Lettera di Giampiero Mughini a Dagospia
Caro Dago, premesso che come sai me ne strafotto di tutto e di tutti, sono piuttosto contento che ai tempi (lontanissimi) in cui ero un collaboratore del “Foglio”, manifestai il mio dissenso da quanti su quel giornale si auguravano di prendere a bersaglio Roberto Benigni tirandogli addosso carrettate di uova.
Il tutto perché Benigni in una intervista a Enzo Biagi (fatta sul canale pubblico Rai1) s’era detto potentemente avverso a Silvio Berlusconi, e questo a poche ore da un’importante scadenza elettorale. In fatto di tempistica e dunque di deontologia professionale, non mi parve azzeccatissima la scelta giornalistica di Biagi. Solo che le uova non c’entravano affatto. Per principio e per metodo.
roberto benigni e la costituzione
Vedo che adesso le carrettate di uova a Benigni le stanno tirando quelli che lo osannarono al tempo della sua (pienamente legittima) tirata anti-Berlusconi. Sto parlando di insulti, non di ragionamenti. “Johnny-lecchino”, e dunque significa che se Benigni ha detto che la Costituzione italiana del 1947 la si può modificare – a differenza del Corano – lo fa solo per motivi loschi e abietti, lo fa perché Matteo Renzi gli ha promesso la guida della nazionale italiana di calcio o la conduzione di Sanremo o chissà che altro.
Insulti. Hanno le prove le tirino fuori, fotocopia di un contratto o altro. Se non le hanno, gli insulti e le uova non hanno diritto di cittadinanza.
Direte che è tutta una questione di coerenza, e che in passato Benigni aveva detto che la Costituzione è come il Corano. Immodificabile, pur settant’anni dopo. Il che alla velocità dei nostri tempi, è come dire un secolo dopo. A un tempo in cui non c’è una molecola del nostro vivere comune e dunque della nostra vita politica che somigli allo spirito del 1947, al tempo in cui la coalizione “antifascista” aveva appena buttato giù le dittature e nazista e fascista.
Immodificabile. Padronissimi i tanti che la pensano così che si erano ampiamente esibiti e si erano ampiamente “appellati” nell’annunciare il loro “no”.
Solo che adesso c’è qualcuno, anzi molti, che si pronuncia per il “sì”. E’ la vita, è la democrazia. Ebbene, vedo che uno dei miei giornali preferiti, “il Fatto”, li dipinge come persone poco raccomandabili, come gente con cui non andare a cena, e via via per i sentieri delle cantilene che sapete. Benigni ha cambiato idea.
Meno male. Solo i cretini non cambiano. E quanto alle modifiche costituzionali, in Francia le attuò Charles De Gaulle, quello che nel 1940 era stato pressoché solo nel dire che la Francia non si sarebbe mai arresa al nazismo vittorioso. Le attuò uno che in fatto di lealtà e di orgoglio per il proprio Paese, poteva dare lezioni a tutti i francesi. Fors’anche a tantissimi italiani pro-No.
Dal cui spirito di fazione resto stupefatto. Buon weekend a tutti.
Giampiero Mughini