Mauro Zanon per Libero Quotidiano
L' ex giocatore della Juventus, capitano della Francia campione del mondo nel 1998 e attuale allenatore della nazionale francese, Didier Deschamps, è minacciato di morte dallo Stato islamico. In un fotomontaggio, diffuso dalla Wafa Media Foundation, ossia uno degli organi di propaganda dell' Isis, i jihadisti qualificano il commissario tecnico dei bleus come un «nemico di Allah», invitando i «lupi solitari» sparsi per l' Europa a commettere degli attacchi terroristici in occasione dei Mondiali di calcio del 2018, che si terranno in Russia dal 14 giugno al 15 luglio. A reperire il montaggio fotografico raffigurante Deschamps, è stato il sito americano Site, osservatorio dei contenuti diffusi dai gruppi terroristici.
Nell' immagine, che sta facendo il giro del mondo, si vede l' allenatore dell' équipe de France ammanettato e con addosso la tenuta arancione caratteristica degli ostaggi condannati a morte dall' Isis. Dietro di lui, un uomo incappucciato lo minaccia con una pistola. La legenda invita a continuare a «terrorizzare» i nemici dello Stato islamico e a «rovinare le loro vite». Il mondo dello sport francese è sotto choc per la nuova minaccia proveniente dai soldati del califfo Abu Bakr al-Baghdadi.
PURE MESSI Ma è tutta la Francia a essere inquieta, da Paese che ha «fornito» all' esercito califfale in Siria e in Iraq il maggior numero di foreign fighters, che ha subito sul proprio territorio il maggior numero di attentati jihadisti in Europa, ed è al primo posto per numero di radicalizzati sorvegliati dai servizi segreti. La minaccia al «nemico di Allah» Deschamps, allenatore della nazionale del Paese più «infedele» d' Europa per i jihadisti, arriva a pochi giorni da un' altra immagine diffusa dall' Isis ritraente Leo Messi, fuoriclasse argentino del Barcellona. Simbolo del calcio occidentale, dunque principe dei kouffars, infedeli, Messi appare dietro le sbarre vestito da prigioniero e con l' occhio sinistro insanguinato accanto alla scritta: «State combattendo con uno Stato che non ha la parola fallimento nel suo dizionario».
Prima dell' attaccante dell' albiceleste e del ct francese, l' Isis aveva diffuso tramite l' applicazione Telegram l' immagine di un soldato rivolto verso lo stadio Loujniki di Mosca, uno degli stadi principali della Coppa del Mondo, dove verrà disputata la finale il 15 luglio 2018. Questo perché gli eventi sportivi internazionali fanno parte dei bersagli prioritari dell' Isis, e gli eventi calcistici su tutti. Già lo scorso anno, durante gli Europei che si sono tenuti in Francia, i vertici dell' Isis in Siria avevano invitato i loro mujaheddin sul territorio francese a compiere stragi e a trasformare i campi di calcio in «cimiteri».
E non si può non ricordare l' attentato mancato allo Stade de France nella tragica notte del 13 novembre 2015, quando le strade di Parigi vennero insanguinate dal commando di Salah Abdeslam. In quello stadio, tra l' altro, c' era proprio Didier Deschamps, il nuovo nemico giurato dell' Isis. Simbolo dello sport francese, eroe dei Mondiali nel 1998 assieme a Zinedine Zidane, Deschamps è recentemente finito al centro dei riflettori mediatici dopo essere stato accusato di «razzismo» da Eric Cantona, che lo ha definito «troppo francese». Le malelingue, a Parigi, dicono che abbia un «gran problema con gli arabi».
«RAZZISTA» Effettivamente, da quando ha preso le redini della nazionale, ha fatto fuori uno dopo l' altro Karim Benzema, attaccante del Real Madrid di origini algerine, Samir Nasri, anche lui figlo di algerini, e Hatem Ben Arfa, di origini tunisine, ossia le tre stelle della celebre «génération 87». Con Benzema, escluso dalla nazionale dal 2015, i disaccordi sono profondi. «Deschamps ha ceduto sotto la pressione di una parte razzista della Francia», aveva dichiarato, lo scorso anno, Benzema al quotidiano spagnolo Marca. «Le origini è ovvio. Anch' io ho vissuto questi problemi sulla mia pelle.
Posso dire la stessa cosa», aveva aggiunto Nasri, facendo eco a Benzema. Deschamps ha sempre dichiarato che il mancato coinvolgimento dei tre talentuosi «arabi» di Francia, era legato alla forte concorrenza nell' attacco della nazionale, dove spiccano Olivier Giroud e Antoine Griezmann, ma molti hanno evocato senza troppi giri di parole il «razzismo anti-arabi» della nuova nazionale francese. Non è improbabile, insomma, che queste questioni abbiano pesato nella scelta delle alte gerarchie dell' Isis di scegliere l' attuale ct come nemico da abbattere in Francia. L' assenza di Franck Ribéry dal giro della nazionale, attaccante del Bayern Monaco convertitosi all' islam, non ha sicuramente aiutato Deschamps.