Estratto dell'articolo di Gaia Piccardi per il Corriere della Sera
Aryna Sabalenka, n.2 del mondo, bielorussa di Minsk, fiore all’occhiello del presidente Lukashenko, spazza via dal centrale Elina Svitolina, ucraina, neomamma, tipa tosta, una che — in tempi di guerra — considera non stringere la mano alle nemiche (russe e bielorusse) la sua forma di protesta personale.
Sabalenka lo sa, ma aspetta Svitolina a rete. Invano. Partono i fischi del centrale, Elina non ci sta: «La sua è stata una provocazione, sa bene come la penso. Cosa si aspettava?».
elina svitolina ignora aryna sabalenka
È un Roland Garros maleducato dall’inizio, che vieta a Zverev di iniettarsi insulina in pubblico (è diabetico), buuu selvaggi sui giocatori (Fritz trattato come un malfattore per aver eliminato Rinderknech, l’ultimo francese in tabellone), la politica s’infila ovunque e costringe Sabalenka, fedelissima del regime, a un atto di dissidenza forzata («Sono contraria alla guerra» dice; quindi anche a Lukashenko, le chiedono? «Non sostengo la guerra di Lukashenko»), il pubblico non sa più tifare: se fossimo al Foro Italico, invece che al Bois de Boulogne, imbastiremmo trattati sociologici sul generone screanzato, qui affogano tutto nel Moet, con buona pace di De Coubertin, che era nato sulla rive gauche e adesso si rivolta nella tomba.
elina svitolina ignora aryna sabalenka
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E poi c’è lui, Holger Rune, l’uomo nuovo del tennis mondiale, n.6 destinato a sfondare la porta dell’attico dei top 5 entro fine torneo, 20 anni appena, il principino danese con la vocetta da bambino che ha ereditato lo spirito vendicativo di Amleto. Holger sostiene che la sua fama da bad boy sia colpa dei giudici e di una narrazione sbagliata: non sono cattivo, sono gli altri che mi disegnano così.
Però il doppio rimbalzo della palla con cui ottiene il punto contro l’argentino Cerundolo negli ottavi (uno che all’Open Usa dell’anno scorso si era distinto per aver ammesso lo stesso reato tennistico contro Murray), grida vendetta. Impossibile, per un giocatore, non accorgersene: «Poi l’ho rivisto in tv, sono cose che succedono, gli arbitri si sbagliano: a volte a mio favore, a volte contro...», sorride il furbastro. No, Holgerino, non è così che avresti dovuto commentare un gesto vietato, vivisezionato alla moviola e criticato sui social, un altro passo nel processo di identificazione con Jimmy Connors, scorretto (ti ricordi, Barazzutti?), brutto e cattivo.
Stasera torna in campo contro il norvegese Ruud nel derby del Grande Nord, l’anno scorso furono scintille, con coda di sgradevolezze negli spogliatoi (vinse Ruud che poi arrivò in finale con Nadal, ma nell’arco di un anno i valori sembrano ribaltati infatti Rune ha vinto a Roma). «Questa volta cercheremo di essere meno drammatici» scherza l’impunito. Fischi ecumenici per tutti, Parigi val bene una rissa. Djokovic contro Davidovich chiede l’intervento del medico e finisce nella bolgia, a cui risponde con un applauso ironico.
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