia azioni che erano quotate in borsa come quelle di Etruria.
In effetti perché mai bisogna risarcire chi liberamente avesse deciso di comprare ad esempio nel 2010 e poi aveva ancora azioni in mano quando queste avevano perso il 90% del loro valore? Lo ha fatto liberamente, conoscendo i rischi che ci sono sul mercato azionario. Perché lui deve essere risarcito alla pari di chi si è visto infilare dalla banca di fiducia titoli non quotati e obbligazioni nel proprio portafoglio, o addirittura è stato minacciato di non avere il finanziamento o il mutuo richiesto se non avesse fatto quell'investimento?
Quindi ci deve essere qualcuno che esamina i casi e dice «questo sì, questo no». Altrimenti si creerebbero i presupposti per chissà quante azioni giudiziarie. Il tipo ad esempio che ha investito in Mps perché aveva sentito da Matteo Renzi premier che sarebbe stato un affarone e invece ha perso un capitale, non avrebbe lo stesso diritto al risarcimento? Così non si finisce più. Tria ha ragione su questo e torto sulla vicenda della Bugno. Ma nell'uno e nell'altro caso ha fatto quello che voleva. Mettendo tutti nel sacco e dimostrandosi più forte di loro.
protesta dei risparmiatori davanti banca etruria 9 ALESSIO VILLAROSA RISPARMIATORI PROTESTE