ULTIME DAL TOTOMINISTRI – SALVINI FA FINTA DI NON AVERE PROBLEMI SE GIORGETTI DIVENTASSE MINISTRO DELL’ECONOMIA: “SAREBBE MOTIVO DI GRANDE SODDISFAZIONE”. LA VERITÀ È CHE SE IL “DON ABBONDIO” DELLA LEGA VA AL TESORO, LUI PRETENDERÀ UN RUOLO DI PARI PESO – LA MELONI È CONTRARIA A SCARONI ALL’ENERGIA, E SULLO SFONDO RIMANE SEMPRE IL NODO DELLA RONZULLI CHE, COME DAGO-ANTICIPATO, SOGNA DI DIVENTARE L’ANTI-MELONI E PRENDERSI “FORZA ITALIA”

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Emanuele Lauria per www.repubblica.it

giancarlo giorgetti giorgia meloni matteo salvini giancarlo giorgetti giorgia meloni matteo salvini

 

Una riunione fra Salvini e i dirigenti del partito, fra cui Giancarlo Giorgetti, e alla fine un'apertura non da poco rispetto all'ipotesi che alla Lega vada il ministero dell'Economia: "Sarebbe motivo di grande soddisfazione e orgoglio occuparsi con un ruolo rilevante anche di Economia e Finanze. Donne e uomini del partito di Matteo Salvini hanno già ricoperto prestigiosi incarichi di governo dimostrando il proprio valore", si legge in una nota del Carroccio.

 

Potrebbe essere una svolta, visto che al Mef dovrebbe andare - questa la proposta che filtra dagli ambienti di Giorgia Meloni - proprio Giorgetti, uno dei rivali interni del segretario, La posizione espressa ostenta invece compattezza nella Lega.

 

SILVIO BERLUSCONI LICIA RONZULLI SILVIO BERLUSCONI LICIA RONZULLI

A questo punto l'interrogativo riguarda il ruolo che avrà Matteo Salvini, che di certo - se entrerà al governo - non potrà essere inferiore a quello di Giorgetti. Si parla di un incarico da vicepremier con la delega alle Infrastrutture. Ma siamo ancora nel campo delle ipotesi e dei tatticismi.  

 

Silvio Berlusconi arriverà intanto nel pomeriggio a Roma, in vista della prima seduta del nuovo Parlamento che si terrà giovedì. Ma il vertice con gli altri leader del centrodestra – si apprende da fonti della maggioranza – dovrebbe tenersi non prima di domani. Possibili invece incontri con i dirigenti forzisti o altri esponenti della maggioranza nel pomeriggio e in serata. Sul tavolo restano i nodi che riguardano in prima battuta le presidenze delle Camere.

 

Lo scontro per la presidenza delle Camere

silvio berlusconi licia ronzulli ??by istituto lupe silvio berlusconi licia ronzulli ??by istituto lupe

Lo schema sarebbe già pronto e prevederebbe i nomi di Ignazio La Russa (Fdi) per il Senato e Riccardo Molinari (Lega) per Montecitorio. Ma Matteo Salvini insiste sulla candidatura di Roberto Calderoli per Palazzo Madama, L’accordo sui vertici delle Camere è parallelo ma non indipendente da quello sul governo, con al centro la questione Giorgetti. Il nome del vicesegretario della Laga gode della stima del premier uscente Mario Draghi che l'ha avuto nella sua squadra ma anche di quella dell’ex ministro, e neo-eletto di Fdi, Giulio Tremonti (che di Draghi, peraltro, non è mai stato amico).

 

Il nodo Ronzulli

salvini giorgetti salvini giorgetti

L’altra questione dibattuta è quella che riguarda la senatrice forzista Licia Ronzulli, che Silvio Berlusconi vuole assolutamente al governo e con un ministero non secondario. Difficile che andrà alla Salute, più probabile che per lei – se Meloni accetterà – un portafoglio più leggero: si parla del Turismo.

 

PAOLO SCARONI - SILVIO BERLUSCONI - ALEXEY MILLER - VLADIMIR PUTIN PAOLO SCARONI - SILVIO BERLUSCONI - ALEXEY MILLER - VLADIMIR PUTIN

Circola in queste ore il nome di Paolo Scaroni, ex ad di Enel ed Eni, molto attivo nelle ultime settimane con una serie di interviste in cui – tra l’altro – si dice contrario al maxi-scostamento di bilancio e critica il ruolo dell’Europa che non avrebbe evitato  che alcuni Stati membri traessero vantaggio  dalla crisi del gas a scapito di altri (tra cui l’Italia). Posizione non distante da quella di Fdi.

 

L'ipotesi Scaroni all'Energia

Il nome di Scaroni, che è presidente del Milan, nei conciliaboli interni di Arcore è stato fatto con interesse in questi giorni proprio da Silvio Berlusconi. Ma, al di là della disponibilità manifesta dell’interessato, manager di lungo corso che nel 1996 ha patteggiato un anno e 4 mesi per tangenti (il reato è stato estinto nel 1997) versate al Psi per appalti Enel, c’è un problema tecnico a rendere complicata l’operazione: a Scaroni dovrebbe andare una delega all’Energia con un accorpamento di Transizione ecologica e Sviluppo Economico che comporterebbe tempi lunghi.

giancarlo giorgetti e matteo salvini 2 giancarlo giorgetti e matteo salvini 2

 

E Meloni, per partire speditamente con il suo governo, non intende intraprendere questa strada. Resterebbe in piedi l’ipotesi, tutta da verificare, di una nomina di Scaroni come commissario. Ma sono boatos. E una fonte qualificata di Fdi boccia l'indicazione dell'ex ad di Eni: "Scaroni? Nome che è circolato ma la vedo difficile"   

 

La sola ipotesi sollecita la reazione di Carlo Calenda, secondo cui mettere Scaroni all'Energia equivarrebbe ad avere "un amministratore delegato di Gazprom. Paolo Scaroni è il maggior responsabile insieme a Berlusconi della nostra dipendenza dal gas russo", scrive su Twitter.

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