UN VULCANO CHIAMATO CENTRODESTRA – NELL’NCD CI SONO QUAGLIARIELLO, DE GIROLAMO, SCHIFANO E LUPI CHE VOGLIONO MOLLARE RENZI – IN FORZA ITALIA FITTO FA IL SUO GRUPPO IN SENATO E VERDINI ASPETTA DI VEDERE SE È DECISIVO PER SALVARE PITTIBIMBO

Berlusconi ostenta soddisfazione per l’andata via di Raffaele Fitto e dice ai suoi che non crede alla fuga di Denis Verdini. L’ex coordinatore toscano attende di vedere come si muoverà Renzi alla direzione del Pd di lunedì: teme che il segretario faccia un’apertura alla sinistra interna…

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Amedeo La Mattina per “la Stampa

 

nunzia de girolamo (4) nunzia de girolamo (4)

Il termine più usato e abusato nei vari meandri del centrodestra è quello del «cantiere aperto». Per la verità sembra di assistere a una maionese impazzita. Parlamentari che abbandonano Fi per fare più opposizione (fittiani) o andare in soccorso a Renzi (verdiniani); Ncd che sembra una bomba ad orologeria pronta ad esplodere in due tronconi; prove muscolari sulla leadership rivendicata da Salvini dopo la prova del voto regionale; senatori della maggioranza che fanno finta di salire sulle barricate contro il governo ma già ci stavano da tempo.

 

gianni letta gaetano quagliariello gianni letta gaetano quagliariello

È il caso di Mario Mauro e Tito Di Maggio (Popolari per l’Italia). Il terzo senatore, anzi la senatrice Angela D’Onghia, sottosegretario all’Istruzione, rimane invece nel governo e nella maggioranza. Come Domenico Rossi, sottosegretario alla Difesa. Ma Rossi è un deputato e a Montecitorio la maggioranza è vasta, mentre a Palazzo Madama il governo può contare su nove senatori. 


Ncd è una polveriera
La situazione per Palazzo Chigi potrebbe diventare preoccupante se il gruppo dei centristi dovesse spaccarsi. A parte Nunzia De Girolamo che alla Camera sta lavorando come un detonatore di Ncd in stretto contatto con Berlusconi e il cerchio magico, al Senato il coordinatore Quagliariello spinge per una modifica dell’Italicum: cambiare il premio di maggioranza, non più a un partito o a una lista ma alla coalizione. Ipotesi che Renzi esclude categoricamente e che lo stesso Alfano ha stoppato: «Noi non appendiamo i destini dell’Italia all’Italicum».

raffaele fitto raffaele fitto

 

È difficile che Ncd possa far mancare i numeri al governo sulla riforma elettorale e costituzionale o sulla scuola. Il punto però è che in quel partito sono iniziati i movimenti tra coloro che vogliono rimanere legati a Renzi anche in futuro (Lorenzin, Cicchitto, Castiglione, Pizzolante) e chi invece già guarda a un ritorno organico al centrodestra (Lupi, Quagliariello. Schifani, De Girolamo). Alfano in bilico. 


Fitto ne conta 12 al Senato
L’ex governatore pugliese ha formalizzato il suo gruppo dei Conservatori e Riformisti. Hanno pure eletto il capogruppo nella persona di Cinzia Bonfrisco. Fitto precisa che con Verdini e i soccorritori renziani di Fi non ha nulla da spartire. - «Siamo all’opposizione del governo, non ci sono dubbi. La nostra posizione è chiara: siamo nel campo alternativo a Renzi, vogliamo costruire una alternativa a questo governo». Fitto ancora non riesce a trovare i numeri (20) per formare un gruppo alla Camera ma lui dice di non avere fretta. «Procediamo gradualmente. Credo che il progetto politico sia più importante degli aspetti organizzativi».

silvio berlusconi corna 7 silvio berlusconi corna 7


Verdini incontrerà l’ex Cav


Berlusconi, che al Senato ora può contare solo 46 «fedelissimi», aveva messo in conto la scissione fittiana. Considera Fitto e amici dei politicanti di professioni che hanno usato Fi come un «taxi». «Ce ne siamo liberati. Adesso possiamo ricostruire il partito e il centrodestra. Anche Salvini entrerà a far parte della coalizione dei moderati - è convinto l’ex premier - del resto Zaia e Maroni ne fanno già parte e la vittoria di Toti in Liguria con la Lega è un altro passo in questa direzione».

 

Intanto Verdini potrebbe dargli un altro dispiacere. Berlusconi non crede però che Denis lascerà Fi. I due ieri si sono parlati al telefono e presto si incontreranno. Verdini attende di sentire Renzi alla direzione Pd lunedì prossimo: teme che il premier faccia un’apertura alla sinistra interna, rendendo inutili i suoi propositi di soccorso.

VERDINI BERLUSCONI VERDINI BERLUSCONI

Verdini Denis Verdini Denis

MATTEO RENZI E DENIS VERDINI MATTEO RENZI E DENIS VERDINI

 

 

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