VIENI AVANTI, FASSINO! - LA SITUAZIONE A TORINO È SEMPRE PIÙ DRAMMATICA: LA CITTÀ SPROFONDA SOTTO 4,5 MLD € DI DEBITI E IL RAPIDO DECLINO MEDIATICO DEL SUO SINDACO SEMBRA ORMAI INARGINABILE - AUMENTANO LE TASSE E I BIGLIETTI DEL BUS, E FIAT MIRAFIORI SI PREPARA A UNO DEI PIÙ PESANTI LICENZIAMENTI DI MASSA DELLA STORIA...

Condividi questo articolo


Riccardo Bocca per "l'Espresso"

PIERO FASSINOPIERO FASSINO

Com'erano rassicuranti, le frasi di Piero Fassino. "Con Sergio Marchionne ho rapporti fluidi e una buona interlocuzione", diceva il 18 maggio 2011 nei panni di neosindaco di Torino, certo, ma anche in quelli di ex responsabile fabbriche del Pci. "Incalzerò il governo perché compia scelte di politica industriale che rendano possibile la permanenza della Fiat a Torino e in Italia", aggiungeva. Senonché la realtà ha sgambettato il suo ottimismo.

Piero FassinoPiero Fassino

"Non era mai successo", sottolineano i sindacalisti di Mirafiori, "che i 5 mila 400 dipendenti dei nostri enti centrali, per la maggior parte colletti bianchi, finissero sei giorni in cassa integrazione". Invece questo è lo spettacolo a cui si assisterà tra giugno (14, 15, 21) e il prossimo luglio (12, 13, 19).

Una prima volta che Maurizio Marrone, consigliere comunale Pdl, interpreta senza sconti: "Per Torino è l'apice di una stagione marchiata da conti in rosso, promesse sbiadite e politiche fallimentari". E anche se la maggioranza, ufficialmente, respinge le accuse, in via riservata parla di "una stagione buia, figlia di errori che andranno corretti".

PIERO FASSINOPIERO FASSINO

Il riferimento, esplicito, è alla grandeur di Sergio Chiamparino, l'ex sindaco a cui destra e sinistra riconoscono gli stessi pregi, ma anche gli stessi difetti. "Da una parte, approfittando delle Olimpiadi invernali 2006, ha rilanciato la città rendendola più moderna ed efficiente", dice Roberto Tricarico del Pd. "Dall'altra", completa il quadro l'opposizione, "ha sommerso Torino di spese insostenibili".

Al punto che, nel consuntivo 2011 appena presentato, figlio anche della scure del governo sugli enti locali, "risultano 260 milioni di passivo di gestione e 4,5 miliardi di debiti complessivi". Senza contare il fondo di tesoreria, "precipitato da 158 milioni a una mancetta di 2 mila 700 euro".

"La situazione è drammatica", denuncia il Movimento 5 Stelle. E il problema, oltre alle miserie di cassa, è il momentaccio mediatico che sta attraversando Fassino. A maggio, per dire, nessuno voleva credere che intendesse celebrare le nozze di Nicola D'Amore, ex brigatista condannato per omicidio e rapina: tant'è che ha dovuto rinculare, alla svelta, sotto il bombardamento delle polemiche nazionali.

chiamparinochiamparino

Per non parlare dei fischi che, negli ultimi tempi, accolgono Fassino quando si espone in pubblico. "È successo al corteo del primo maggio", ricorda malvolentieri un Pd torinese. Ma anche domenica 13 maggio, se è per questo, giorno in cui la Juventus ha conquistato lo scudetto e lui allo stadio è stato zittito dai tifosi. "Fino al ventennale della strage di Capaci", testimoniano i politici presenti il 23 maggio alla Biennale per la legalità, "quando la piazza lo ha fatto desistere ancora una volta dal prendere la parola".

BEPPE GRILLO MOVIMENTO 5 STELLEBEPPE GRILLO MOVIMENTO 5 STELLE

Strano, in teoria. A marzo, Fassino era al terzo posto nella classifica Monitorcittà dei sindaci più apprezzati d'Italia. E anche i suoi nemici affezionati, a Torino, gli riconoscono il pedigree di uomo perbene e gran lavoratore: "Uno", riferiscono, "che per accelerare i ritmi fa il buttadentro ai consigli comunali, e che alla fine delle sedute svuota i cestini al posto dei commessi". Poi però c'è l'altro fronte del suo mandato, sul piatto della bilancia: quello che indispone la gente comune.

"A partire dall'aumento del 3 per cento della tassa sui rifiuti", elenca il Pdl Marrone, "passando per l'aumento di 50 centesimi sul prezzo dei biglietti dell'autobus e, in parallelo, di un euro sul costo delle strisce blu. Fino al 5,75 per mille dell'Imu sulla prima casa, mentre la media suggerita dal decreto Monti era del 4 per mille".

Tutte stangate figlie di un'unica madre, secondo l'Italia dei Valori torinese: cioè la decisione che Fassino si è trovato a prendere, a fine 2011, confermando le spese previste e violando il Patto di stabilità. "È stupido e non lo rispetteremo", dichiarava allora l'ex segretario dei Ds. "Sperava", riferisce un suo collaboratore, "che la politica romana, quella di cui si sente membro effettivo, gli concedesse una deroga".

SERGIO MARCHIONNESERGIO MARCHIONNE

Invece no: silenzio assoluto. Anche quando l'arrivederci al Patto (che causa la riduzione del 3 per cento dei trasferimenti da Roma, e il blocco delle assunzioni per gli enti pubblici, ndr.) ha impedito la proroga di circa 300 contratti a maestre precarie tra asili nido e materne, con la successiva esternalizzazione per un anno di nove nidi.

"Svendita del welfare", l'ha definita un comitato di cittadini, stupito che la decisione venisse da una giunta di centrosinistra. Mentre da parte sua Fassino, consapevole del momento ostico della città, ma anche della sua coscienza in ordine, ha sottolineato all'ultimo Salone del libro l'importanza di non abbandonare a se stesse le parti sociali più fragili, alimentando la "speranza" con "la ricostruzione di legami comunitari".

Dopodiché sarebbe ingeneroso, soffermarsi sulle altre frattaglie che stanno complicando la gestione Fassino; tipo il fatto che il suo responsabile della comunicazione, Gianni Giovannetti, guadagni in questi tempi squattrinati 186 mila euro lordi l'anno. "Ciò che conta", nota piuttosto il capogruppo comunale di Sel (Sinistra ecologia libertà) Michele Curto, "è che il sindaco trovi la lucidità e il coraggio per salvare Torino dai suoi incubi economici". Anche a costo di smentire se stesso, sarebbe forse il caso di aggiungere.

Logo Logo "Fiat"

Un anno fa, infatti, il primo cittadino dichiarava: "C'è qualcuno che ha fatto credere che vorrei privatizzare le società partecipate: non è vero!". Ora invece ha cambiato posizione: "Nel senso che sta vendendo questo patrimonio per fare cassa", dice il Pdl Marrone. E cita a riguardo il capitolo Sagat, la società che gestisce l'aeroporto, di cui la città controllava in precedenza oltre un terzo delle quote, e della quale il consiglio comunale ha adesso stabilito di cedere il 28 per cento. "Mossa per certi versi comprensibile", dice l'opposizione, "se non fosse che la base d'asta è attorno ai 58 milioni di euro, e a noi risulta un valore di circa 89".

Quanto basta per capire che, a breve, il cielo sopra Fassino rimarrà nuvoloso. Anche se a lui non piace sentirselo ripetere: "Il 28 maggio scorso", racconta ad esempio un consigliere di maggioranza, "colleghi del Pdl lo hanno accusato di aver mentito sulle conseguenze dell'uscita dal Patto di stabilità". E lui come l'ha presa? "Insomma: non benissimo". Nel senso che, sull'onda dell'amarezza, "ha minacciato di denunciarli tutti".

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

AL QUIRINALE HANNO LE PALLE PIENE DI MALUMORE PER LE SPARATE ANTI-GIUDICI DEL GOVERNO DUCIONI: "NEANCHE AI TEMPI DI BERLUSCONI..." - SERGIO MATTARELLA, CHE È IL CAPO DEL CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA, È IRRITATO PER IL CLIMA DI DELEGITTIMAZIONE COSTANTE DELLE TOGHE DA PARTE DELLA MELONI E DEI SALVINI – L’AMMISSIONE PRESIDENZIALE (“PIÙ VOLTE HO PROMULGATO LEGGI CHE RITENEVO SBAGLIATE E INOPPORTUNE”) SPIEGA BENE IL CLIMA DI INSOFFERENZA VISSUTO AL COLLE - DI SCAZZO IN SCAZZO, MATTARELLA, DEPOSTA LA MASCHERA DA "MUMMIA SICULA", POTREBBE RISPONDERE IL 31 DICEMBRE, SCODELLANDO UN DURISSIMO DISCORSO DI FINE ANNO IN MODALITA' COSSIGA: UNA PICCONATA DOPO L'ALTRA…

DAGOREPORT – LA MEGALOMANIA DI LETIZIA MORATTI NON HA LIMITE: NON PAGA DEI FLOPPONI ALLE REGIONALI E ALLE EUROPEE, SI AUTO-CANDIDA A SINDACO DI MILANO. E HA FATTO UNA “PROPOSTA INDECENTE” A MARINA E PIER SILVIO: LA SIGNORA BRICHETTO VORREBBE RILEVARE UNA QUOTA DELLA FIDEIUSSIONE BANCARIA DA PIÙ DI 90 MILIONI CON CUI I FRATELLI BERLUSCONI SONO DIVENTATI “PROPRIETARI” DI FORZA ITALIA. RISPOSTA? NO, GRAZIE – I RAPPORTI TRA LA FAMIGLIA DEL CAV E TAJANI NON SI RASSERENANO…

DAGOREPORT - L’INIZIATIVA DI OLAF SCHOLZ DI CHIAMARE PUTIN PER TROVARE UNA SOLUZIONE ALLA GUERRA, CON CONSEGUENTE INCAZZATURA DI ZELENSKY, HA UN COMPLICE: LA POLONIA DI TUSK – LA MOSSA È INNESCATA NON SOLO DALLA CRISI ECONOMICA TEDESCA MA ANCHE DAL TRIONFO DI TRUMP - CON URSULA VON DER LEYEN DEBOLISSIMA, I LEADER DI GERMANIA E POLONIA HANNO CAPITO CHE NON POSSONO LASCIARE L’INIZIATIVA DI UNA TRATTATIVA DI PACE CON PUTIN AL TRUMPONE E ALLA SUA POLITICA ISOLAZIONISTICA CHE DELL’EUROPA SE NE FOTTE...

I PRIMI 90 ANNI DI CARLO DE BENEDETTI INIZIANO ALL’HOTEL PALAZZO PARIGI DI MILANO ALLE 19.30 CON UN APERITIVO E TERMINANO CON UN BRINDISI ALLE 22.30 - 100 ATTOVAGLIATI TRA CUI IL NEO 90ENNE IL PATRON EMERITO DEL POTERE BANCARIO, “ABRAMO’’ BAZOLI, ZANDA E GENTILONI (UNICI POLITICI), EZIO MAURO E GAD LERNER – DA RCS: CAIRO, DE BORTOLI, ALDO GRASSO E LILLI GRUBER (CHE HA SCODELLATO IERI SERA SU LA7 UNA PUNTATA REGISTRATA) - MOLTI HANNO NOTATO L’ASSENZA DELLA MOGLIE DI MARCO, PAOLA FERRARI, DA SEMPRE AVVERSARIA DEL SUOCERO: “E’ IL NONNO DEI MIEI FIGLI MA MI DISSOCIO DALLE PAROLE DISGUSTOSE DETTE SU GIORGIA MELONI” – E CARLETTO NON SOLO NON L’HA INVITATA MA AVREBBE SOTTOLINEATO AL FIGLIO MARCO CHE LA PRESENZA DELLA MOGLIE PAOLA NON ERA PER NULLA GRADITA….