URSULA VON DER LEYEN È IN RAMPA DI LANCIO MA I FRANCHI TIRATORI AFFILANO I COLTELLI – MACRON E SCHOLZ, INDEBOLITI DALLE ELEZIONI EUROPEE, ACCELERANO PER IL BIS DELLA PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE (DI CUI ERANO I PRINCIPALI NEMICI FINO A DOMENICA). LA MELONI È PRONTA A DIRE SÌ CON FRATELLI D’ITALIA, AL PARLAMENTO. MA L’ALLARGAMENTO DELLA MAGGIORANZA AI CONSERVATORI POTREBBE SCATENARE UNA REAZIONE A CATENA DEI SOCIALISTI (CHE COME STAMPELLA PREFERIREBBERO I VERDI)

-

Condividi questo articolo


1. TRATTATIVE PER I RUOLI CHIAVE VON DER LEYEN ORA HA PIÙ CHANCE

Estratto dell’articolo di Francesca Basso per il “Corriere della Sera”

 

URSULA VON DER LEYEN URSULA VON DER LEYEN

 […] Il pacchetto Ursula von der Leyen alla Commissione e Antonio Costa al Consiglio europeo sembra restare il più solido. Ma solo alla cena informale dei leader Ue del prossimo lunedì si capirà se al Consiglio europeo di fine mese si arriverà all’indicazione formale dei quattro top jobs . È chiaro però che non c’è tempo da perdere, non sarebbe un segnale politico di forza da parte dell’Ue restare senza guida. E Scholz ieri lo ha fatto capire.

 

Il secondo tavolo è quello delle delegazioni nazionali al Parlamento, perché von der Leyen […]  dovrà poi essere votata dalla plenaria. I gruppi in sé non danno certezze essendo il voto segreto (i franchi tiratori rappresentano circa il 10%), dunque la strategia è andare a bussare alle singole porte tra i socialisti, i liberali, i verdi e ad alcune delegazioni dell’Ecr, come quella ceca del premier Fiala e di FdI di Meloni.

 

LO SPOSTAMENTO DELL EUROPA A DESTRA - VIGNETTA DEL NEW YORKER LO SPOSTAMENTO DELL EUROPA A DESTRA - VIGNETTA DEL NEW YORKER

Il capogruppo del Ppe Weber già domenica sera ha invitato socialisti e liberali «a unirsi» al Ppe, che «ha vinto le elezioni», per creare «un’alleanza pro-europea». I partiti stanno ponendo le loro condizioni. I socialisti hanno ribadito l’indisponibilità «se il Ppe negozia con i Conservatori e Riformisti».

 

La capogruppo di Renew Valerie Hayer chiede «nessun accordo con Meloni, con il PiS, con Reconquête. È l’estrema destra e noi vogliamo preservare il cordone sanitario». Parole che hanno scatenato la reazione di FdI. Il copresidente dell’Ecr Nicola Procaccini l’ha accusata di avere «una grave carenza di cultura democratica».

 

Se i numeri sono solidi per il Ppe (186 seggi) e per S&D (135), il terzo posto invece può essere ancora conteso tra Renew Europe (79) e i conservatori dell’Ecr (73). I liberali potrebbero ridursi se decidessero di espellere il partito olandese Vvd del premier uscente Rutte per l’alleanza di governo con l’estrema destra di Wilders. […] Sta cercando di crescere […] l’Ecr: «Puntiamo al terzo posto — spiega Procaccini al Corriere — però non contano solo i numeri, anche l’omogeneità».

ANTONIO COSTA - PEDRO SANCHEZ ANTONIO COSTA - PEDRO SANCHEZ

 

Il bacino in cui andare a pescare è rappresentato dai non iscritti (45 deputati) e dagli eletti con partiti sbarcati per la prima volta al Parlamento (55). Nel primo gruppo siedono Fidesz (10 deputati) del premier ungherese Orbán e la tedesca AfD (14 seggi), espulsa di recente dall’Id.

 

In febbraio il leader magiaro aveva chiesto di entrare nell’Ecr creando più di qualche mal di pancia tra le delegazioni più moderate come la ceca, che piuttosto sarebbe pronta a passare al Ppe. […] Orbán ieri è tornato a vagheggiare l’unione dell’Ecr di Meloni e dell’Id di Le Pen: «Se si mettessero d’accordo con gli eurodeputati di Fidesz, potrebbero diventare la seconda forza politica». Al momento non sembra essere nei piani. Le Pen e Salvini si incontrano domani a Bruxelles con gli altri leader dell’Id per valutare la richiesta dell’AfD di rientrare nel gruppo. Per essere accettato il partito ha a sua volta espulso Krah.

 

meloni orban meloni orban

2. PARIGI E BERLINO ACCELERANO SULLA NOMINA DI VON DER LEYEN MA L’INCOGNITA SONO I VERDI

Estratto dell’articolo di Claudio Tito per “la Repubblica”

 

C’è uno spettro che aleggia sulla testa di Ursula von der Leyen: la bocciatura formale in Parlamento. E la mina che può far deflagrare il voto ha un nome: il gruppo dei Verdi. La presidente uscente della Commissione risulta indubbiamente rafforzata dal voto di domenica scorsa. La sua soluzione appare come quella più semplice e praticabile. Quella che teoricamente accontenta il partito vittorioso, il Ppe, che può tranquillizzare i socialisti del Pse, e che crea meno problemi ai due leader clamorosamente sconfitti dalle urne: Emmanuel Macron e Olaf Scholz. […]

 

MANFRED WEBER DONALD TUSK MANFRED WEBER DONALD TUSK

Eppure […] basta poco per far saltare l’intesa. In questo caso […] le condizioni che le parti stanno ponendo stanno mettendo in allarme l’inquilina di Palazzo Berlaymont. Ormai è chiaro che la maggioranza che eleggerà il vertice dell’esecutivo Ue si baserà ancora su Ppe, Pse e Renew. […] Ieri sera si è svolto un summit online dei leader popolari. Nei prossimi giorni ci saranno contatti tra i delegati dei due partiti, lo stesso Scholz con lo spagnolo Sánchez da una parte e il polacco Tusk con il greco Mitsotakis dall’altra.

 

URSULA VON DER LEYEN URSULA VON DER LEYEN

Il nodo si sta stringendo intorno al ruolo dei Verdi. I socialisti […] pongono tre condizioni: l’esclusione dell’Ecr e quindi della Meloni dalla maggioranza, l’inclusione dei Verdi e l’assegnazione della presidenza del Consiglio europeo al portoghese Costa. Sul primo punto lo stato maggiore del Ppe ha già risposto positivamente. Anche sul terzo, ossia il secondo “top job”. Lo scontro si sta invece consumando sul ruolo che potranno avere gli ambientalisti.

 

Il gruppo che fa capo a Manfred Weber ha già fatto sapere che non può accettare un’intesa formale con i Verdi. In primo luogo perché il Green Deal rappresenta una cicatrice e fonte di scontro. Eppoi perchè la loro presenza stabile ridurrebbe il Ppe […] a soggetto debole: la somma dei deputati di Pse ed ecologisti supera i popolari.

 

MANFRED WEBER URSULA VON DER LEYEN DONALD TUSK MANFRED WEBER URSULA VON DER LEYEN DONALD TUSK

La risposta che daranno Tusk e Mitsotakis sarà netta: il perimetro della maggioranza non cambia. Resta quella della scorsa legislatura. E poi chi vuole si aggiunge: i Verdi o anche una parte dell’Ecr. Ossia Fratelli d’Italia, il partito di Meloni. Un discorso che alla fine i socialisti accetteranno, anche se malvolentieri: li espone al gioco del “doppio forno” con i Conservatori già seguito in questa ultima parte di legislatura.

 

Questo però comporterà un rischio: che il quorum di 361 voti non venga raggiunto. Nonostante sulla carta questo accordo possa contare su oltre 400 deputati. Già cinque anni fa la percentuale di franchi tiratori era consistente. La paura di Von der Leyen è allora che il meccanismo degli “odii incrociati” possa farla cadere davanti al test dell’Eurocamera. Del resto, nel suo stesso partito non tutti la apprezzano. Nel Pse e in Renew la situazione non è migliore.

 

manfred. weber 2 manfred. weber 2

Anche per questo, la “spitzenkandidat” vuole proseguire la trattativa per gradi. Per ora non si vuole sbilanciare sui Verdi ed evita nuove aperture alla premier italiana. Nei prossimi giorni si dedicherà alla creazione di una maggioranza in Consiglio europeo: convincere, cioè, i capi di Stato e di governo a designarla come candidata ufficiale (serve la maggioranza assoluta degli Stati membri che rappresentino almeno il 65% della popolazione europea). Solo successivamente lavorerà al programma da presentare in Parlamento.

 

Antonio Costa - primo ministro portogallo Antonio Costa - primo ministro portogallo

[…] Per von der Leyen […]le insidie non mancano. Da tenere presente che nel negoziato vanno inseriti anche altri due “top jobs”. L’Alto Rappresentante Ue (il ministro degli Esteri) che potrebbe essere riservato ai Liberali e la presidenza del Parlamento: la popolare maltese Roberta Metsola per i primi due anni e mezzo. La seconda parte della legislatura toccherebbe a un socialista. Ma la partita è appena iniziata.

GIORGIA MELONI - VIKTOR ORBAN GIORGIA MELONI - VIKTOR ORBAN ITALIA E VISEGRAD - VIGNETTA BY ROLLI - IL GIORNALONE - LA STAMPA ITALIA E VISEGRAD - VIGNETTA BY ROLLI - IL GIORNALONE - LA STAMPA manfred. weber manfred. weber URSULA VON DER LEYEN DOPO LE ELEZIONI EUROPEE URSULA VON DER LEYEN DOPO LE ELEZIONI EUROPEE Antonio Costa Silva Antonio Costa Silva meloni orban meloni orban URSULA VON DER LEYEN DOPO LE ELEZIONI EUROPEE URSULA VON DER LEYEN DOPO LE ELEZIONI EUROPEE

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – APPROFITTANDO DEL ''VUOTO DI POTERE'' ALLA CASA BIANCA, NETANYAHU STA SERIAMENTE PENSANDO DI COLPIRE TEHERAN - SE DOVESSE ATTACCARE, LA RISPOSTA DELLA MACCHINA BELLICA DI KHAMENEI NON SARA' PIU' DIMOSTRATIVA PERCHE' ISRAELE VERREBBE COLPITA NON SOLO DALL'IRAN MA ANCHE DA SIRIA, IRAK, YEMEN, LIBANO, GAZA, CISGIORDANIA - GLI AMERICANI PROVANO A FRENARE LA FOLLIA DEL DOTTOR STRANAMORE D'ISRAELE CON UN’OFFENSIVA DIPLOMATICA SOTTO TRACCIA: SONO STATI I SERVIZI A STELLE E STRISCE AD AVVISARE KHAMENEI CHE NASRALLAH ERA NEL MIRINO DI TEL AVIV (LA GUIDA SUPREMA HA AVVISATO IL CAPO DI HEZBOLLAH, CHE NON HA ASCOLTATO) E AD ALLERTARE ISRAELE CHE I RAZZI STAVANO PARTENDO DA TEHERAN… - VIDEO

DAGOREPORT - CON UNA OPPOSIZIONE ALLE VONGOLE, L'IMPLOSIONE DELLA LEGA E' L'UNICA SPERANZA PER VEDER CROLLARE IL GOVERNO DUCIONI - LA MELONA SA BENE CHE IL REFERENDUM SULL'AUTONOMIA POTREBBE ESSERE L'INIZIO DELLA SUA FINE. NEL PROBABILISSIMO CASO CHE VENGA BOCCIATA, CHE FARA' SALVINI? E SENZA LEGA, CADE IL GOVERNO... - SOTTO SOTTO, LA "NANA MALEFICA" (COPY CROSETTO) LAVORA AFFINCHE' IL 12 NOVEMBRE LA CORTE COSTITUZIONALE BOCCI LA LEGGE, O ANCHE SOLTANTO UNA PARTE - SULLA NORMA, NON SOLO L'OPPOSIZIONE MA TUTTA FORZA ITALIA MENA TUTTI I GIORNI SENZA PIETÀ. L'ULTIMA? L'EUROPARLAMENTARE MASSIMILIANO SALINI (PER CONTO DI MARINA BERLUSCONI) HA SENTENZIATO: "È IMPOSSIBILE DA ATTUARE" - CALDEROLI, INTANTO, CONTINUA A GETTARE CARBONE NELLA FORNACE AUTONOMISTA...

PER MAURIZIO MOLINARI L'ADDIO A “REPUBBLICA” NON È STATO UN FULMINE A CIEL SERENO: GRAZIE AL SUO STRETTO RAPPORTO CON JOHN ELKANN, SAPEVA CHE LA SUA DIREZIONE SAREBBE TERMINATA A FINE 2024 - LO SCIOPERO DELLA REDAZIONE IN CONCOMITANZA CON “ITALIAN TECH WEEK” BY EXOR HA ACCELERATO IL CAMBIO DI GUARDIA – LA MANO DI SCANAVINO DIETRO LA NOMINA DI MARIO ORFEO, CARO ALLA VECCHIA GUARDIA DI “REP” MA SOPRATTUTTO ABILISSIMO A GALLEGGIARE IN QUALSIASI TIPO DI TEMPESTE EDITORIALI. NON SOLO: "PONGO" GLI CONSENTE IL DIALOGO CON LA DESTRA: GIANNINI E BONINI SAREBBERO STATI INVECE DI ROTTURA - ORFEO HA CONOSCIUTO ELKANN E SCANAVINO ANDANDO A TUTTE LE PARTITE DELLA JUVE – DI FARE L’EDITORE A ELKANN INTERESSA NIENTE. PUNTA A FAR DIVENTARE EXOR UNA REALTÀ IMPREDITORIALE INTERNAZIONALE,  LONTANA DALL'ERA DEGLI AGNELLI A QUATTRO RUOTE (COME DAGO-DIXIT, PROSSIMAMENTE È ATTESO UN BOMBASTICO ANNUNCIO DI "YAKI" DI RISONANZA MONDIALE PER UN INVESTIMENTO DI EXOR DEFINITO DA ALCUNI "FUTURISTA") 

L’ASCESA CLAMOROSA DELLA BOMBASTICA GIUSY MELONI, FIDANZATA DI MARCO MEZZAROMA (GRANDE AMICO DELLE MELONI POTENTI) – L'AMICHETTISMO DI DESTRA NON HA CONFINI: A RAI2 SI MORMORA DI UN PROGRAMMA PER DANNY MENDEZ, COMPAGNA DEL MELONIANO GIMMI CANGIANO – LA PASSIONE DI GIORGIA MELONI PER “TEMPTATION ISLAND” E LE INDISCREZIONI SU SANREMO 2025: AL BANO INSISTE PER TORNARE ALL’ARISTON MA ROMINA POWER HA DUBBI - IL POLITICO SOVRANISTA CON PROFILO MACHISTA SAREBBE MOLTO AMICO DI UN BAGNINO DAL FISICO STATUARIO - IL DIRETTORE DI UN GIORNALE DI DESTRA HA CHIESTO A UNA FIRMA DI SCRIVERE UN ARTICOLO CRITICO VERSO DUE CONDUTTORI DI LA7, IL GIORNALISTA SI È RIFIUTATO: "MA IO VADO OSPITE NEI LORO PROGRAMMI". "NON ME FREGA UN CAZZO, TI PAGA QUESTO GIORNALE", LA REPLICA…

DAGO-ESCLUSIVO! LARGO FOCHETTI, SI CAMBIA: MARIO ORFEO SARÀ IL NUOVO DIRETTORE DI “REPUBBLICA” - LA NOTIZIA È STATA COMUNICATA DALLA PROPRIETÀ AI CDR DI “REPUBBLICA” E “LA STAMPA” - MAURIZIO MOLINARI RESTERÀ COME COLLABORATORE ED EDITORIALISTA (MA NON DIRETTORE EDITORIALE DEL GRUPPO) - JOHN ELKANN LASCIA LA PRESIDENZA DI “GEDI” A MAURIZIO SCANAVINO, AL CUI POSTO, COME AD, ARRIVERÀ GABRIELE COMUZZO – MOLINARI PAGA L’INCAPACITÀ A EVITARE I DUE GIORNI DI SCIOPERO DELLA REDAZIONE IN OCCASIONE DELL’ITALIAN TECH WEEK, UN EVENTO A CUI YAKI TENEVA MOLTISSIMO (LÌ È STATO ANNUNCIATO L’ACCORDO CON OPENAI ALLA PRESENZA DI SAM ALTMAN) – ORA ARRIVA IL NAVIGATISSIMO ORFEO (GIÀ DIRETTORE DI TG1,TG3, “IL MATTINO”, “IL MESSAGGERO”, EX DG RAI), CONSIDERATO ADATTO AD AMMANSIRE IL RIOTTOSO CORPACCIONE DI “REPUBBLICA” – ORFEO SI È MOSSO APPENA PRIMA DI ESSERE SILURATO DAL TG3, CHE ORA FINIRÀ AI 5 STELLE CON CONTE, GIÀ PRONTO A VOTARE SIMONA AGNES ALLA PRESIDENZA RAI. E ELLY SCHLEIN, CHE SI È RITIRATA SULL’AVENTINO E NON HA MAI CONSIDERATO “SUO” ORFEO, S'ATTACCA...