LA BANANA MARCIA COME REGALO DI NATALE? IL PILONE DI ORIGINE GUINEANE DELL’ITALRUGBY, CHERIF TRAORÉ, PERDONA I COMPAGNI – “UN GESTO IDIOTA MA IL GRUPPO NE USCIRÀ PIÙ FORTE” - IL GIOCATORE DEL BENETTON RUGBY AVEVA RICEVUTO UNA BANANA IN UN SACCHETTO DELL’UMIDO: “L’AUTORE DEL GESTO SI E’ SCUSATO. HO APPREZZATO. CONTINUEREMO A LOTTARE CONTRO OGNI FORMA DI DISCRIMINAZIONE” – VIDEO

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Matteo Valente per https://corrieredelveneto.corriere.it/

 

 

cherif traorè cherif traorè

Cherif Traoré, il giocatore del Benetton Rugby e della Nazionale italiana che ha denunciato su Instagram di aver ricevuto dai suoi compagni una banana marcia come regalo di Natale, ha cancellato il post specificando di aver perdonato gli autori del gesto. Il perdono è arrivato dopo una riunione in cui Traoré si è confrontato con i compagni dopo quanto avvenuto durante il “Secret Santa”; momento in cui come ogni anno i giocatori trevigiani si scambiano dei regali reciprocamente, ma che stavolta si è trasformato in un momento di bassa umanità con la consegna al pilone di una banana dentro un sacchetto dell’umido.

 

«La riunione è stata l’occasione per confrontarsi e capire come quanto fatto da un mio compagno in occasione dello scambio dei regali Natale sia puramente frutto di una idiozia e nient’altro. - ha detto Traoré - Ho apprezzato ed accettato le scuse sue e quelle dell’intera squadra. Sono contento del gesto e sono sicuro che quanto accaduto renderà il gruppo ancora più solido. Siamo una famiglia e come tale continueremo ad impegnarci dentro e fuori dal campo lottando, come sempre fatto, contro ogni forma di discriminazione».

 

 

 

cherif traorè cherif traorè

Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente biancoverde Amerino Zatta condannando subito il fatto. Che storce con la storia e l’identità della società che porta il nome della famiglia Benetton che con Oliviero Toscani fece molte campagne antirazzismo in tempi non sospetti e che mai aveva fatto registrare situazioni del genere. «Quanto accaduto nei confronti di Cherif non rispecchia in nessun modo la nostra identità ed i valori che da anni la famiglia Benetton in primis porta avanti - ha specificato il presidente - Sono contento che Cherif abbia accettato le scuse capendo l’assurda stupidità compiuta da un proprio compagna di squadra».

 

Nel pomeriggio, erano arrivate anche le parole del sindaco di Treviso Mario Conte che aveva condannato fermamente il gesto dei compagni di Traoré. «Treviso condanna con forza ogni forma e ogni atto di razzismo - aveva detto Conte - Dispiace per quello che è successo al giocatore Cherif Traorè: un episodio a dir poco spiacevole, dal quale tutti noi prendiamo le distanze e che non rappresenta in alcun modo i trevigiani, lo sport e, in particolare, il rugby e la squadra del Benetton, da sempre esempio di rispetto e di sani principi».

 

 

Il post di denuncia

A raccontare l’accaduto era stato lo stesso Traorè utilizzando i social in un post poi cancellato dopo il chiarimento. «Sta arrivando Natale e come da tradizione in squadra è il momento del Secret Santa. Un momento conviviale e scherzoso. Un momento dove ti puoi permettere di fare regali anonimi ai tuoi compagni, di quelli anche pungenti, ironici – aveva scritto Traorè - Ieri (martedì, ndr), quando è stato il mio turno, all’interno del mio regalo ho trovato una banana. Una banana marcia, dentro un sacchetto dell’umido. Oltre al fatto di reputare il gesto offensivo, la cosa che mi ha fatto più male e vedere la maggior parte dei miei compagni presenti ridere. Come se tutto fosse normale».

 

cherif traorè cherif traorè

Un gesto inspiegabile, se non come quello di uno scherzo di cattivissimo gusto gestito male e finito peggio. Perché il richiamo al razzismo purtroppo è fin troppo evidente: «Sono abituato o meglio, mi sono dovuto abituare, a dover fare buon viso a cattivo gioco ogni volta che sento battute a sfondo razzista per cercare comunque di non inimicarmi le persone vicine – aveva continuato Traorè - Ieri è stato diverso però. Fortunatamente, alcuni compagni, soprattutto stranieri, hanno cercato di supportarmi. Fuori dall’Italia un gesto come questo è condannato gravemente anche all’interno di piccole realtà, e questa volta voglio dire la mia.

 

Non ho dormito tutta la notte». Traorè aveva concluso il post specificando una delle ulteriore ragioni che l’aveva spinto a denunciare il fatto. «A questo Secret Santa erano presenti anche ragazzi giovani, di origini diverse –aveva concluso Traorè - Ho deciso di non stare in silenzio questa volta per fare in modo che episodi come questo non succedano più per evitare che altre persone si ritrovino in futuro nella mia situazione attuale. E sperando che il mittente impari una lezione…»

 

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