1. LE AMICIZIE PERICOLOSE DI FEDEZ CRITICATE DA CHIARA FERRAGNI: A PARIGI E SULLO YACHT CON I BODYGUARD ARRESTATI
Estratto dell’articolo di Monica Serra e Andrea Siravo per www.stampa.it
Islam Hagag Christian Rosiello FEDEZ
I sorrisi su uno yacht a Porto Cervo ad agosto. Poi le pose in un hotel parigino nel weekend appena trascorso. Anche se in apparenza dopo il pestaggio al personal trainer dei vip Cristiano Iovino i rapporti si erano raffreddati, Fedez non ha mai smesso di frequentare i suoi amici della Curva Sud, con cui è anche in affari: il bodyguard Christian Rosiello e Islam Hagag, detto Alex Cologno, 35 anni, origini egiziane, ritenuto il tuttofare del capo ultrà milanista Luca Lucci, quello della stretta di mano con l’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini. [...]
Fedez con gli ultras Christian Rosiello e Islam Hagag detto Alex Cologno
Fedez non è l’unico «amico della Curva Sud». Scrive, infatti, il gip Domenico Santoro nell’ordinanza: «Dalle indagini tecniche sono emerse le ambizioni imprenditoriali di Lucci: il suo ruolo di capo della Curva gli ha consentito di tessere, soprattutto con noti artisti italiani (Fedez, Emis Killa, Lazza, Tony Effe, Cancun, Gue Pequeno), relazioni di carattere lavorativo nel settore musicale:
ciò gli ha consentito di aumentare, in maniera esponenziale, e con pochissimi controlli, i propri guadagni, avviando preliminari accordi tesi a gestire i concerti di tali artisti, sia sul territorio nazionale (ed in particolare in Calabria), sia internazionale, facendo leva sull’intraprendenza del suo fedelissimo Hagag, già in contatto con alcuni imprenditori operanti nel settore” e ai suoi rapporti col mondo criminale calabrese.
Si scopre così nelle pieghe dell’ordinanza dell’Antimafia che è stato proprio Hagag a organizzare una serie di concerti di Fedez ad agosto, tra Roccella e Gioia Tauro. Tanto che «il suo nome è comparso sul sito ticketone.it in qualità di organizzatore del concerto di Fedez previsto per il 6 agosto del 2024 al Calura di Roccella Jonica e di tutti gli altri eventi previsti nel mese di agosto in quel locale e in altri locali notturni calabresi, grazie alla mediazione di Hagag e della Why Event di Lucci.
Frequentazioni compromettenti che pure l’ex moglie del rapper, l’imprenditrice digitale Chiara Ferragni, avrebbe in più occasioni criticato, anche prima del pasticcio di via Traiano, dell’aggressione a Iovino dopo una rissa al The club di corso Garibaldi nella notte tra il 21 e il 22 aprile.
Il caso giudiziario per Fedez si è chiuso con un accordo e una transazione stragiudiziale: senza la querela della vittima non si può procedere. Agli atti restano le minacce di morte a Iovino, che anche una testimone residente nel palazzo ha riferito: «…Chiedi scusa…devi chiedere scusa, noi torniamo e ti ficchiamo una pallottola in testa…».
Anche per questo quell’episodio, per i pm Paolo Storari e Sara Ombra, è l’ennesima dimostrazione della forza criminale e intimidatrice degli ultrà finiti in prigione. Tifosi in gran parte pregiudicati con alle spalle reati dentro e fuori dallo stadio che da tempo guardano le spalle del cantante, mentre partecipano alle sue serate e godono delle sue vacanze.
Due giorni dopo l’aggressione, Fedez va a casa di Lucci in compagnia di Hagag. Il 30 aprile, intercettati, i due tornano a parlare delle ragioni della lite. Si scopre che alla base ci sono le discussioni con Nicolò Rapisarda, in arte Tony Effe, amico di Iovino che il rapper definisce “Jimmy Palestra”.
«Allora vabbè - dice Fedez intercettato - son proprio tutti stupidi, vabbè niente, quando, quando torna il Tony.. eh..eh... niente dobbiamo e basta...e il tipo.....allora, è semplice la cosa frate! Tony ha un amico, tutti sanno che quello è amico di Tony, l'amico di Tony si fa male Tony siccome deve fare il ragazzetto ghetto. Deve...deve ..... non può permettersi, che in pubblico si sappia che un suo amico si è fatto male senza che lui poi l'abbia difeso!
Perché a casa mia, lo difendi quando c'ha bisogno non dopo, però… Vabbé.... e quindi niente, adesso ha imbruttito Lazza mi ha detto...cioè ha imbruttito, Lazza gli ha scritto e gli ha detto sì, ci sono problemi ne parliamo, però scusa… far brutto a Lazza, vuol dire far brutto a mio figlio, ma ti pare!? E perché, e perché...e perché quando lo chiami tu dice non c'è nessun problema quando gli scrive Lazza dice ci son problemi! sono capace anch'io a fare il ragazzo del ghetto così».
2. CHRISTIAN ROSIELLO E ISLAM «ALEX» HAGAG, GLI ULTRÀ ARRESTATI VICINI A FEDEZ: DAL PESTAGGIO A IOVINO ALLA VACANZA CON IL RAPPER A PARIGI POCHE ORE PRIMA DELL'ARRESTO
Estratto dell'articolo di Cesare Giuzzi per www.corriere.it
Christian e Alex, da bodyguard ad amici inseparabili. Le foto insieme agli eventi, le immagini in barca durante le vacanze in Costa Smeralda, le stories pubblicate sui social. Fino all’ultima che li ritrae insieme a Parigi, poco prima degli arresti.
Da una parte il rapper più famoso (e probabilmente ricco) d’Italia, Federico Lucia in arte Fedez, 34 anni (non indagato). Dall’altra Islam Hagag, 35 anni, nato a Milano da genitori di origini nordafricane, barba scura, giubbotto nero e polo, conosciuto con il nomignolo di «Alex Cologno» e il bodyguard personale del cantante, l’inseparabile Christian Rosiello: testa calva, maglietta nera aderente e muscoli in vista. Entrambi, la mattina di lunedì 30 settembre, sono finiti in manette nel blitz della polizia di Milano che ha azzerato le curve di Inter e Milan.
Hagag e Rosiello sono facce note a Milano, perché stanno in «balaustra», nella prima fila della Curva Sud e perché sono parte del direttivo degli ultrà rossoneri. Con loro, in giro e sui social, ci sono sempre i fratelli Lucci, capi della Sud. E secondo gli investigatori dell'Antimafia sarebbe stato proprio il capo della curva Sud Luca Lucci a «indicare» Rosiello come guardaspalle personale del cantante.
[...] Ma soprattutto i volti di Hagag e Rosiello sono diventati famosi al grande pubblico a maggio, quando è emerso il coinvolgimento di Fedez nel brutale pestaggio al personal trainer dei vip Cristiano Iovino avvenuto tra il 21 e il 22 aprile in via Traiano. Un’aggressione iniziata in realtà un’ora prima nel privé del «The Club» di via Moscova dove volano sedie e bottiglie fino all’intervento dei buttafuori del locale. Tanto che Fedez ne parlerà, prima e dopo, direttamente con il capo ultrà Luca Lucci. [...]
Nel frattempo però Iovino, la vittima, prende tempo e non presenta querela, di fatto costringendo gl investigatori dei carabinieri ad indagare con una mano legata. In realtà ci sono già le intercettazioni dell’Antimafia, ma nessuno può saperlo in quel momento. Così Fedez e i suoi legali corrono ai ripari.
In pochi giorni, e prima che si arrivi ai termini di legge per presentare la querela, chiudono la questione trovando un accordo extra-giudiziale con Iovino. Nessuno sa con precisione quale sia stato l’importo dell’assegno staccato dal cantante. Ma si parla di qualche decina di migliaia di euro. Per un po’ il caso Iovino tiene Fedez lontano dal gruppo ultrà. [...]
Ma Fedez è entusiasta e dice si essere pronto a parlare con Stefano Boeri, architetto e presidente della Triennale (dove si trova il locale). L'ipotesi del cantante è di fare un «club figo» con artisti internazionali. Però Fedez è «ben conscio» del problema che riguarda il nome di Lucci per via dei suoi precedenti e della sua fama criminale: «Come introduco la tua figura?», dice ridendo a Lucci. Il capo ultrà rossonero non fa una piega: «Non la introduci». L'obiettivo, secondo gli investigatori dell'Antimafia, è usare un prestanome. [...]
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