Mario Sconcerti per il “Corriere della Sera”
Parliamo troppo di Balotelli perché non abbiamo altro di cui parlare. Una Nazionale giovane e perdente dovrebbe dare cento argomenti di discussione, ma noi parliamo quasi soltanto di Balotelli. Siamo convinti sia l'unico con un progetto d' informazione possibile, l'unico le cui stranezze possono interessare a tutti. Nel dedicarci a questo passiamo oltre le sconfitte che sono ormai tante e arrivano con qualunque selezionatore.
Ogni partita sembra sempre un primo giorno, l'accogliamo come non fosse successo niente, come se non ci fosse altro che ripartire e applicare i vecchi slogan. Forse è questo che fa di Balotelli un argomento eterno: è un vecchio slogan, mettendo lui al centro si mette di lato questo nuovo mondo di limiti. Viene usato come un tappeto sulla polvere, copre lo sporco, non lo cancella.
Ora direi che può bastare. Non si può scoprire ogni giorno diverso qualcuno che conosciamo da dieci anni, è inoltre l'ora di tornare a parlare di calcio, perché ne abbiamo bisogno, perché il calcio ci sta scappando di mano. Balotelli almeno è cresciuto, non so quali altre diavoleria inventerà, ma come giocatore è uno dei pochissimi di livello che abbiamo. Il punto non è più lui, arriva un' età in cui tutto diventa normale se non altro per abitudine.
Il punto è perché questa nostra pochezza sia diventata giornaliera, perché gli altri, molti altri, siano cresciuti più di noi e in modo diverso, perché non troviamo mai la fine di questa discesa che gli esperimenti aggravano. Balotelli in tutto questo non è nemmeno un inciampo, non può far niente.
L'argomento è capire il declino, cominciato con Lippi, con Prandelli, grandi tecnici.
Perché? È stata data la Federazione in mano ai grandi ex giocatori non per trovare un allenatore alla Nazionale, quello lo abbiamo sempre avuto, ma per trovare queste risposte. Non abbiamo mai avuto tanti consulenti così validi. Dimentichiamo allora Balotelli e cerchiamo risposte di calcio.
P.S. Va da sé che Raiola non può andare a cena con Balotelli nel ritiro della Nazionale.
Non lo può nessuno. Ma lui meno di altri. La prima a saperlo dovrebbe essere la Federazione. Per sé e per gli altri suoi giocatori, che hanno procuratori anche loro.
Prima che i ritiri diventino un mercato.
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