ANCHE LORO MESSI BENISSIMO - COME L'ITALIA, ARGENTINA IN FINALE DI COPPA AMERICA DOPO AVER VINTO AI RIGORI: CONTRO LA COLOMBIA DECISIVO IL PORTIERE MARTINEZ DAGLI 11 METRI, DOPO CHE I TEMPI REGOLAMENTARI SI ERANO CHIUSI SULL'1-1 FIRMATO DALLE RETI DELL'INTERISTA LAUTARO E DI DIAZ - ORA LA PULCE, CHE HA GIÀ PERSO LE FINALI DEL 2007, 2015 E 2016, SFIDERÀ IL BRASILE PER IL TITOLO

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Adriano Seu per www.gazzetta.it

 

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La finale più attesa ma anche la più suggestiva, quella che vedrà di fronte Messi e Neymar. La 47esima Coppa America avrà il suo epilogo più degno grazie al successo dell’Argentina, che raggiunge in finale il Brasile superando la Colombia dopo 90' tiratissimi decisi solo dal dischetto. Apre le danze Lautaro, al terzo centro consecutivo, poi la risposta di Diaz nella ripresa e tre legni (due per la Colombia) prima degli inevitabili calci di rigore.

 

Lì risultano decisive le parate (e le provocazioni) di Martinez, che blocca tre tiri proiettando la Seleccion in finale per la terza volta nelle ultime quattro edizioni. La Pulce ci riproverà dopo le finali perse nel 2007, 2015 e 2016.

 

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L’Albiceleste si giocherà il titolo contro il Brasile per la terza volta da quando il torneo ha cambiato denominazione nel 1975, sperando di prendersi la rivincita dopo i bocconi amari ingoiati nel 2004 e nel 2007.

 

GRAFFIO LAMPO

Al Mané Garrincha di Brasilia fioccano le emozioni grazie a un’Argentina subito aggressiva e a una Colombia per nulla disposta a prestare il fianco. Da una parte la fame e il feeling della premiata ditta Messi-Lautaro, protagonista di un primo quarto d’ora travolgente, dall’altro la tenacia e la lucidità di Cuadrado e Diaz, armi in più di una Colombia capace di ribattere colpo su colpo grazie all’efficace spinta sulle corsie laterali.

 

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Ne viene fuori una sfida divertente e a ritmi sostenuti, accesa già al 4’ dal primo pallone toccato da Messi: dribbling fra tre avversari e centro per Lautaro, che spedisce a lato di un soffio. Per l’Argentina è in realtà il preludio al gol che arriva al tentativo successivo, sempre sull’asse Messi-Lautaro, ma con la decisiva partecipazione di Lo Celso in avvio di azione.

 

Preciso scarico della Pulce per il Toro e girata vincente sul palo più lontano a suggellare il solito bruciante avvio Albiceleste (quinto gol nei primi 15’ nelle ultime sei uscite).

 

LEGNI E FALLI

Comunque brava la Colombia a reagire immediatamente con un sinistro di Cuadrado a botta sicura, che però Martinez neutralizza con freddezza. La risposta cafetera va ben oltre, merito del palleggio efficace in mezzo al campo e della capacità di attaccare gli spazi di Zapata e Borré, ma a frenare la Colombia sono i legni.

 

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Due per l’esattezza nel giro di un minuto, prima su una botta di Barrios dalla distanza (palo), poi su un colpo di testa di Mina a centro area (traversa). La truppa di Rueda riscuote comunque il credito con la fortuna al 61’, quando Diaz coglie di sorpresa la difesa argentina su un rapido calcio di punizione e, spuntando alle spalle di Pezzella, beffa Martinez con la punta del piede.

 

A mezzora dalla fine, tutto da rifare quindi per l’Argentina, a cui Ospina aveva negato il raddoppio al 44’ di puro istinto su un colpo di testa ravvicinato di Gonzalez. Col passare dei minuti sale la tensione e la sfida si incattivisce dopo due brutte entrate su Messi, costretto a giocare l’ultima mezzora con la caviglia sanguinante. Il finale è un tripudio di entrate al limite, calcioni, proteste e cartellini gialli (l’arbitro Valenzuela ne distribuirà in tutto dieci).

 

RIFLESSI E PROVOCAZIONI

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L’Argentina ha due sussulti proprio allo scadere, ma Lautaro spreca un’occasione gigantesca a porta sguarnita sparando addosso a Barrios, mentre all’81’ Messi centra in pieno il palo alla destra di Ospina con un potente sinistro ravvicinato.

 

Inevitabili dunque i calci di rigore, che il portiere argentino trasforma in un autentico show. Martinez provoca ogni avversario gli si ponga davanti (“Ti conosco fratello, adesso ti mangio”), si becca i richiami di Valenzuela e rischia di scatenare la furia di Borja, ma alla fine riesce nell’intento ipnotizzando Sanchez, Mina e Cardona.

 

Per l’Argentina sbaglia invece De Paul, ma Messi, Paredes e Lautaro mantengono i nervi saldi regalandosi la sfida decisiva contro la Seleçao. “Siamo felici e fiduciosi”, ha esultato Messi a fine partita, “ma col Brasile di Neymar sarà durissima”.

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